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In ricordo di Gianni Marin

Oggi è una giornata triste, tristissima per noi. E’ scomparso, infatti, Gianni Marin, storico giornalista dell’auto dalla cui scuola proveniamo in molti qui a Motorage.

In ricordo di Gianni Marin

Marin non ha bisogno di presentazioni, ma è importante ricordarne la sua storia professionale e i suoi inconfondibili tratti umani.

Gianni Marin diviene uno dei primissimi giornalisti dell’automobile in Italia all’inizio degli Anni 60, in piena epoca del “boom economico” e dell’avvento della motorizzazione di massa.

Ma il suo “colpo da maestro” avviene nel 1972 quando l’editore Edilio Rusconi, gli affida la direzione del mensile Gente Motori e lui riesce a farne in pochissimo tempo un serio concorrente di Quattroruote.

Gente Motori inaugura una nuova filosofia per i magazine motoristici, puntando moltissimo sulle anteprime mondiali. Infatti, Gianni Marin “sguinzaglia” i migliori fotografi esistenti e li manda in tutto il mondo alla ricerca di prototipi.

Fotografi che esauriscono un rullino dopo l’altro nelle condizioni più disparate, dalle gelide località del Polo Nord alle caldissime realtà come la “Valle della Morte”. Estremi opposti di un modo di collaudare le auto molto prima che giungano nelle concessionarie. E gli scoop di Gianni Marin piacciono ai lettori. Gente Motori conquista molto proprio in virtù delle anticipazioni che non sono solo fotografiche ma anche tecniche. Perché Gianni ha tantissime conoscenze nel mondo automobilistico da Enzo Ferrari a Lee Iacocca e queste, anche da una sola frase pronunciata “a microfoni spenti”, spesso diventano una notizia importante.

Sembrerà una frase fatta ma Gianni Marin “è sempre sul pezzo”, tanto nelle anticipazioni sulle auto del futuro (non come oggi che sovente sono le stesse case automobilistiche a passare alle redazioni le foto dei loro prototipi), quanto nel descrivere una vettura nuova fiammante.

Le prove su strada di Marin ti conquistano per il linguaggio semplice, diretto, appassionato. Senza troppi giri di parole quando c’è da muovere qualche critica oggettiva. E lo stesso pretende dai suoi redattori . Pronto sempre a difenderli a spada tratta quando arriva una telefonata e all’altro capo vi è qualcuno che si arrabbia perché a suo dire quel tal giornalista “ci è andato con la mano pesante” nell’analisi di un’auto provata.

Gianni Marin non si accontenta mai (e lo diciamo nell’accezione più positiva del termine). Guarda al futuro e ottiene per Gente Motori un’impostazione grafica modernissima, di “rottura” rispetto ai soliti magazine automobilistici.

Poi si inventa i raid nelle zone più remote del mondo e le case automobilistiche “fanno a gara” per dargli una vettura che resista nelle condizioni più estreme. Memorabili il viaggio a Capo Nord con la Lancia Beta berlina, così come il tour in Cina nel 1982 con la primissima Opel Corsa. Ma ce ne sarebbero moltissimi di altri esempi.

Tra l’altro Marin non solo ha uno stile inconfondibile nei suoi pezzi che fonde il mondo del giornalismo con quello della letteratura, ma è anche bravissimo a guidare. Infatti uno dei suoi tanti amici importanti è stato Sir Stirling Moss che gli ha dato le “giuste dritte” per capire una vettura e portarla al limite.

Da qui nascono anche, sempre con Gente Motori, i vari record sui laghi salati che Gianni in persona conquista al volante di automobili non esattamente di serie (una su tutte l’Alfa 155 Q4 potenziata con cui Marin raggiunge i 300 orari, oggi esposta al Museo Cozzi di Legnano).

E che dire dei “confronti impossibili che lui rende possibili” come quello del 1986 tra la Renault Espace e il treno ad alta velocità francese TGV? Cambiano i tempi e Marin lascia Gente Motori nel 1994, portandosi dietro alcuni fedelissimi tra giornalisti e Art Director e inventandosi Autopiù, un nuovo modo di descrivere l’auto in maniera chiara e sintetica senza perdere d’occhio assolutamente la passione.

Perché a differenza di alcuni suoi colleghi, Gianni Marin è un vero appassionato di auto. Equi qualcuno ricorda ancora negli Anni 90 la sua Lancia Delta Integrale Evoluzione Verde York che lui si divertiva a portare al limite.
Inutile dire che proprio questa passione, associata alla professionalità e al saper valorizzare le proprie risorse umane, Marin riesce con Autopiù ad avere un successo notevole.

In queste ore di grande dolore per la sua scomparsa, ci viene in mente una valanga di ricordi di Gianni. Il suo sguardo deciso e sorridente e la capacità di dirti in faccia le cose come stanno senza troppi giri di parole. Il sigaro fumato alla metà del pomeriggio, le sonore urlate salvo poi darti una pacca sulla spalla e offrirti un caffè. E naturalmenteil suo amore sconfinato per gli Stati Uniti d’America.

In quel dannato 11 settembre eravamo nel suo ufficio, con lo sguardo incollato al suo computer in una diretta internet che trasmetteva tutta la drammaticità del momento. “Da oggi il mondo cambierà in peggio”, ci disse Gianni, abbandonando per una volta il suo adorabile ottimismo.
Ancora una volta ha avuto ragione. Addio, Maestro, che la terra le sia lieve!

Motorage .it | La redazione

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