GP Germania: nel gran caos vince Verstappen
A Hockenheim la gara più pazza e spettacolare dell’annata di Formula 1. Sotto la pioggia trionfa Max Verstappen su Red Bull. Male le Mercedes: Hamilton 11°, Bottas out. Week-end agrodolce per la Ferrari, dopo le tremende qualifiche. Nella lotta in testa Leclerc finisce a muro, me è strepitosa la rimonta di Vettel, da ultimo a 2°. Kvyat completa il podio.
C’era chi ormai la chiamava Formula noia. Chiunque l’abbia fatto dovrà necessariamente ricredersi, una volta visto il GP di Germania. Che se non cambia le distanze in testa alla classifica del Mondiale F1, quantomeno restituisce la sensazione di spettacolo, da tempo un po’ offuscato.
Stavolta le Mercedes fanno flop e questa è già una notizia. Le Ferrari escono da questo week-end con sensazioni contradditorie dopo le disastrose qualifiche che avevano cancellato quanto di buono fatto nelle libere.
Il Cavallino si consola per aver ritrovato un pilota campione che tutti davano perduto. La rimonta da urlo di Sebastian Vettel, da ultimo a 2°, restituisce un po’ di morale a Maranello, a terra dopo il ritiro di Charles Leclerc.
Il monegasco è finito a muro mentre contendeva la testa della gara a Max Verstappen. L’olandese della Red Bull ringrazia e vola verso la vittoria, la seconda stagionale, che lo proietta in terza posizione in classifica, a -22 da Valtteri Bottas (anch’egli out).
Il poleman Hamilton, lontano 61 punti, termina soltanto 11° ma può consolarsi per avere ancora un discreto margine da amministrare, con una gara in meno da fare.
Sul podio anche Daniil Kvyat, della Toro Rosso, 3°, che eguaglia il suo miglior risultato nel circus. Risultato storico per il team di Faenza che non saliva sul podio dal GP di Monza nel 2008, proprio con Vettel.
Brava Ferrari ma sono troppi gli errori
È successo di tutto nel pazzo pomeriggio di Hockenheim. Esattamente come lo scorso anno la pioggia si è divertita a scompaginare le gerarchie delineate in griglia. Il maltempo ha costretto la direzione gara a effettuare quattro giri di formazione.
Si è partiti con Hamilton davanti a Verstappen e Bottas. Leclerc partiva 10°, Vettel addirittura 20° dopo che nelle qualifiche i due ferraristi non hanno avuto accesso alla Q3 per problemi al turbo.
Al via Verstappen sbaglia e viene superato da Bottas, mentre le Rosse recuperano subito qualche posizione, con Leclerc 6° e Vettel 14°. Al terzo giro Perez (Racing Point) va in testacoda e finisce a muro causando l’ingresso della Safety car (non sarà il solo).
Tutti ne approfittano per montare le gomme intermedie. Alla ripartenza Vettel vola in ottava posizione mentre Leclerc si porta ai piedi del podio.
Per quanto visto in pista ci si torna a chiedere il perché dei continui alti e bassi di questa Ferrari, che promette bene e poi mantiene poco.
Dall’affidabilità della monoposto, oltre che dalle strategie del muretto, passa la crescita di un team che vede ancora rinviare l’appuntamento con la vittoria, diventata un macigno. Questa sembrava essere anche oggi alla portata.
Curva pericolosa
Alla sedicesima tornata Ricciardo rompe il motore della sua Renault ed entra la Virtual Safety car. Il compagno di team Hulkenberg e Leclerc rientrano ai box per montare nuove gomme intermedie.
I risultati si vedono tutti in pista. Soprattutto il monegasco che diventa il più veloce e, dopo la girandola dei pit stop, si porta alle spalle di Hamilton.
Ma il destino è beffardo perché torna a piovere e Charles finisce a muro. Un remake dello stesso film dello scorso anno quando nell’incidente è rimasto coinvolto il suo collega Vettel.
Nello stesso punto poco dopo sbaglia anche Hamilton, il quale tuttavia riesce a rientrare ai box per sostituire l’ala danneggiata.
Per il campione del mondo una delle (rare) giornate no, penalizzato pure di 5” per aver tagliato la chicane.
Così le posizioni vengono rivoluzionate: al comando Verstappen, davanti a Hulkenberg e Bottas. La nuvola fantozziana si abbatte anche sul pilota della Renault che va a sbattere sempre nella stessa curva che aveva già portato all’errore i suoi colleghi.
Safety car ancora in pista, allora. Verstappen rimane in testa ma in zona podio salgono Stroll (Racing Point) e Kvyat. Bottas è 4°, Vettel cinque posizioni più indietro. Hamilton è addirittura dodicesimo.
Iniezione di fiducia per Vettel: ora serve la vittoria
Tutto finito? Macché. Perché Hamilton finisce in testacoda e si ritrova ultimo (chiuderà 11°, fuori dalla zona punti). Mentre Bottas, salito in terza posizione, si stampa anche lui contro il muro perdendo così la possibilità di accorciare le distanze dalla vetta del Mondiale.
Verstappen a questo punto ha strada libera davanti a sé. Vettel si porta in quinta posizione, dietro a Sainz, Stroll e Kvyat.
Il finale è tutto di Seb. Al giro numero 60 il tedesco supera lo spagnolo e mette nel mirino il podio. Due tornate più tardi, il ferrarista si prende anche Stroll, e al penultimo giro anche Kvyat è passato.
Per Vettel è una bella iniezione di fiducia, di cui aveva bisogno, dopo le tante critiche ricevute nell’ultimo periodo. Del resto, non si vincono quattro titoli mondiali per caso.
Forse è questa la più bella notizia di giornata dalle parti di Maranello. Per la prima vittoria stagionale bisognerà attendere ancora, almeno la gara di Budapest, in programma il 4 agosto.
MotorAge.it – Andrea Sicuro