GP Stati Uniti: Hamilton Campione ora insegue Schumacher
Nel GP USA arriva anche la matematica. Lewis Hamilton è campione del mondo per la sesta volta con il 2° posto ottenuto nel GP degli Stati Uniti, vinto dal compagno Mercedes, Valtteri Bottas. Terzo Max Verstappen con la sua Red Bull. Giù dal podio le Ferrari, reduci dall’ennesimo week-end nero: Vettel ritirato dopo otto giri, Leclerc 4° e lontano dai primi.
Il secondo match point è quello buono. Lewis Hamilton e la Mercedes sono campioni per la sesta volta. Il verdetto, atteso ormai da tempo, lo ha sentenziato il GP degli Stati Uniti, terz’ultima gara di un Mondiale F1 fin da subito a forti tinte argentate.
Negli USA si è assistito alla nona doppietta stagionale delle Frecce Mercedes. Il Re Nero si piazza al secondo posto, dietro al compagno di team Valtteri Bottas, fido scudiero e davvero fortissimo in questa gara. Un’altra annata da ricordare per il team di Toto Wolff, forse la più bella, almeno per loro.
Il successo non è mai stato in discussione. Dall’inizio della stagione si è imposta la superiorità della scuderia di Brackley, che ha dettato subito legge con i primi dieci successi di fila, fiaccando presto le velleità degli avversari.
Poi qualche lampo isolato di Red Bull e Ferrari,ma quasi episodi isolati.Ad Austin è andata in scena la fotocopia della stagione con le Mercedes avanti e le altre a inseguire.
A completare il podio, la Aston Martin Red Bull di Max Verstappen. Il Cavallino mastica ancora amaro. con Charlers Leclerc, 4°, e Sebastian Vettel out dopo soli otto giri per un guasto a un braccetto della sospensione.
A Maranello ci sarà ancora materiale su cui riflettere in vista della prossima stagione. Intanto c’è però da chiudere questa: appuntamento il 17 novembre in Brasile.
Hamilton non molla mai
Meglio di lui, in fatto di Mondiali vinti, ora ha davanti soltanto un mostro sacro come Michael Schumacher. Superato Fangio, con il sesto alloro iridato Hamilton si lancia così all’inseguimento del pilota più vincente di tutti i tempi con i suoi sette Mondiali.
Colui che ha segnato l’epopea d’oro della Ferrari ma al tempo stesso ha gettato le basi per l’egemonia della Mercedes. Il prossimo anno il britannico ha l’occasione di chiudere il cerchio.
Nella terra a stelle e strisce gli sarebbe bastato anche un 9° posto per laurearsi campione. Un compitino, dunque. Ma i grandi campioni non si accontentano mai di fare il minimo sindacale. Infatti in pista è stata battaglia vera, seppur ristretta in casa. La differenza sta tutta lì.
Una gara nata con il piede sbagliato
Grande onore dunque ai vincitori. Ma va fatta la tara anche con i problemi e demeriti dei vinti. Soprattutto della Ferrari che poteva contare allo start su Vettel 2°, dietro al poleman Bottas, e Leclerc 4°, alle spalle di Verstappen e davanti ad Hamilton.
C’era dunque possibilità, ancora una volta, per andare a prendersi una vittoria o giocarsela al vertici. Non avrebbe cambiato i destini del Mondiale ma avrebbe addolcito il finale di stagione delle Rosse.
Invece un’altra falsa partenza con Hamilton che supera Leclerc e Vettel, il quale inizia a girare lento e si fa passare da Verstappen. Ferrari subito costrette a rincorrere.
Ma, come recita la legge di Murphy, “se qualcosa può andare male, lo farà”. Seb, nel frattempo scivolato in settima posizione, sente imbarcarsi il posteriore per il cedimento di una sospensione anteriore, ed è costretto al ritiro dopo soli otto giri.
Troppo lento nel primo stint (probabilmente litigando con le gomme), il suo compagno di team, Leclerc, finirà 4°, ma lontano dalla lotta per il podio, e a un minuto di distacco dal leader della corsa.
Il monegasco si prende ancora il gusto del punticino extra per il giro più veloce, che gli permette di conservare il terzo posto in classifica a 14 lunghezze di vantaggio su Verstappen.
Ma a Maranello non ci si può accontentare, e il gap con le Mercedes in termini di costanza e affidabilità sembra ancora da limare parecchio.
Verstappen terzo incomodo
In avvio la gara la fa Bottas con Verstappen ed Hamilton a inseguire. Leclerc, il quale però, come detto, non ha il ritmo per tenere il passo degli altri tre.
Nella girandola dei pit stop, le Mercedes optano per strategie differenti. Hamilton si ferma una volta sola, mentre il suo collega di team opta per le due soste così come l’olandese della Red Bull.
Con gomme più fresche, al comando si porta provvisoriamente l’inglese con 9” di vantaggio su Bottas e 14” su Verstappen. La distanza si riduce progressivamente dopo il secondo pit stop di Valtteri Bottas.
Il sorpasso arriva al 52° giro. A quel punto Lewis si deve guardare dall’arrivo di Max Verstappen, che nel finale tenta l’attacco. Negli ultimi due giri si avvicina, sembra poterlo agguantare, ma non riesce a superarlo. A quel punto è soltanto tempo di festeggiamenti per le Mercedes e sopratutto per Lewis Hamilton. Gli americani gli hanno perfino preparato il parcheggio: “posto riservato” al Campione del Mondo.
Quarto, come detto, Leclerc, davanti ad Alexander Albon (Red Bull), 5°, e Daniel Ricciardo (Renault), 6°. Quest’ultimo è da molti indicato come papabile per la guida di una Ferrari il prossimo anno se si consumerà il divorzio con Vettel. Vedremo se l’intreccio suggestivo si realizzerà.
Chiudono la top 10 le McLaren di Lando Norris e Carlos Sainz jr., 7° e 8°, la Renault di Nico Hulkenberg, 9°, e la Toro Rosso di Daniil Kvyat, 10°.
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