Dakar 2020: Alonso sfida il dominio Mini
Tre Mini sul podio nella prima tappa della Rally Dakar, in corso in Arabia Saudita. Buono il debutto di Fernando Alonso, 11° con la Toyota dopo aver rimediato a due forature e in rimonta nel finale. Le KTM continuano a spadroneggiare tra le moto.
Molta curiosità ha accompagnato l’inizio della Dakar 2020, la 42esima edizione del rally più famoso al mondo, dal 5 al 17 gennaio in Arabia Saudita.
Quello in corso è il primo interamente disputato in terra saudita. Una prima volta è stata anche quella dell’ex campione di Formula 1, Fernando Alonso.
L’ultima sfida del pilota di Oviedo, dopo una carriera dedicata alle corse su pista (due titoli mondiali con la Renault nel 2005 e nel 2006).
Non è un mistero che negli ultimi anni lo spagnolo abbia voluto abbracciare altre sfide professionali, tra cui anche il rally, in cui ha già maturato una discreta esperienza. Va rimarcata, da ultimo, la vittoria dell’ultima 24 Ore di Le Mans.
Mancava di vederlo nella competizione sullo sterrato. A conti fatti, il debutto nella prima tappa di Gedda, vinta dal lituano Vaidotas Zala sulla Mini, può definirsi positivo.
Arriva infatti un 11° posto, arrivato dopo due forature e un rush finale che gli ha permesso di recuperare 4’ sugli avversari. A dimostrazione che il talento non conosce ostacoli e, se unito alla concentrazione, alla lunga fa la differenza anche in terreni non propriamente nelle proprie corde.
Non è stato semplice
La prima tappa della Dakar 2020 (351 equipaggi al via) ha visto come protagoniste la Mini in grado di monopolizzare il podio tra le auto.
Zala si è imposto alla distanza staccando i veterani Stephane Peterhansel (sette trionfi nella competizione) e Carlos Sainz (campione nel 2010 e nel 2018) rispettivamente di 2’14” e 2’50”.
All’asciutto invece le Toyota Gazoo Racing con Alonso assieme al co-pilota Marc Coma. Non è stata una partenza facile per l’ex ferrarista, scivolato al via al 14° posto.
Lo spagnolo ha però mostrato un buon ritmo riuscendo a recuperare al chilometro 254 e chiudendo a 15’27” dalla vetta.
Segnali da non sottovalutare per la concorrenza in una competizione ancora lunga (si correrà in tutto per circa 8mila chilometri su un terreno prettamente sabbioso). La sfida è ancora lunga.
“Sono molto contento – ha dichiarato Alonso a fine gara – la prima tappa dà sempre delle tensioni extra, si spera che vada tutto per il meglio e alla fine ho avuto una giornata senza troppe complicazioni. La macchina è andata bene e mi sono sentito a mio agio. Insomma quello che volevamo: iniziare con cautela per evitare grossi errori. So di avere qualcos’altro in tasca, ma non era oggi che dovevo mostrarlo. Nella seconda settimana avremo più possibilità, quando le sorti della competizione saranno un po’ più definite. Se avremo la macchina giusta proveremo a osare di più”.
Giornata difficile per altri big
Lo sconfitto nella fase iniziale è apparso il campione in carica Nasser Al-Attiyah (Toyota) e grande favorito di questa edizione.
Il qatariota si deve accontentare del 4° posto al termine di una corsa che lo vedeva in testa con un grande vantaggio (fino a 4’) nei confronti dei rivali diretti. Poi tre forature nel finale che l’hanno costretto a rallentare e a perdere la leadership della corsa.
La tappa di Gedda ha visto anche il primo ritiro. È quello di Romain Dumas, il cui Buggy RD è andato letteralmente in fumo dopo 65 km costringendolo ad alzare bandiera bianca. Succede anche questo nella Dakar.
Dominio KTM tra le moto
Tra le moto continua ancora il dominio dell’australiano Toby Price, campione in carica con la sua KTM che trionfa ormai da 18 anni nella Dakar.
Sua la prima tappa davanti agli inseguitori, Ricky Brabec, sulla Honda (indietro di 2’5”) e all’altra KTM di Matthias Walkner, campione nel 2018 (staccato di 2’40”).
Anche in questo caso si registra il primo forfait: è quello del francese Willy Jobard (Bosuer), costretto a gettare la spugna a causa di un infortunio alla spalla.
Tra i piloti in corsa ci sono anche due italiani: Jacopo Cerutti, 24esimo, e Maurizio Gerini, 29esimo, entrambi in sella alla Husqvarna 450 Rally. Non poteva mancare un pizzico di italianità nella corsa più spericolata che promette ancora di regalare molte sorprese.
Altra tappa, altre carte
Intanto, a piazzarsi davanti alla carovana delle auto c’è Terranova con il partner Graue sula Mini JCW X-Raid, con alle calcagna Sainz (Bahrain JWC) e il risvegliato, atteso Al-Attiyah sulla Toyota Gazoo.
MotorAge.it