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Jeep Renegade 1.0 T3 Limited: Downsizing intelligente

Impressioni di guida. Diminuire cilindri e cubatura e ottenere migliori prestazioni e minori consumi. Questa la “ricetta” del nuovo propulsore che equipaggia il Renegade restyling.

Un tre cilindri sorprendente

Quando gli italiani si mettono a progettare un motore, non sono secondi a nessuno in bravura ed esperienza. Così è avvenuto anche per il FireFly 3 cilindri 1.0 che equipaggia il Jeep Renegade (e la Fiat 500 X), nato sotto la regia dell’Ingegner Maria Grazia Lisbona, Responsabile Powertrain Engineering FCA della regione Emea. Nel dettaglio, si tratta di un 3 cilindri in linea a iniezione diretta di benzina, con basamento e testata in alluminio, sistema MultiAir e sovralimentazione mediante un turbocompressore.

La potenza massima è di 120 CV a 5.750 giri/min., mentre il picco di coppia è pari a 190 Nm a 1.750 giri/min. Conseguentemente, grazie anche al peso a vuoto tutto sommato contenuto (1.395 kg), il Renegade 1.0 accelera da 0 a 100 km/h in 11”2/10, a fronte della velocità massima di 185 km/h.

Prestazioni di tutto rispetto, quindi, accompagnate da un funzionamento rotondo e privo della benché minima vibrazione che pur ci si attenderebbe da un 3 in linea. Inoltre, la spinta è notevole e costante a ogni regime e quando occorrono le massime accelerazioni e riprese il motore non si fa certo “pregare”, raggiungendo in ben poco tempo il regime di potenza massima. Da notare che il 1.0 T3 è bene assecondato dal cambio manuale, ben rapportato e dagli innesti dolci e precisi.

Comportamento dinamico rassicurante

Dotato della convenzionale trazione anteriore, il Jeep Renegade conferma tutte le sue doti stradali che lo contraddistinguono fin dalla nascita. Più in dettaglio, il comportamento è prevedibile, tendenzialmente sottosterzante ma senza eccessi e il baricentro piuttosto alto non da adito a nessun problema in curva, senza quella tendenza al “doppio appoggio” che contraddistingue alcuni concorrenti.

Un ottimo compromesso riguarda lo sterzo, né troppo diretto da mettere in difficoltà (sarebbe fuori luogo su una vettura del genere) né demoltiplicato da rendere la guida noiosa. Guida che, riguardo l’esemplare in prova con le ruote da 19”, diviene piacevolmente reattiva. Sempre ampiamente nei limiti di una facilità notevole. Infine, l’ESP (non disinseribile) veglia sempre con discrezione sul comportamento della vettura. E interviene solamente quando il guidatore compie errori macroscopici. Oppure per ridurre il sottosterzo se si esagera con l’acceleratore nelle curve. In pratica la sua azione si limita a queste due situazioni, poiché il sovrasterzo da brusco rilascio nelle curve è completamente assente.

Alta qualità globale

Il Jeep Renegade ha un alto indice di gradimento non solo in Italia, poiché piacciono diversi suoi atout che vanno dall’alta qualità di realizzazione alla scelta dei materiali. Dal look originale al limite del provocatorio a quella sensazione di robustezza tipicamente Jeep. Col tempo e lo scorrere dei chilometri diventa una certezza. Un successo destinato ad aumentare, proprio grazie alle nuove motorizzazioni che, oltre al 1.0 T3 oggetto della prova, vede protagonista anche il 1.3 T4 erogante 150 CV di cui tratteremo prossimamente.

Gian Marco Barzan

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