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Transsylvania Trophy: Ultimate Adventure

  E’ stata dura, anzi durissima e virtuosa questa puntata del Transsylvania Trophy 2018. Prima di arrivare ai vincitori delle classi Adventure e Trophy, c’è un’avvincente Adventure challenge offroad da raccontare. Passaggi incredibili che si sono insinuati nella terra di Dracula. Vi raccontiamo, dalla nostra esperienza personale, come è andata. Perché noi c’eravamo.

Trial, fango e rockcrawling: dopo sei giorni di offroad nella misteriosa “terra di Dracula” il Transsylvania Trophy ha eletto i suoi guerriere 2018. Uno dei più blasonati challenge 4×4 dell’est Europa, ha incoronato i suoi vincitori.

 Offroader di mezzo Mondo nelle Terre di Dracula.

Lo scenario di questa sfida di fuoristrada estremo, organizzata da Sorin Parvulescu e da ACS Transsylvania Off Road, ha puntato sui dintorni del villaggio di Hunedoara. Una regione storica della Transilvania.

Qui, dal 17 al 23 Giugno, una quarantina di team provenienti da mezza Europa e non solo (Romania, Ungheria, Austria, Italia, Francia, Portogallo, Olanda, Danimarca, Belgio, Germania, Svezia e Israele) si sono dati battaglia. Una gran fatica su un tracciato con oltre 600 km di prove speciali, sempre a road book. Gli esperti offroaders sanno di cosa si parla.

Formalità e briefing al campo base Casiana, a Ciulpaz (Hunedoara). Il challenge ha dunque preso da qui il via con il prologo che ha decretato l’ordine di partenza della prima giornata. Da Toma/Willem Eek (Adventure) e Pestean/Suciu (Trophy) i migliori tempi, rispettivamente 5h44’02 e 2h56’47”. Una bella differenza, però. Fin troppa in questa frazione d’apertura.   

 Pioggia = fango. Fango = guai.

La pioggia torrenziale ha poi fatto da “jolly” nella seconda tappa di questo Transsylvania Trophy. Per il team romeno/olandese #201 (soddisfazione da raccontare) il best lap, con 4h56’02”. Fra gli schieramenti della classe Trophy i vincitori di giornata sono stati Krota & Prodan, al  photo finish in poco meno di 3 ore, con un importante vantaggio di oltre mezz’ora sui romeni col Proto #119.

Ma gli organizzatori (chissà perché) hanno voluto inserire pure una prova speciale su circuito. Per la terza manche del TT2018.

Gli austriaci dell’equipaggio #103, Christian Wulz e Marcel Koban hanno primeggiato nella classe Trophy con 32 minuti. Ma le sorprese non mancano. Dalle fila della classe Adventure, gli svedesi Kristian Larsson e Olof Lagerqvist (su una Land Rover Defender) hanno incredibilmente fatto addirittura meglio. Al traguardo sono arrivati in 31’20”. Un fuoristrada quasi di serie, meglio dei Proto.

  I più duri vanno all’attacco.

Nelle ultime due PS i team più agguerriti si sono portati all’attacco più che mai per raggiungere il podio, e magari la vittoria.

In classe Trophy, ancora il duo Krota/Prodan a ripetersi nella SS4. Il miglior crono della SS5 lo ha segnato il Proto #103 di Wulz e Koban, “inseguito” a ruota da un nutrito gruppo di team, al finish uno dietro l’altro in un manciata di secondi.

Tutt’altra cosa nell’Adventure per il Patrol #201 di Dorin Toma. Il best lap in 3h43’49 ha distanziato di oltre 30 minuti l’altro Patrol, dei romeni Cornea/Sze.

Schierati nella categoria Trophy anche due team con co-driver italiani. Sono Maurilio Zani, navigatore di Marian Andreev, su Jeep, e Thomas Tonicello, seduto alla destra di Pedro Pinto, su Pink Panther. Per loro il Transsylvania Trophy si è concluso con un 6° e 11° piazzamento nella classifica generale.

Una buona consolazione, dopo aver superato passaggi insidiosissimi fra rocce e tratti di fanghiglia quasi impraticabile.

  Alla resa dei conti.

Alla fine, a conquistare il vertice assoluto nella categoria Adventure sono stati il pilota romeno Dorin Toma e il navigatore olandese Jan Willem Eek, su un performante Nissan Patrol. Al traguardo ci sono arrivati in poco più di 20 ore di lotta estenuante. L’equipaggio ungherese #110 con Gordan Krota e Robert Prodan (Proto) hanno invece conquistato la classe Trophy.

Le premiazioni finali con foto di rito si sono trasformate davvero in una grande festa. Gli sponsor (fra cui Banca Transilvania e Triax Premium Lubricants) avranno certo gradito.

Del resto quest’avvincente competizione motoristica negli ultimi anni si è rivelata una delle più interessanti del panorama europeo. Certo per i passaggi virtuosi, spettacolari, per la varietà dei percorsi. ma anche per i costi d’iscrizione contenuti. Senza dimenticare i panorami misteriosi dentro cui gareggiare, da sempre celebri per la leggenda del conte Dracula.

Si prepara già la sfida del prossimo anno.  Informazioni su  transsylavaniatrophy.ro (disponibile anche nella versione in italiano).

Forza ! La sfida continua.

  Classifica categoria Adventure

#201 Dorin Toma e Jan Willem Eek – RO/NL – Patrol – 20h05’20”

#218 Ciprian Gavrila e Catalin Sas – RO – Defender – 24h33’14”

#215 Mario Bijeljencevic e Zdenko Blazevic – BIH – Defender – 25h28’55”

#203 Mihai Cornea e Stefan-Eugen Sze – RO – Patrol – 26h34’42”

#214 Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel – BE – Defender – 27h47’43”

#216 Jimmy Vanderstraeten e Thibaut Schra – BE – Defender – 28h26’37”

#220 Zoltan Ferencz e Stefan Ivascu – HU/RO – Patrol – 28h42’04”

#210 Tibor Baroti e Szabolcs Gabos – HU – Hajdu G – 29h46’46”

#209 Galle Yves e Devoldere Brecht – BE – Tot – 33h29’13”

#219 Kristian Larsson e Olof Lagerqvist – SE – Defender – 34h16’49”

  Classifica categoria Trophy

#110 Gordan Krota e Robert Prodan – HR – Proto -14h07’45”

#119 Andi Visoiu e Costin Fantana – RO – Proto – 15h28’26”

#101 Claudiu Pestean e Gelu Suciu – RO – Proto – 16h26’48”

#115 Johann Eibensteiner e Harry Deutschmann – AT – Proto – 17h42’42”

#123 Tudor Mircea e Marius Pop – RO – Gekko -17h57’25”

#130 Marian Andreev e Maurilio Zani – RO/IT – Jeep – 18h27’05”

#103 Christian Wulz e Marcel Koban – AT – Proto – 18h35’33”

#108 Robert Hajdu e Viktor Szopkp – HU – Hajdu Proto – 21h10’54”

#121 Andrei Museteanu e Sorin Melente – RO – G Proto – 21h48’39”

#128 Radu Gusat e Sorin Vasinc – RO – Jeep – 22h09’56”

#112 Pedro Pinto e Thomas Tonicello – PT/IT – Pink Panther – 22h33’12”

 

  Testo Sonja Vietto Ramus – Foto Inge Bloeming

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