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Alcol Interlock: il blocco alla guida per ubriachi

 L’alcol è tra le maggiori cause di incidenti (e morti) sulle strade, dopo la velocità eccessiva e quasi in linea con l’uso degli smartphone. Enti e Associazioni, come di costume, lanciano accuse spietate a questo e quello, spingendo a ogni prevenzione. Contro chi si mette alla guida dopo aver bevuto alcolici chiedono fortissimamente allo Stato l’introduzione obbligata dell’Alcol Interlock. Questione di prevenzione. L’auto potrà diventare “il Gendarme” preventivo del Codice della Strada?
cocktail, alcol alla guida

 Guida sotto l’effetto di alcol o sostanze alcoliche. E’ costantemente una delle principali cause di incidenti e di morte sulle strade italiane, europee, e di quasi tutto il globo terrestre. 

Difficile stilare dei numeri precisissimi. Diciamo che secondo i dati di Carabinieri e Polizia Stradale, in Italia per il 2018 risulta un totale di 58.658 incidenti. Di questi sono stati almeno 5.097 quelli in cui uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza, e 1.882 quelli sotto l’effetto di stupefacenti. Numeri comunque in aumento rispetto al 2017 (7,8% e 2,9%). 

Visto che come spesso accade tutto si muove per fasi emergenziali e ricerca di consensi, ecco rispuntare fuori la tecnologia che può impedire a chi ha bevuto di non guidare. 

Si chiama “alcol interlock”, ed è un dispositivo che sottopone il guidatore ad un alcol test, il quale se dovesse risultare positivo, impedirebbe alla vettura di mettersi in moto. 

Ora il Codacons chiede al Ministero dei Trasporti che renda obbligatorio tale dispositivo, giocando anche la carta della moralità verso lo Stato. Il quale dovrebbe ritenersi responsabile se le persone continueranno a morire sulle strade per colpa dell’alcol. 

 L’Europa punta all’auto gendarme

Tutto sembra andare a ruota con la battaglia che sostiene l’Etsc, European Transport Safety Council, nato nel 1993 per monitorare la sicurezza sulle strade europee. 

L’Alcol Interlock è stato annunciato per i guidatori ubriachi recidivi e per gli autobus. Paesi quali Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia e Svezia lo vogliono considerare come una possibilità di ravvedimento per chi è stato sorpreso ubriaco alla guida, intraprendendo un percorso di riabilitazione installandolo sulla propria auto. Per l’Etsc questi dispositivi dovrebbero essere estesi a tutta l’Unione Europea per combattere l’abuso di alcol al volante. 

Ma l’auto, oltre che diventare a guida autonoma, si deve trasformare pure in gendarme? A dare man forte in questo senso sono gli ottimi risultati ottenuti in Estonia, dove hanno riscontrato con dispositivi come l’alcol interlock una significativa diminuzione del numero di decessi su strada. Un Paese di forti bevitori per tradizione ha visto gli incidenti dovuti alla guida in stato di ebbrezza diminuire di ben il 90%. Con tanto di drastico abbassamento della percentuale di alcol nel sangue consentita per legge. 

 In Italia si aspetta il nuovo Codice della Strada

 L’ente chiese già che nel 2018 la Commissione Europea approvasse un’interfaccia standard per le auto di nuova costruzione, e ora torna alla carica. Molte flotte in Europa stanno utilizzando questa tipologia di dispositivi. 

In Italia il vento tira nella stessa direzione. Lo si è ben inteso anche all’evento #FORUMAutoMotive che a Milano ha lanciato “l’allarme sicurezza stradale” tra i (soliti) ritardi della politica. Il Prefetto Roberto Sgalla, già Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato e altre personalità istituzionali fanno “pressing” per il varo del nuovo Codice della Strada. Perché in effetti, nonostante ritocchi e aggiornamenti, il nostro CdS non è più adeguato ai tempi e alle caratteristiche della attuale mobilità. 

MotorAge.it – Fabrizio Romano

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