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Fca: bufera per emissioni e vendite truccate

Fca torna di nuovo nel mirino del governo degli Stati Uniti. Da ultimo, per le emissioni manipolate sui modelli del 2017, per cui dovrà pagare 79 milioni di dollari di multa. Il gruppo ha intanto patteggiato una sanzione di 40 milioni di dollari per aver alterato i dati delle vendite.

Non c’è pace per Fca. La casa italo-statunitense è l’ultima colpita dalle sanzioni voluta dall’ex amministrazione americana guidata da Barack Obama per non aver rispettato i limiti sulle emissioni di gas serra e sui consumi per i modelli del 2017.

Fca, secondo quanto si apprende, avrebbe ricevuto una multa pari a 79 milioni di dollari.

Lo ha comunicato la National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l’agenzia federale per al sicurezza dei trasporti stradali. Questa dovrà essere pagata entro 60 giorni.

Non solo. Il gruppo recentemente è finito nel mirino della Securities and Exchange Commission (Sec), la Consob americana, con l’accusa di avere gonfiato i dati relativi delle vendite.

Per archiviare definitivamente questa controversia la società ha accettato di patteggiare una sanzione di 40 miliardi di dollari.

Il passato non ha insegnato nulla

Torniamo però alle emissioni manipolate. Non è un mistero che le normative in materia siano ancora più stringenti.

Soprattutto dopo lo scandalo Dieselgate che ha coinvolto Volkswagen e ha scoperchiato un vaso di Pandora sulla trasparenza al riguardo da parte delle case automobilistiche. A turno sono rimaste coinvolte anche tutta l’industria tedesca e Nissan.

La stessa Fca aveva già ricevuto una multa per aver superato gli standard sui modelli del 2016. Tuttavia non si tratta del solo caso.

L’agenzia federale statunitense ha infatti annunciato come 13 delle 18 maggiori case automobilistiche abbiano superato i limiti senza utilizzare i crediti ambientali.

Inoltre sarebbero tutti in ritardo per quanto riguarda gli standard sulle vetture del 2018 e 2019, fatto che comporterà inevitabilmente un aggravio delle sanzioni.

A dimostrazione che la lezione del passato non ha insegnato niente e che “errare è umano, ma perseverare è diabolico”.

Oltre al danno, c’è anche la beffa

Se per quanto riguarda questo versante il rischio per Fca è di dover sborsare altri soldi, diversa è la faccenda per quanto concerne la falsificazione dei dati di vendita diffusi nel quinquennio dal 2012 al 2016.

L’indagine era partita nel 2016 in seguito alle rivelazioni di alcuni dirigenti di due concessionarie con sede negli Stati Uniti.

Queste avevano intentato una causa contro la casa madre, accusandola di averli costretti a gonfiare i report delle vendite mensili per diversi mesi.

Si è così venuto a scoprire che in cinque anni Fca aveva diffuso ripetutamente numeri maggiori di quelli reali, un’operazione che ha coinvolto l’intera rete di vendita statunitense cosicché alle concessionarie venivano riconosciuti premi di vendita fittizi per convincerle a dichiarare dati non veritieri.

La Sec ha anche scoperto che Fca manteneva un database contenente i reali dati di vendita, liberamente accessibile a tutti gli addetti alle vendite del Nord America.

Questi dati venivano poi utilizzati e diffusi nei mesi successivi, quando le concessionarie non raggiungevano i target prefissi, spacciandoli come dati aggiornati e relativi al mese appena trascorso.

Insomma, una faccenda dai contorni oscuri da cui Fca ha accettato di uscire pagando una multa da 40 milioni di dollari.

Recentemente l’azienda ha dichiarato di “cessare e desistere dal commettere o causare violazioni future”.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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