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Lancia Rally 037 e De Tomaso Pantera : due “ mostri sacri ” dell’automobilismo italiano.

La Lancia Rally 037 e la De Tomaso Pantera hanno un comune denominatore: la raffinatissima tecnica nacque per entrambe sotto la regia di Gian Paolo Dallara, noto in Ferrari, Maserati e Lamborghini, un nome che non ha bisogno di presentazioni.

 

Un ambiente di lavoro pieno di ricordi e trofei, e in mezzo ai trofei… due perle dell’automobilismo: a sinistra la Lancia Rally 037, a destra la De Tomaso Pantera.

Nata nel 1982 per partecipare al Mondiale Rally, la 037 è caratterizzata dal motore centrale 4 cilindri 1.995 cc sovralimentato mediante compressore volumetrico, erogante 220 CV nella versione stradale e da 260 a 350 CV nelle configurazioni Gruppo B da competizione. Con la 037 la Lancia vinse il Mondiale Rally 1983, nonostante in alcune gare la sua trazione posteriore fosse svantaggiata rispetto all’integrale della rivale Audi quattro. Purtroppo la 037 è anche ricordata per il tragico Tour de Corse 1985, nel quale perse la vita il Grande e indimenticabile Attilio Bettega. Le Gruppo B, infatti, divennero troppo potenti e difficili da gestire anche per i Campioni.

La De Tomaso Pantera, è una coupé a due posti secchi realizzata in collaborazione con la Ford. Dalla Casa di Dearborn proviene sia l’idea che il propulsore centrale V8. La Pantera è una delle supercar più longeve della storia, essendo stata prodotta dal 1971 al 1994 in sette serie differenti con potenze fino a 350 CV. Alla De Tomaso va il merito di aver continuato a produrre il modello, dopo che la Ford finì la collaborazione già nel 1974.

Infine, sia la De Tomaso Pantera che la Lancia Rally 037 hanno un comune denominatore: la raffinatissima tecnica nacque per entrambe sotto la regia di Gian Paolo Dallara, che dopo anni di lavoro in Ferrari, Maserati e Lamborghini, nel 1972 fondò la sua Dallara Automobili, azienda nata per la progettazione, produzione e la ricerca aerodinamica, ma sopratutto pionera di alcune innovazioni tecnologiche, come l’utilizzo delle fibre di carbonio all’interno della struttura dell’auto.

La bellissima foto ci è stata inviata da Gian Tète Sarri.

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