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MotoGP Malesia: Rossi scivola, Marquez ringrazia

Rossi a spinta

  La vittoria continua a essere un tabù per Valentino Rossi. Nel GP della Malesia il Dottore conduce la gara per larghi tratti, poi cade a quattro giri dalla fine e regala la vittoria a Marquez. A podio Rins e Zarco. Valentino si “consola” con il successo di Bagnaia, pilota della sua Academy, neo campione del mondo in Moto2. 

 

Il sigillo su una stagione pressoché perfetta è arrivato in Malesia. Il neocampione del mondo Marc Marquez conquista la nona vittoria stagionale nel GP della Malesia. Il successo permette inoltre alla Honda di portare a casa anche il titolo costruttori.

C’è però grande rammarico in casa Yamaha, che ha a lungo sognato il bis dopo il successo di Vinales a Phillip Island. L’illusione, a Sepang, gliel’ha regalata il suo pilota di punta, Valentino Rossi.

In testa dalla prima curva, il Dottore cade a quattro giri dalla fine dando via libera al Cabroncito e rinviando ancora l’appuntamento con la prima vittoria stagionale.

Per evitare di chiudere a “zero” (come non gli capita dal biennio in Ducati) avrà ancora un’occasione, il 18 novembre a Valencia, gran finale del Mondiale MotoGP. Completano il podio la Suzuki di Alex Rins e la Yamaha Tech 3 di Johann Zarco.

 Piccoli Valentino crescono.

L’unico sorriso per Valentino arriva dalla sua Academy, lo Sky Racing Team VR46. Autore dell’impresa è Francesco Bagnaia, che in Malesia si è laureato campione del mondo nella classe Moto2.

L’anno prossimo lo vedremo impegnato nella categoria regina, insieme al suo mentore. Valentino, a caldo, dopo la gara, ha affermato: “Se avessi vinto anch’io, sarebbe stato il giorno più bello della mia vita”.

Vedremo che cosa sarà capace di offrire. L’auspicio di molti italiani è che sappia ripercorrere in parte le gesta del connazionale, sebbene l’impresa si preannunci in salita vista la stretta attualità del presente.

 Rossi, che peccato.

Quella vede il Dottore ancora masticare amaro per una vittoria che stavolta era davvero vicina. Ma, come recita la classica legge di Murphy, “se qualcosa può andare male, andrà male”.

L’avrebbe senz’altro meritata per aver condotto la gara fino quasi al traguardo. Poi, il finale gli dice ancora una volta male. Forse la pressione di avere Marquez vicino, forse la sindrome del braccino.

Sta di fatto che il successo gli manca ormai da più di 16 mesi, dal GP di Assen. Un’eternità per un pilota abituato ad ambire a grandi traguardi ma che sembra ormai relegato a un triste presente.

 Ducati sconfitta su tutta la linea.

Gioisce quindi Marquez, anche in una domenica che si preannunciava in salita. Retrocesso di sei posizioni nonostante la pole conquistata (causa l’aver ostacolato Iannone in qualifica), il Cabroncito non si è perso d’animo.

Il neo campione iridato ha certificato, se ce ne fosse ancora bisogno, la differenza che lo separa dai suoi rivali. Prime tra tutti, le Ducati, in difficoltà a Sepang e costrette ad alzare bandiera bianca anche per l’unico obiettivo stagionale rimasto.

Il titolo costruttori prende la scia della Honda. Mentre a Borgo Panigale devono ingurgitare il calice amaro di una sconfitta su tutta la linea in un’annata deludente rispetto alle aspettative. Probabilmente il 2017 aveva illuso molti. Anche per il prossimo anno chi vorrà il titolo dovrà prima di tutto passare da Marquez.

 Come rovinare tutto sul più bello.

Al via Rossi brucia il poleman Zarco e si mette a dettare il passo. L’indiavolato Marquez recupera subito posizioni e si porta al 3° posto.

Dietro si forma il classico trenino da cui si sgancia Iannone, che finisce a terra dopo un solo giro. In quarta posizione Pedrosa, seguito da Rins, Dovizioso, Vinales e Miller. Marquez intanto scavalca Zarco e si lancia all’inseguimento di Valentino, che comunque tiene botta.

Il Dottore continua a martellare ottimi tempi, amministrando un vantaggio di un secondo sul rivale. Faticano invece le Ducati su una pista, che l’anno scorso aveva permesso di coltivare l’utopia Mondiale. Quest’anno è tutta un’altra storia, e la differenza si sente eccome.

Lo status quo dura fino alla staccata del 17° giro, quando la gomma anteriore della moto di Rossi perde aderenza e il pilota scivola verso l’esterno. Un pacco dono pronto per essere scartato da Marquez che balza al comando. Della caduta del Dottore ne approfittano poi un po’ tutti. Zarco si porta alle spalle dello spagnolo mentre Rins irrompe in zona podio.

 Delusioni e sorprese.

A quel punto per Marquez è un gioco da ragazzi volare verso la bandiera a scacchi. Le emozioni non sono però ancora finite perché all’ultimo giro Rins scavalca Zarco e si prende la posizione d’onore.

Quarto Vinales, in ombra dopo il successo australiano. Gara da dimenticare per le Ducati con Dovizioso soltanto 6° dietro a Pedrosa, e con Michele Pirro costretto al ritiro.

Il Dovi consolida almeno il 2° posto in campionato, complice anche la caduta di Rossi. In top 10 ci finiscono anche, nell’ordine, Bautista (7°), Miller, Petrucci e l’idolo di casa, il malese Hafizh Syahrin, a bordo dell’altra Tech 3.

Lo sguardo volge ora al gran galà di Valencia, ultimo appuntamento della stagione prima del meritato rompete le righe.

  Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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