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Ford Mustang Bullit: cavalli di gran razza

Test della Mustang Bullit da 460 cavalli. Ecco come si comporta l’edizione speciale della supercar Ford, di cui solo 68 esemplari sono destinati all’Italia.

Il cinquantenario di un film

La nuova Ford Mustang Bullit nasce con l’intento di celebrare i cinquant’anni del film Bullit, il cui protagonista fu l’indimenticabile Steve McQueen. Al lungometraggio avevano preso parte anche due splendidi esemplari di Mustang Fastback GT390, modello al quale l’ultima nata oggetto della nostra prova su strada si ispira nettamente. Infatti, la Mustang Bullit sfoggia la carrozzeria color Dark Highland Green, una tinta molto simile a quella della Fastback GT390 in scena nel film del 1968. E il verde è un po’ il filo conduttore estetico della vettura, in quanto lo ritroviamo all’interno per le cuciture dei sedili Recaro, e per gli elementi digitali.

Motore 5.0 V8

Un propulsore più americano di così non si poteva scegliere per la Ford Mustang Bullit. Infatti, il V8 è tipico di moltissimi modelli d’oltreoceano e in questa configurazione è un 5 litri da 460 CV. Come abbiamo potuto sperimentare, il V8 ha un allungo strepitoso, spinge forte a ogni regime ed ha quella sonorità inconfondibile in stile yankee che riconosceresti da parecchia distanza.

A differenza di altre unità analoghe, il V8 Ford “non si fa certo pregare” nel raggiungere gli alti regimi, pur conservando un’elasticità di marcia ai medio bassi tipica dei plurifrazionati americani. Quanto alla trasmissione, l’unica scelta è un bel cambio manuale a 6 marce, molto ben rapportato, dalla corsa breve degli innesti e che impone una certa decisione nei passaggi di marcia più veloci.

Peccato che il pedale della frizione sia un po’ duro da azionare, ma è il tributo che si deve dare a un sistema che sostiene alla grande 529 Nm di coppia. Coppia talmente ben distribuita che ti ritrovi a riprendere velocemente in quinta o in sesta dai bassi regimi, senza che il poderoso V8 sotto quel lungo cofano la davanti faccia un plissé. Forse qualcuno si chiederà il perché non vi sia un cambio automatico opzionale, ma la risposta è che la Mustang Bullit è dedicata a guidatori sportivi “vecchio stile”, gli stessi che adoravano quel carattere un po’ selvaggio della Mustang Fastback GT390.

Assetto sorprendente

Dimenticatevi i pregiudizi che vogliono le sportive americane con assetti morbidi, tanto rollio e beccheggio e poco mordente nelle curve. Perché la Ford Mustang Bullit è l’esatto contrario. Infatti si comporta come le migliori supercar europee. Merito di un assetto piatto, preciso e che in pista ti fa percorrere le curve al limite con la strumentazione di prova che segna valori di 1g nell’accelerazione laterale.

Naturalmente anche in questo caso vi sono i controlli elettronici di trazione e stabilità, ma se in circuito volete vedere l’asfalto dal finestrino con le ruote fumanti, potete sempre escluderli. A patto che siate ottimi “domatori”, padroneggiando con estrema maestria l’arte del controsterzo. Perché idealmente la Mustang “compie un’intraversata lunga oltre 50 anni”.

Motorage.it – La redazione

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