Alfa Romeo Giulietta 1.4 Turbo 105 CV
IMPRESSIONI DI GUIDA
Quando la coppia conta più della potenza.
Di primo acchito i 105 CV erogati dal propulsore 1.4 Turbo a benzina dell’Alfa Romeo Giulietta “base” possono sembrare pochi, considerando come lo stesso valore venga espresso dal 1.4 MultiAir aspirato della MiTo. In realtà i progettisti del Biscione hanno rivisitato il 1.4 Turbo da 120 CV già in gamma, depotenziandolo adeguatamente allo scopo di soddisfare una clientela particolarmente attenta ai costi.
Complice il contenimento dei pesi per cui la Giulietta è nota, le prestazioni rimangono tra le migliori della categoria, come attestano lo scatto da 0 a 100 km/h in 10”6/10 e la velocità massima di 185 km/h. Il tutto a fronte di un consumo medio nel ciclo combinato particolarmente interessante, ovvero 6,4 litri per 100 km, pari a 149 g/km di CO2.
Inoltre, anche su questa Giulietta è di serie il selettore di guida Alfa DNA, che consente di adattare il carattere della vettura alle esigenze del pilota e alle più disparate condizioni stradali. Tale sistema ha le seguenti funzionalità: Dynamic per le massime prestazioni, Natural che contiene i consumi e All Weather che risulta particolarmente indicato nelle condizioni climatiche avverse.
Fin dai primi chilometri al volante della berlina milanese, selezioniamo l’opzione Dynamic e apprezziamo la spinta vigorosa e costante del motore. A tale riguardo sia la coppia massima che il relativo regime sono i medesimi della 1.4 Turbo 120 CV: 206 Nm a 1.750 giri/min., permettendo riprese assai veloci persino nelle marce alte. E a riguardo del cambio, spiccano gli innesti brevi e secchi degni di un’Alfa Romeo, oltreché la rapportatura che rappresenta un buon rapporto tra prestazioni e contenimento dei consumi.
Il sound del propulsore è ben diverso rispetto alle unità analoghe di Fiat Bravo e Lancia Delta, grazie allo scarico realizzato ad hoc con specifiche Alfa.
Nel comportamento su strada, i migliori risultati si ottengono selezionando il DNA in Dynamic, poiché lo sterzo acquisisce parecchia consistenza, l’Electronic Q2 (un upgrade del controllo elettronico di stabilità che simula la funzione di differenziale autobloccante) entra in azione e i vari ASR ed ESP “allentano le briglie”. Un chiaro invito alla guida sportiva quindi, argomento in cui la Giulietta “può dire la sua” specialmente affrontando i tracciati misto veloci.
Scegliendo l’assetto normale (come sull’esemplare provato) gli inserimenti in curva sono piuttosto celeri, ma si nota un brevissimo ritardo nel trovare la condizione d’appoggio. Nulla di trascendentale, è d’obbligo sottolinearlo, ma l’immediatezza di risposta che contraddistingueva la 147 in virtù dell’avantreno a quadrilatero alto è un ricordo. Meglio sarebbe optare per l’assetto sportivo optional, che rende più incisivo il comportamento senza peraltro pregiudicare il comfort.
Comfort che a bordo della Giulietta gioca un ruolo primario ancor prima del dinamismo, come si evince dagli ammortizzatori abbastanza morbidi, la silenziosità e lo spazio a disposizione. Argomenti che portano la berlina compatta Alfa Romeo a confrontarsi principalmente con le concorrenti generaliste, le varie Fiat Bravo, Ford Focus, Renault Megane e Volkswagen Golf per citarne alcune, rispetto alle quali dimostra maggiore coinvolgimento nella guida.
Tornando all’Alfa DNA, selezionando l’opzione Normal l’erogazione del motore diviene più morbida, il carico sterzo più leggero e l’ESP interviene con maggiore frequenza e intensità nelle curve veloci per limitare il sottosterzo. Tendenza quest’ultima che si rende molto evidente, poiché viene escluso l’Electronic Q2.
Passando all’argomento costruzione, la Giulietta denota una cura da “best in class” come si nota dagli accoppiamenti tra le parti precisi, la verniciatura della carrozzeria uniforme e l’assenza di vibrazioni anche percorrendo strade sconnesse.
I materiali sono di buon livello, eccezione fatta per i pannelli interni porta di scarsa fattura, mentre il carry over di matrice Fiat Punto riguardo a volante, devioluci e leva tergicristalli è altrettanto discutibile. Ma si tratta di difetti perdonabili che potrebbero, il condizionale è d’obbligo, essere risolti al primo restyling.
Gianmarco Barzan
02/08/2012 – 11:59