MotorAge New Generation

Ferrari SF90: la tecnica in dettaglio

Tante e significative le innovazioni della nuova monoposto Ferrari di Formula 1 rispetto alla vettura dell’anno scorso. Anche se il podio si fa attendere.

Grande delusione

Rosse in difficoltà in questa prima gara del GP 2019.  Sebastian Vettel ha chiuso 4°, penalizzato da una seconda parte di gara su gomma media in cui la sua SF90 è andata troppo piano.  Però sono state acquisite una gran quantità di informazioni per identificare le aree sulle quali lavorare. Intanto cerchiamo di capire come è fatta la Ferrari SF90 e quali sono le differenze rispetto alla monoposto dell’anno scorso.

Completamente inedita 

Anche se a prima vista potrebbe sembrare simile alla SF71H dell’anno scorso, la nuova Ferrari SF90 è una vettura nuova al 100%. Analizzandola per bene, confrontando i due modelli si nota come la SF90 abbia il passo allungato. Questo è dovuto alla maggior capienza del serbatoio della benzina che, secondo regolamento, nella stagione 2019 può stivare 110 kg di carburante invece dei precedenti 105.

L’aerodinamica è completamente differente, perché nel definire la SF90 i tecnici della Scuderia Ferrari hanno dovuto rispettare le nuove restrizioni del regolamento. In pratica, a un occhio attento non sfuggirà che l’ala anteriore appare semplificata e contemporaneamente allargata. Tutto questo è finalizzato a ridurre ai minimi termini le criticità in fase di sorpasso che potremmo definire con un po’ di fantasia “interferenze aerodinamiche”.

Cinque i profili orizzontali, mentre gli elementi verticali che alloggiavano alle estremità dell’ala sono stati eliminati. Infatti, nelle ultime stagioni erano diventati assai complessi e numerosi e, allo stato attuale dei fatti, non hanno più ragion d’essere. Semplificate anche le endplates (bandelle verticali), portandone il livello di realizzazione assai lontano rispetto alle esasperazioni degli anni scorsi. 

Elementi in stile aeronautico 

Da parecchi anni vi sono alcune similitudini tra le monoposto di Formula 1 e gli aerei, anche se per ragioni diametralmente opposte. Un esempio è che la Ferrari SF90 adotta una serie di flap sagomati situati sulla zona esterna dell’ala anteriore. Così, viene favorito il flusso d’aria a scorrere all’esterno del pneumatico. Invece per il muso le differenze nei confronti della SF71H sono meno marcate. In pratica gli elementi inediti sono i piloni di sostegno dell’ala anteriore prolungati. Nuovo anche il lungo supporto solcato da tre soffiaggi, indispensabili per aumentare la portata d’aria che si incunea sotto la scocca e ottimizzare la resa dell’S-duct.

Come imposto dal regolamento, le appendici laterali situate tra la sospensione e la fiancata hanno subìto una notevole riduzione, scendendo dai precedenti 475 mm agli attuali 350 mm. I “bargeboards” hanno un disegno simile a quello dell’anno scorso e “ripuliscono” la scia generata dalla ruota anteriore in movimento, inviando flussi ottimizzati verso il retrotreno (diffusore compreso). 

Inoltre, come accadeva sulle due monoposto precedenti, anche la Ferrari SF90 mostra prese d’aria strette e alte, ad andamento orizzontale e collocate nella zona alta dei pontoni laterali. Un layout che ha fatto scuola, ricalcato dalla stragrande maggioranza dei team poiché in grado di ridurre sensibilmente la resistenza all’avanzamento. Sempre riguardo le prese d’aria, esse sono suddivise in più condotti ciascuno dei quali assolve una specifica funzione.

Retrotreno rivoluzionato 

Allo scopo di ottimizzare l’aerodinamica della vettura il cofano motore della Ferrari SF90 di Formula 1 è decisamente più stretto rispetto a quello della monoposto precedente. Ancor più evidente di prima la rastremazione, resa possibile anche dal cambio completamente rinnovato, molto più stretto rispetto a quello della SF71H. Inoltre, sull’asse posteriore spicca la nuova ala che, secondo regolamento, deve essere più alta di 70 mm (870 in luogo dei precedenti 800) e più larga (1.050 mm rispetto ai precedenti 950).

Sempre secondo le nuove norme, le suddette appendici si differenziano rispetto a quelle dell’anno scorso perché prive di tagli orizzontali, a fronte di un incremento delle “frange”. La Power Unit, denominata 064, vede un’efficienza migliorata, sia dal punto di vista termico che meccanico, senza dimenticare la fluidodinamica e il sistema di recupero di energia. Quest’anno, la massima affidabilità possibile a livello dei propulsori riveste un ruolo ancor più importante. Infatti, per le gare ciascun pilota avrà a disposizione non più di tre motori nell’arco di tutta la stagione. 

Motorage.it – La redazione 

Exit mobile version