Auto elettriche proliferano nel green
Il mondo della mobilità su ruote sta vivendo la più importante rivoluzione dai tempi dell’inizio della produzione industriale. Insomma, da Henry Ford e l’avvio della costruzione in serie dell’auto, la Model T, quando la produzione di veicoli si trasformò in una realtà globale.
Siamo nel pieno della nuova era della mobilità sostenibile, delle automobili “green”, parte importante di quella transizione ecologica in cui i mercati e i governi si sono impegnati.
E’ diventata una questione di responsabilità, e per le aziende, anche di blasone, di immagine, richiesti dalla new economy socio-politica.
Auto elettriche nella transizione ecologica
Auto Ibride plug-in, full hybrid ed auto elettriche hanno avuto un’accelerazione commerciale inaspettata, fino a poco tempo fa. In questa corsa ecologica e tecnologica contro il tempo, le elettriche coprono il ruolo più estremo ma anche più efficiente nella transizione “green”. Se non ancora sotto l’aspetto del ciclo produttivo, sicuramente per i vantaggi nell’azzeramento delle emissioni inquinanti e nel risparmio energetico. Ovvero, minori spese di viaggio.
Prima di approfondire la questione costi è però utile qualche appunto sul fattore autonomia, inizialmente il vero tallone d’Achille delle auto elettriche. I 150-250 o poi anche 400 km max a disposizione non erano certo sufficienti a far stare tranquilli i clienti.
Ormai siamo giunti a medie di percorrenza di 450 – 800 e anche più per i modelli piccoli, medi e grandi di auto elettriche. Quanto e più delle rispettive versioni alimentate da motore termici.
E le infrastrutture, la quantità e dislocazione di colonnine di ricarica permettono di percorrere il Paese Italia in lungo e in largo con la garanzia di approvvigionamenti di kilowatt lungo tutto il viaggio.
Fattore tempo e fattore Costi
Il fattore “ tempo di ricarica “ è tuttavia la variabile importante. I brand dell’auto hanno dei contratti privilegiati con determinati fornitori di energia, tramite le colonnine, o possiedono reti proprie. Anche se utilizzabile da clienti di altre marche, può capitare che l’attacco alla colonnina sia diverso, e occorra sceglierne un’altra (da CCS Type 1 a CCS Type 2 o T3). Un altro motivo per la continua nascita di consorzi di gruppo.
Poi c’è la questione della velocità di ricarica, molto, molto diversa a seconda della tecnologia della colonnina, Standard, Veloce o Ultraveloce (per qualcuno Supercharged) da 150 a 250 kW, 450 o 600 kW per le più evolute.
Verifiche dirette. Da una colonnina a bassa velocità, per rifornire le batterie dal 20% all’80% può servire anche più di un’ora di tempo. Utilizzando una Ultraveloce, meno di 10 minuti. Tempo di un caffè. Costo: 25 Euro, a fronte dei 50/60 Euro che sarebbero stati spesi per la stessa autonomia con carburanti fossili.
Ricarica domestica – Wallbox e oltre
Nei kit delle auto elettriche sono presenti anche i cavi per la ricarica domestica, dal proprio Box, allacciandosi alla rete elettrica di casa. Non è consigliato, ma potrebbe anche bastare una rete base da 3 kW/h, ma con rischi blocco centralina se si accende un elettrodomestico. E i tempi sono lunghi: tutta la notte per il 40/45% di ricarica.
Occorrono quindi impianti rete di maggiori capacità, da 6 kW/h o, meglio, anche più per ottenere la carica batterie completa in molto, molto meno tempo.
Proposti dai costruttori e consigliati sono i wallbox ricarica auto elettrica per i privati capaci di ottimizzare le quantità e i flussi di energia.
I più evoluti Wallbox di alcuni brand, con tecnologie hi-tech (si montano anche in casa) ulteriormente potenti. Volendo anche sfruttando in combinazione con un impianto ad energia solare. 90/100 kW non solo per l’auto ma anche per il fabbisogno domestico.
Tali sistemi aumentano l’affidabilità contro interruzioni di corrente, fornendo riserve di energia elettrica di backup.
Ma ormai si sta andando oltre le necessità casalinghe dei privati. Si pensa anche ai condomini, vista la proliferazione di auto elettriche attuale e futura. L’art. 15, comma 1, del d.lgs. 257/2016 prevede, per gli edifici di nuova costruzione con più di 10 condomini, l’allaccio di infrastrutture per la ricarica dei veicoli. In sostanza, le colonnine all’ingresso di casa. Lo stesso obiettivo perseguito dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea.