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Stellantis: la sfida e il valore dei brand

La fusione tra FCA e PSA, che da vita a Stellantis, rappresenta una sfida importantissima per la presenza di marchi di grande rilievo sia generalisti sia di categoria premium.

Stellantis e il valore dei brand

Nuove sfide a livello intercontinentale

Con la fusione tra FCA e PSA e la nascita di Stellantis, prende vita un global player automobilistico molto importante. Infatti, saranno diversi e molteplici gli scenari di mercato che la nuova realtà italo americana- francese dovrà affrontare e lo potrà fare in virtù della presenza di ben 14 marchi.

Marchi alcuni dei quali leggendari che se posizionati a dovere e all’insegna di una costante offensiva di prodotto, porteranno a grandi soddisfazioni dal punto di vista commerciale. Questo obiettivo, però, non è facile da raggiungere, in quanto nel “paniere” di Stellantis vi sono brand generalisti in concorrenza tra loro, come Fiat e Opel.
Ma le capacità del management in campo, capitanato da John Elkann in qualità di Presidente e da Carlos Tavares in quella di Amministratore Delegato, rappresentano la garanzia di riuscire in questa tanto impegnativa quanto esaltante sfida.

In sostanza, a livello di brand generalisti, è prevedibile una stretta collaborazione tra Fiat, Opel, Citroen e Peugeot, sfruttando piattaforme comuni dalle quali far nascere modelli i più diversi che devono puntare a una forte identità di marca.

Aspetto quest’ultimo che è il segreto di un’adeguata differenziazione tra brand e vetture, nate con la medesima “ossatura”, senza che vi siano sovrapposizioni e un disorientamento da parte dei clienti.

La grande sfida dei marchi di prestigio

Stellantis può contare su brand di assoluto prestigio, Alfa Romeo e Maserati in primis. Per la Casa milanese occorre completare (e velocemente) il rilancio cominciato con l’esordio di Giulia e Stelvio e le loro esclusive soluzioni tecniche (pianale Giorgio e trazione posteriore o integrale in primis) e poi messo praticamente in stand by.

Certo, ormai vi è il SUV Tonale alle porte, realizzato sulla medesima piattaforma della Jeep Compass, ma occorrerà “spingere sull’acceleratore” per dar vita anche a un SUV più compatto. Entrambi questi modelli e il loro conseguente fatturato potrebbero essere propedeutici al lancio di Alfa Romeo molto sportive, come i coupé e gli spider al momento non previsti. Modelli non certamente dai grandi numeri, ma di sicuro effetto traino per il resto della gamma.

Tradizione di marca

Nella gestione di Alfa Romeo occorre bilanciare in modo perfetto il rispetto della tradizione di marca, grazie a motori più potenti dei competitor e soluzioni a livello di assetto da best in class, ferma restando “la bellezza necessaria” a livello stilistico. Occorrerebbe, inoltre, riportare il cuore progettuale ad Arese riaprendo lo storico Centro Tecnico Alfa Romeo a pieno beneficio della tradizione.

Riguardo Maserati, la strada maestra è già tracciata, come dimostra la supercar MC20 prodotta nello storico e rinnovato stabilimento di Modena e come lo faranno le future Grecale e GranTurismo, nonché le prossime generazioni di Ghibli, Quattroporte e Levante. Molto importanti a nostro avviso le sinergie di alto livello tra Maserati e Alfa Romeo, attuali da diversi anni e che dovrebbero continuare.

In questo grande ventaglio di marchi appannaggio di Stellantis potrebbe esserci spazio anche per Lancia. Lancia oggi come oggi ridotta ai minimi termini con un solo modello, la Ypsilon, riservato esclusivamente al mercato italiano. E’ risaputo che Lancia sia ancora attualmente molto apprezzata dai francesi, benché non più presente da tempo oltralpe.

Inoltre, potrebbe essere tenuta in gran considerazione dall’Amministratore Delegato Carlos Tavares, il quale oltre ad avere dalla sua un’eccellente gestione di PSA (sempre in qualità di CEO) è anche un grande appassionato di automobili. Tavares prova ogni modello, partecipa persino alle competizioni, conosce alla perfezione il mercato auto internazionale e anche la storia dei singoli marchi.

Un compito che passerà alla storia

Insomma, per un leader di un grande Gruppo automobilistico la passione per il prodotto è una “marcia in più non da poco”. Il caso del compianto Ferdinand Piech, un tempo non molto lontano alla guida del Gruppo Volkswagen con tutti i suoi straordinari brand, è eloquente come il successo planetario di una realtà industriale automobilistica sia stato dovuto anche alla passione per l’auto, oltre che alla sua profonda conoscenza.

Carlos Tavares potrà in un certo senso, quindi, diventare per Stellantis quello che Ferdinand Piech era per il Gruppo Volkswagen. E allora anche la gestione non facile dei brand americani in seno a Stellantis (Chrysler in primis e Jeep esclusa), la convivenza tra marchi generalisti, le strategie mirate per i marchi premium e l’utilizzo delle indispensabili sinergie di gruppo saranno compito meno gravoso.

Senza dimenticare che Tavares, complice la presenza significativa di FCA, potrebbe passare alla storia per aver riportato Citroen e Peugeot nel mercato Nord Americano dopo decenni di assenza, in cambio idealmente di tutto il know how che PSA ha in materia di auto ibride da mettere a disposizione delle varie Alfa Romeo, Fiat e Lancia. Il tutto, dovrà passare per il mantenimento di ogni attività produttiva sia negli stabilimenti FCA che in quelli PSA.

Chiara Stella | La redazione

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