Volkswagen Golf GTD 5p DSG
LEZIONE VI: COME GUADAGNARE AL CAMBIO
Nella Golf della sesta serie, la versione diesel più prestante raggiunge l’apice con le magie dei sei rapporti del cambio DSG. Per far fare sport ai 170 CV o renderli più parsimoniosi. Un’alchimia che fa scoprire un’auto dai due volti. Trasformazione a comando.Una specialità che si gusta anche con la 5 porte, giovane, iconica come vuole il suo logo, ma con della comodità in più.
La scintilla delle origini che contribuì a dare alla Golf la spinta “enter” nell’Eden del miti giovanili si accese anche per l’insolita prestanza dell’epoca di un certo motore turbo a gasolio. A 27 anni di distanza possiamo dire che la storia torna a ripetersi, con varianti e aggiuntive.
FAMIGLIA GRANTURISMO – Proprio mentre il mondo delle berlinette con diesel performanti guerriglia come un vulcano in eruzione, ecco lo spunto che arriva di solito dai primi della classe.
Con questa GTD figlia della serie VI si apre un nuovo ciclo. della sportività per le Golf diesel. Da qui in poi si alza l’astina dei valori.
Le qualità prestazionali come base, e poi il modo di sfruttarle a fare la differenza. Con il placet della tecnologia. E in tal senso la GTD vanta un’arma tattica preparata a dovere. L’alchimia ha pure una sigla facile: DSG, ed è la presentazione di un cambio polivalente che continua a conquistare plausi per il livello di efficienza. Non comune, specie in questa classe di veicoli.
Che sia con il cambio manuale o col DSG del Test di MotorAge, la GTD 170 CV ha più sportività e, quale diesel più potente della gamma, riprende cromosomi dalla attuale GTI turbo benzina; stesso piglio grintoso, e i dettagli ad allietare gli appassionati del genere.
IMPATTO LOOK – Niente esagerazioni, ma particolari rilevatori che accomunano GTI e GTD. Evidente che il telaio sportivo è ribassato, di 15 millimetri, con cerchi in lega da 17 (i “Seattle”) e pneumatici 225. Chi guarda il muso nota la calandra e la sezione inferiore a nido d’ape, il design del paraurti, con fendinebbia verticali. Cambia solo la cornice, che qui è cromata, anziché rossa.
Seguendo i profili bassi laterali si arriva al posteriore con un diffusore modificato per l’impianto di scarico della GTD, che ha il terminale con doppia uscita cromata sulla sinistra (mentre sulla GTI si divide sui due lati). In entrambi i casi i gruppi ottici posteriori sono bruniti.
Il colore speciale “rosso tornado” della carrozzeria è indicato per esaltare il carattere della versione. Carine, ma anche utili, le lucine agli estremi dei retrovisori a replicare gli indicatori di direzione.
LO SPORT DENTRO – Entrati a bordo la filosofia sportiva Volkswagen è comunicata, insieme a un altro aspetto: la percezione della qualità costruttiva, di assemblaggi e materiali solidi. L’ergonomia si accompagna ad equipaggiamenti impostati appositamente per la Golf GTD; se si prende la versione con dotazioni standard, ne risulta un’impostazione quasi essenziale, da puristi. In realtà c’è già molto, ma ordinatamente nascosto e senza dotazioni che qualche aficionados del genere può ritenere superflue: da navigazione a sistemi parking e varie elettroniche premium, si ritrovano nella lista optional (vedi valutazioni in test scaricabile pdf).
I “sedili sportivi Top” (tipo GTI), sono gusci che abbracciano i passeggeri anteriori, rigidi quanto serve e capaci comunque di non stancare nei lunghi viaggi. Ottimi, ed entrambi regolabili in altezza e dotati di supporto lombare.
Il colore di contrasto rivolto alla GTD usa un tessuto grigio chiaro a quadretti, con le doppie cuciture in risalto.
Quasi una chicca per amanti dell guida è il volante sportivo a tre razze rivestito in pelle traforata, con la sezione inferiore appiattita e i punti di presa sagomati. Tocco fashion, la cromatura delle tre razze e il logo GTD in primo piano.
Il contrasto cromatico si ritrova in altri punti nevralgici dell’abitacolo, con aggiunta su cruscotto e porte degli inserti “Black Stripe” in nero lucido.
KINDER PLAZ – Pedaliera e poggiapiedi (utilissimo) sono in acciaio inox con profili in gomma antiscivolo.
In questo caso si sta però parlando della nuova versione della GTD a 5 porte, che senza togliere un filo di sportività aumenta il tasso di comodità, almeno perché entrare e uscire per chi siede dietro è tutt’altra cosa, o semplicemente per poter buttarci dentro uno zaino o una valigetta. Ma soprattutto perché i giovani che decidono di avere un bimbo non devono rinunciare alle particolarità della Golf diesel più caratterizzata, e possono all’occorrenza montare i sedili appositi con gli attacchi Isofix e manovrare il tutto come su una berlina.
GUIDA HI-TECH – A pulsare sotto il cofano c’è il common rail TDI in configurazione 170 CV, il cui rendimento superiore si accompagna alle cure delle caratteristiche acustiche.
La potenza massima è sviluppata a 4200 giri.
Tra 1750 e 2500 giri il motore, il piglio sportivo dà il meglio in fatto di parsimonia nei consumi, e in questo range sviluppa la sua coppia massima di 350 Nm.
Tale generazione del sistema common-rail lavora a pressioni diniezione fino a 1800 bar e si fregia di speciali iniettori a otto fori piezoelettrici.
L’acustica è una questione di sensibilità motoristica: come Diesel ha una silenziosità di funzionamento notevole, ma il “sound sportivo” è avvertibile come dote aggiunta per palati fini.
IL DOPPIO VOLTO – Potenza e coppia notevoli trovano un valore aggiunto, il cambio DSG a 6 Rapporti. Come per la Golf GTI, l’alternativa disponibile al cambio manuale, è questo gioiellino di cambio a doppia frizione, che realmente traccia nuovi confini per il cambio automatico per quanto rapido ed efficiente.
Dalla leva, la posizione D è lo standard: pigiando il gas la potenza si sente, ma il concetto di gestione delle marce è impostato per ottimizzare i consumi (quello che permette a VW di segnalare valori medi di soli 5,6 litri di gasolio ogni 100 chilometri, a fronte di 147 g/km di emissioni di CO2).
GIÙ LA MASCHERA – Agendo sul tasto di sblocco si sposta la leva su S, e i parametri cambiano già radicalmente: il cambio di rapporto vuole giri più alti e scala prima (con differenze da 500 a oltre 1000 giri rispetto a D, secondo situazione di guida). Il salto di grinta è evidente: in curva il rilascio del gas si tramuta in scalata automatica, con velocità che un buon pilota faticherebbe a eguagliare mediante il clssico cambio manuale.
Con le due frizioni che lavorano per anticipare i tempi, la reazione va a volte a scapito della progressività: con un bel kick-down le ruote cantano e il contraccolpo no va per il sottile. in questo cè ancora spazio di miglioramento.
Ma si va anche oltre per togliersi la soddisfazionie della manualità, con l’uso della funzione sequenziale: su per salire di marcia, giù a scendere. Tra gli aspetti sportivi, il fatto che a essere inibite dai chip sono solo le cambiate a regimi di giri impropri, altrimenti non c’è interferenza. La marcia in uso può essere mantenuta a oltranza, e la scalata è permessa fino a regimi assolutamente d’attacco, persino la prima marcia.
Ogni soluzione scelta è visualizzata sul display del computer di bordo, a centro cruscotto (a parte consumi, percorrenze ecc.)
DITO+DITO – Se come l’esemplare del nostro test è presente il volante multifunzione, è possibile gestire il cambio senza spostare la mano dal volante, usando i comandi ad aletta supplementari integrati (“-” sinistra, “+” destra). Solitamente non è soluzione che a MotorAge amiamo particolarmente, ma si deve ammettere che qui sa coinvolgere.
La Golf GTD con DSG può raggiungere i 220 km/h, con unaccelerazione da 0 a 100 km/h che può restare sul filo degli 8 secondi.
Qualche nostra perplessità è arrivata per certe rumorosità meccaniche nelle manovre da fermi; specie se c’è umidità, dal complesso cambio-freni-sterzo arrivano stridii anomali.
DIALOGO STRADALE – La compattezza tecnica fa segnare però punti a favore nelle qualità di guida, a partire dallo sterzo, a qualunque andatura; niente morbidezze extra di altri veicoli, lazione è diretta per rispondere in cira al minimo cenno, eppure anche confortevole. La sensazione della strada segue le leggi della sportività, del gusto della stabilità e della sicurezza.
Abbiamo affrontato centinaia di chilometri sotto la pioggia battente, e l’assetto come le ruote hanno mantenuto comportamenti eccellenti: compostezza, prontezza direzionale: la Golf GTD sembra legata a laccio con il suolo.
Sulla frenata bisogna abituarsi ai relativi parametri di modulabilità: si gioca sui millimetri, uno in più e la Golf GTD si blocca con cattiveria. Con la complicità della superassistenza del Dual Brake Assist, parte integrante dell’ESP. Quest’ultimo (il controllo elettronica stabilità) è fatto per rieducare la traiettoria in situazioni proprio limite, e metterlo all’opera non è cosa facile. Quando occorre, l’ESP include lassistenza alla controsterzata. Significa seguire leggi di guida più raffinate nell’interpretare la situazione di chi sta al volante. Con il DSG si sfrutta anche l’assistenza nelle partenze in salita.
ATLETIC – La nuova Golf GTD, come detto, è dotata di un telaio sportivo ribassato di 15 millimetri. Le molle, gli ammortizzatori e la barra antirollio posteriore sono stati appositamente realizzati per la Turbodiesel sportiva. Sull’asse anteriore troviamo il ben noto schema McPherson. Al posteriore, uno schema di sospensioni multilink dalle geometrie raffinate (anche per questo vengono limitati gli interventi dellESP).
Cruise control, informazioni di servizio, clima a due zone e un buon impianto hi-fi per gustarsi ogni tragitto.
L’essenza sportiva non prevede di serie i sistemi di assistenza al parcheggio, più o meno sofisticati (si veda il Test del file grafico scaricabile pdf); c’è lo specchietto esterno destro che in retromarcia si orienta sulla ruota posteriore.
PREZZI Volkswagen GOLF GTD
GOLF GTD 2.0 TDI 170 CV 3p € 28.525
GOLF GTD 2.0 TDI 170 CV Cambio DSG 3p € 30.350
GOLF GTD 2.0 TDI 170 CV 5p € 29.260
GOLF GTD 2.0 TDI 170 CV cambio DSG 5p € 31.085
Principali A FAVORE
* Il cambio DSG apre un nuovo ciclo. Sopra gli standard il livello di efficienza e la dote di cambiare carattere al veicolo
* Rendimento e prestazioni: consumi modesti e se vuoi il deisel diventa fulmineo
* Personalizzazione garbata, da palati fini
* Risposte di assetto e sterzo da sportiva: diverte in grande sicurezza
DEBOLEZZE
* La filosofia sportiva diventa essenzialità nelle dotazioni di serie. Concepibile, ma molto si paga a parte, anche accessori che potrebbero essere standard
* Rumorosità meccaniche nelle manovre da fermi o da parcheggio. Derivazione da freni-sterzo-cambio
* Attivazioni ritardatarie dell’automatismo sensore pioggia
Un input per alcune foto che troverete in Gallery e nel file scaricabile pdf: al termine del test, le immagini della festa cocktail happy-hour, al nuovo Lisca Bar, sul lungomare di Fano, che ringraziamo.
Fabrizio Romano
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