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Volvo vuole il 5G e fa accordi in Cina

Volvo e China Unicom hanno suggellato la loro partnership per creare reti 5G in Cina. Un’app permetterà di comunicare in tempo reale con il semaforo e un altro veicolo ottimizzando i flussi di traffico. Ma c’è chi in Occidente teme un possibile spionaggio da Pechino.

5G volvo

Un colosso dell’industria automobilistica e un gigante delle telecomunicazioni insieme per creare reti 5G.

Ufficiale l’accordo tra Volvo Cars e China Unicom per creare la tecnologia di rete mobile di quinta generazione per la comunicazione tra auto e infrastrutture in terra cinese.

Non è un caso che l’intesa sia stata formalizzata nel Paese che per primo ha avviato le sperimentazioni su un tema spinoso, come evidenziano i risvolti politici legati al rapporto con l’Occidente.

Non è un mistero che gli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump in prima fila, sia da sempre contrario alla sperimentazione.

In particolare per il timore di spionaggio, industriale e militare, che comporterebbe l’utilizzo di questa tecnologia ad ampio raggio, per l’elevata connettività e velocità di trasmissione dei dati.

Per inciso, Shangai ha annunciato la realizzazione di 20mila stazioni di base per il 5G da realizzare entro la fine dell’anno.

Chiara dunque l’intenzione di accelerare sull’installazione delle installazioni. Ma andiamo a vedere nel dettaglio di che cosa si tratta.

Verso la guida autonoma e intelligente

Tornando all’accordo tra Volvo e Unicom, le due società hanno concordato di collaborare per quanto riguarda la ricerca, sviluppo e collaudo di applicazioni automobilistiche del 5G e della cosiddetta tecnologia Vehicle to Everything (V2X).

Quest’ultima fa riferimento agli scambi di informazioni tra i veicoli e l’ambiente esterno.

Secondo le aspettative, il 5G dovrebbe consentire il download e l’upload di dati molto più rapidi, una connessione più stabile per un numero maggiore di utenti.

Di conseguenza, diventa possibile sviluppare più applicazioni per le automobili.

Da qui nasce la sperimentazione avviata in Cina. Volvo e Unicom stanno studiando una serie di diverse applicazioni della tecnologia 5G nella comunicazione tra auto e infrastrutture.

All’atto pratico, quando un’auto è a conoscenza di imminenti problemi di traffico come lavori stradali, congestioni o incidenti, può suggerire di rallentare o un percorso diverso.

Inoltre pensiamo anche alla possibilità per le auto di trovare più facilmente i parcheggi aperti con l’aiuto delle telecamere del traffico.

“Con 5G, le prestazioni della rete stanno migliorando – ha affermato Henrik Green, Chief Technology Officer di Volvo Carsper consentire molti più servizi critici in tempo reale che possono aiutare il conducente a essere più sicuro e ad ottenere una guida più fluida e piacevole”.

Speculare la disamina di Liang Baojun, vicepresidente di China Unicom Group: “Il 5G consentirà pienamente lo sviluppo della guida automatica. Migliorerà la sicurezza della guida e porterà una nuova esperienza creando un sistema di servizio collaborativo di “persone, veicoli, strade, rete e cloud”.

L’obiettivo di Volvo è introdurre la connettività 5G come parte dei veicoli della prossima generazione. Quest’ultima basata sull’architettura modulare di veicoli SPA2 (Volvo Scalable Product Architecture di seconda generazione).

La piattaforma è stata introdotta nel 2014 con l’avvento della Volvo XC90.

E l’Occidente (per ora) sta a guardare e urla

Questo non basta però a fermare, come detto, la preoccupazione dell’Occidente.

Per inciso, nel nostro Paese il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica), nella sua relazione di fine 2019 sui rischi cibernetici, ha affermato che le aziende cinesi impegnate nel settore del 5G sono un reale pericolo per la sicurezza nazionale.

A questo grido di allarme si associa anche quello degli Stati Uniti che recentemente ha chiesto all’Unione Europea e ai propri colossi della tecnologia di cautelarsi contro ogni possibile rischio di cyberattacco e di spionaggio da parte di alcune aziende cinesi nel mirino, quali Huawei e ZTE.

Il Congresso sta inoltre preparando anche il bando all’acquisto dei suoi prodotti nel territorio americano.
Mentre si è parlato anche della possibilità per Apple di costruire reti 5G negli Stati Uniti.

In realtà più una provocazione in risposta a Pechino che un’ipotesi realistica. Il colosso di Cupertino non ha infatti programmato ancora alcun investimento.

D’altro canto, la Cina sembra sempre più interessata a trasferire la tecnologia 5G in altri Paesi (ad oggi sarebbero già all’incirca 63).

Insomma, se non è una guerra fredda poco ci manca.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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