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GP Suzuka: dove Ferrari inciampano, Mercedes godono

Tutta la corsa giocata in uno start. Vettel inciampa al via, Leclerc con l’altra Ferrari lo segue a ruota e le Mercedes svolgono il compitino come sanno fare al meglio. Così Valtteri Bottas approfitta dell’indecisione di Vettel al via per aggiudicarsi il GP del Giappone, davanti al pilota della Rossa e al compagno Hamilton. Inoltre, Mercedes AMG gongola con la conquista in anticipo del titolo costruttori. 
GP Suzuka, Giappone, F1 2019

 Alla fine Suzuka si rivela abbastanza amara per le Ferrari, partite favorite dalla prima fila. Di buono c’è che Vettel si tiene almeno la seconda posizione sul podio. Che fino a non molto tempo fa sarebbe stata super acclamata, mentre oggi, con le Ferrari cresciute, appare un mancata vittoria. E paga pegno anche Leclerc, 7° e penalizzato dopo il contatto con Verstappen al primo giro. 

 Poteva essere la domenica perfetta per la Scuderia di Maranello. Invece si è trasformata in un incubo con l’ennesima festa delle Mercedes, 1ma e 3a, e che intanto mettono in bacheca il loro sesto titolo costruttori consecutivo. 

Il primo verdetto del Mondiale F1 è arrivato quindi nel corso di questo GP del Giappone che, complice l’allerta del tifone Hagibis, si è disputato poche ore dopo le qualifiche. 

Queste avevano visto il le monoposto del Cavallino piazzarsi in prima fila, con Sebastian Vettel in pole davanti al compagno di team Charles Leclerc

In gara invece, complice una partenza sciagurata dei due, e in particolare di Vettel, è finita con il trionfo in solitaria di Valtteri Bottas che così rinvia di un poco la festa del collega Lewis Hamilton, prossimo alla riconferma iridata tra i piloti. 

Il finlandese supera subito al via Vettel e rimane in testa fino alla fine davanti al tedesco, il quale quantomeno salva la seconda piazza dall’assalto di Hamilton. Il Re Nero, a quattro gare dal termine, ha a disposizione 64 punti di vantaggio su Bottas. 

In terra nipponica, sulla rabbia della Scuderia Ferrari va a pesare pure la penalizzazione inflitta a Leclerc, retrocesso al 7° posto per il contatto avuto con Max Verstappen subito dopo il via. 

 Un patrimonio dilapidato in un giro. E oltre il danno, c’è la beffa

 Come rovinare tutto in un solo giro. Era già capitato in passato alle Ferrari di dimostrare in qualifica di aver colmato il gap tecnico con le Mercedes, e poi ritrovarsi a non riuscire a contrastare efficacemente i rivali.  

Il momento decisivo della corsa si rivela proprio mentre sta per accedersi il semaforo verde. In questi attimi concitati il poleman Vettel fa un leggero “jump start” ma si ferma subito (per questo episodio sarà successivamente graziato dai commissari). 

Il tedesco riparte ma con un’esitazione, che va a influenzare anche lo scatto di Leclerc. Entrambi vengono quindi superati da Bottas, che in un colpo solo si porta in testa. La sensazione per qualcuno è che la falsa partenza di Seb e l’attimo perso nel riprendersi, abbia portato l’istinto di Leclerc a trattenere il piede dello scatto. Ma le impressioni sono quel che sono…

Il monegasco in Ferrari, con il sangue che ribolle, in curva 1 si va poi a toccare con la Red Bull di Verstappen, il quale va a finire fuori pista. Nell’impatto riporta gran danni pure il ferrarista che si ritrova a seminare in pista pezzetti di monoposto, e con l’alettone anteriore danneggiato deve per forza rientrare ai box per riavere un musetto. 

Leclerc si trova quindi costretto a ripartire in fondo al gruppo, lontano da dove invece poteva essere. In gara, dopo un’estenuante rimonta, non riuscirà ad andare oltre la sesta piazza, ma anche quella cancellata dalla direzione gara. 

A fine corsa gli viene inflitta infatti una penalità di 15”, 5/10 per la collisione con Verstappen (che getta la spugna a causa di una vettura troppo compromessa) e 10” per non essere rientrato subito ai box con l’ala rotta. 

Leclerc viene relegato in settima posizione, alle spalle di Daniel Ricciardo sulla Renault. Al Cavallino comminati inoltre 25mila euro di multa. Per la serie “oltre al danno, la beffa” ma non si può dire a conti fatti che non se la sia cercata. 

  Tanti rimpianti a Maranello

 Per il resto nella gara non si creano molti altri spunti da raccontare. Vettel non riesce di fatto mai a impensierire Bottas, che chiude con 11” di vantaggio. 

L’attenzione nel finale è tutta rivolta sul duello tra il ferrarista e Hamilton che, a dieci giri dalla fine, punta sulla gommatura rossa per andare all’assalto del rivale. 

Seb ha il merito di resistere, dimostrando che il passo di gara del Cavallino a Suzuka era in linea, se non superiore, a quello delle Frecce. A parte già, bisogna anche considerare che sorpassare su questo circuito non è affatto uno scherzo. 

Tra le altre cose da segnalare, l’ottimo 4° posto di Alexander Albon (Red Bull) la sua miglior posizione dal debutto, davanti a Carlos Sainz Jr. (Renault), 5°. A seguire, come detto, Ricciardo, 6°, e Leclerc, 7°. 

Chiudono la top 10 Gasly (Toro Rosso) 8°, Perez (Racing Point) 9° e Nico Hulkenberg (Renault) 10°.  Male le Alfa Romeo, in netta involuzione in questa seconda parte di stagione: Raikkonen 14°, Giovinazzi 16°. 

  Giallo nel giallo: la gara termina un giro prima

 Piccolo giallo però nel finale. Perez finisce a muro ma la sua posizione è stata comunque confermata. Questo perché, a causa di un problema tecnico nel sistema dei conteggi, è stata esposta la bandiera a scacchi con un giro di anticipo. 

In questi casi, come recita l’articolo 43.2 del codice sportivo F1, “Il risultato della gara farà riferimento al giro precedente, l’ultimo in cui il leader ha tagliato il traguardo prima dell’esposizione del segnale”. 

Succede anche questo nel circus. Prossimo appuntamento il 27 ottobre in Messico. 

MotorAge.it – A.S.

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