MotorAge New Generation

Zanardi: l’uomo che non smette di sognare

La favola di chi ha saputo risorgere, dopo aver rischiato la morte. Il 5° posto in gara 2 a Misano, nel campionato DTM, ottenuto senza protesi, è l’ultima impresa di Alex Zanardi, che ora punta alla 24 Ore di Daytona.

Nietzsche, in “Così parlo’ Zarathustra”, affermava di apprezzare gli uomini che non sanno vivere se non tramontando. 

Questo aforisma trova la sua spiegazione in Alex Zanardi, uno a cui la vita ha tolto tanto ma che lo ha restituito ancora più forte.

L’ex F1 recentemente ha portato a termine la sua ennesima impresa sportiva con il 5° posto a Misano, cui ha partecipato come wild card a bordo della BMW, nella gara valevole per il campionato DTM.

Un traguardo sensazionale, ottenuto senza ricorrere alle protesi che lo hanno accompagnato negli ultimi anni in cui ha abbracciato numerose sfide professionali, soprattutto nel paraciclismo.

Il pilota bolognese però non si accontenta e guarda già oltre. L’obiettivo è la 24 Ore di Daytona, in programma a gennaio, che lo potrebbe vedere di nuovo protagonista.

 Morire e poi rinascere.

Parlando di Zanardi, a molti viene subito in mente il drammatico incidente del 2001, a Lausitzring, in Germania. Quando la sua Reynard, che militava nel campionato Champ Car, finì in testacoda e venne colpita violentemente all’altezza delle gambe.

La vettura nell’impatto venne spezzata in due e Zanardi si salvò per miracolo, costretto a subire l’amputazione di entrambi gli arti.

Ma è in questi momenti che si deve avere la forza di reagire ed andare avanti. E in questo Alex ha dimostrato di avere molto da insegnare.

Vedere per credere anche le performance offerte nelle ultime due edizioni dei Giochi paralimpici, nel 2012 a Londra e nel 2016 a Rio de Janeiro.

Il palmares parla chiaro: quattro medaglie d’oro e due d’argento nella categoria handbike, in cui ha gareggiato in diverse discipline (cronometro, in linea e staffetta mista).

 Il primo amore non si scorda mai.

Ma le quattro ruote sono il primo amore. Ed è per questo che Zanardi ha lavorato duramente, per tornare a essere competitivo. O forse, più semplicemente, per continuare a fare quello che gli piace.

Se gli si chiede quale sia stato l’aspetto che più gli è piaciuto del DTM, la risposta è: “Il tempo trascorso con tutte le persone che mi hanno aiutato a rendere possibile il weekend a Misano. Sono stato accolto molto bene dalla famiglia DTM. Per quanto riguarda la mia famiglia BMW, e in particolare il mio team, mi hanno dato la sensazione di essere pienamente soddisfatti del lavoro svolto e di essere esattamente l’uomo che volevano avere nella loro auto. L’obiettivo non era vincere la gara, si trattava di sfruttare al meglio la mia opportunità e ottenere il massimo dalla macchina. Tutti i membri del team si sono identificati in questo obiettivo, la loro dedizione e il loro impegno non hanno prezzo per me”.

Un azzardo calcolato.

La gara di Misano è stata segnata dalla decisione di correre per la prima volta senza la protesi. Una decisione motivata da acquisire più resistenza e migliorare le proprie prestazioni.

Gli ingegneri hanno dovuto progettare un sistema nuovo che consentisse di comandare il freno con una mano.

Per molti un azzardo, ma alla riprova dei fatti ha avuto ragione lui con un 5° posto che, usando le sue parole, “vale come una medaglia d’oro”.

Poi ha aggiunto: “Credo di essere stato coinvolto in una serie di storie romantiche nella mia vita, che alla fine hanno avuto il lieto fine in cui la gente sperava. Fisicamente, ho fatto cose che forse la gente non credeva fossi in grado di fare. È straordinario sapere che così tante persone si identificano con quello che faccio. Mi rende incredibilmente orgoglioso”.

 E ora si guarda a Daytona.

Ma, come si suol dire, domani è un altro giorno. Nell’orizzonte futuro di Zanardi c’è la 24 Ore di Daytona.

“Credo che se dovessi affrontare la sfida di guidare 24 ore di fila, con questo sistema potrei farlo da un punto di vista puramente fisico. Grazie a tutti coloro che hanno mostrato il loro entusiasmo e il desiderio di aiutarmi a diventare un pilota da corsa migliore. Non vedo l’ora di continuare i preparativi per Daytona”.

Comunque vada, sarà l’ennesima bella favola di un uomo, prima che un atleta, che non finisce mai di stupire.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

Exit mobile version