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Morti in incidenti stradali: le soluzioni

Nel 2017 quasi 4 mila persone hanno perso la vita in incidenti stradali. Quasi 300 al giorno e quasi tutti sono dovuti a spostamenti per motivi di lavoro.

Quasi 300 al giorno

I decessi per incidenti stradali, si sa, sono un argomento delicato che tocca da vicino ognuno di noi anche solo indirettamente. Ci sono i numeri a confermarlo. Lo scorso anno in Italia ben 3.378 persone hanno perso la vita in 174.933 sinistri. Facendo una rapida stima, quasi 300 al giorno e quasi tutti sono dovuti a spostamenti per motivi di lavoro. Non proprio pochini. Oltre al valore umano della perdita per i famigliari, ne deriva anche un aggravio dei costi per la collettività. Si parla di un un costo pari a quasi 20 miliardi di euro.

E allora sopraggiunge la necessità di studiare soluzioni per arginare quello che è diventato un vero e proprio allarme socio-economico. Ricorrendo, all’occorrenza, anche alla leva fiscale come strumento per incentivare una mobilità più efficiente attraverso la ricerca. Per intenderci, più investimenti sui propulsori a basso impatto ambientale e politiche attive di prevenzione per migliorare i comportamenti alla guida.

I numeri non mentono

Questo almeno è quanto è emerso durante l’ultimo workshop “Fisco, Ambiente, Sicurezza e Salute” a Milano, organizzato dall’Automobile Club d’Italia. Nel corso del seminario sono intervenuti anche esponenti della Regione Lombardia, Regione Liguria, Istat, Eni e dell’università “La Sapienza” di Roma. Ognuno ha voluto dire la sua su un argomento diventato d’attualità, guardando alle stime ufficiali.

Nel 2017 si sono verificati 174.933 incidenti stradali (per una media giornaliera di 14.577,75), che hanno portato a 3.378 persone. Il tema della sicurezza stradale riguarda da vicino anche il lavoro. A dimostrazione di ciò, 322 incidenti mortali si sono verificati nel tragitto verso i propri uffici o stabilimenti. I conseguenti costi sociali sono stati complessivamente pari a 19,3 miliardi di euro, una cifra corrispondente a oltre l’1,1% del Pil.

“La sicurezza della circolazione e la tutela della salute dipendono dalle infrastrutture, dai dispositivi di sicurezza del veicolo, dall’efficienza dei motori e dei combustibili”. Lo ha dichiarato Salvatore Moretto, direttore del servizio gestione tasse automobilistiche Aci, aggiungendo: “oggi 9 incidenti su 10 sono causati dal comportamento scorretto del conducente”.

Soluzioni efficienti e a basso consumo

Ragionando sulle possibili soluzioni, le idee sul tavolo sono diverse. Innanzitutto una sinergia tra pubblico e privato che contempli il ricorso al car sharing e l’utilizzo di carburanti alternativi. Lo ha detto Giuseppe Ricci, Chief refining e Marketing officer di Eni. “Il ricambio veicolare pubblico e privato porterebbe ad una riduzione delle emissioni inquinanti, grazie all’impiego di mezzi più efficienti e alimentati con carburanti a minor impatto carbonico”.

Anche il mondo accademico è pronto a dare il suo contributo. Secondo Alessandro Corsini, docente di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente alla Sapienza: “è possibile pensare a un futuro dove le automobili saranno alimentate con olio di palma e di girasole. Non esistono barriere tecnologiche per auto più sicure e pulite: i sensori sui veicoli consentono già oggi di riconoscere un potenziale guasto con 15 minuti di anticipo”. Sulle potenzialità della leva fiscale, si è invece espressa Lucia Marsella, responsabile dell’Unità Organizzativa per la Tutela delle Entrate della Regione Lombardia.

Il Pirellone in tal senso ha recentemente aggiornato il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria con “misure incentivanti per la sostituzione delle auto più inquinanti”. Inoltre è stato “realizzato l’archivio fiscale dei veicoli, basato sui dati del PRA ed alimentato da tutte le pubbliche amministrazioni. A breve è prevista inoltre anche “l’integrazione di questa piattaforma con i dati sanitari e quelli in possesso dell’Agenzia delle Entrate per contrastare ancora più efficacemente l’evasione fiscale”.

Andrea Sicuro – Motorage.it

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