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Tra due litiganti Marquez  inizia la fuga

  Una corsa ricca di colpi di scena, e di litiganti, in Olanda. Marc Marquez la spunta nel MotoGP di Assen, scavando un solco sui suoi diretti rivali per il Mondiale. Dovizioso e Rossi si ostacolano a vicenda e perdono il podio. Il ducatista scivola a -61, il Dottore è lontano 41 punti. Sul podio, insieme al Cabroncito, ci finiscono Rins e Vinales.

Sarà ricordata come la gara più bella dell’anno e forse anche delle ultime stagioni nella classe regina, per lo spettacolo e l’incertezza che ha regalato fino all’ultimo.

Con uno strappo decisivo a tre giri dal termine, Marc Marquez si aggiudica il GP di Assen, in Olanda, e inizia la fuga verso un titolo che non sembra in discussione. Non tanto per la matematica che vede Valentino Rossi, primo inseguitore a -41. Ma nella sostanza dei fatti, con il rivale numero uno Andrea Dovizioso, ora a una distanza siderale di 61 punti.

Nessuno pare in grado di tenere il passo del Cabroncito, che s’impone davanti ai connazionali Alex Rins e Maverick Vinales.

Giù dal podio il Dovi e il Dottore, quarto e quinto, che nel finale si sono ostacolati perdendo molte posizioni e aumentando il calmiere dei rimpianti di una stagione no, in particolare per il ducatista.

 La luce si è spenta in casa Ducati.

Quarta vittoria stagionale per Marquez, tre in più di Dovizioso che dal trionfo all’esordio in Qatar in poi non si è più ritrovato.

In classifica generale il ducatista è scivolato ora in quinta posizione, superato anche da Zarco con la coppia Yamaha, Rossi e Vinales, lontani -41 e -47 dalla vetta.

Non propriamente lo scenario che si aspettavano a Borgo Panigale, dopo un 2017 esaltante che aveva fatto segnare mete iridate. Sessantuno punti da rimontare contro questo Marquez sono uno scoglio difficile da superare. Ma se il titolo è diventato una chimera, dalla Desmosedici ci si aspetta quantomeno una scossa per salvare l’orgoglio perduto.

Il Mondiale prende la via della Spagna. 

Marquez può invece sorridere. Il terzo titolo consecutivo, quinto nella classe regina, è sempre più vicino. Soprattutto se la concorrenza continua a non dare segnali concreti.

Detto di Dovizioso ormai lontanissimo, le Yamaha che pure, numeri alla mano, avrebbero ancora le possibilità aritmetiche per insidiare il Cabroncito, non sanno più vincere.

Risale proprio al GP di Assen, un anno fa, l’ultimo successo della casa di Iwata con Rossi. Si sperava che l’aria olandese potesse far spiccare di nuovo il volo a Valentino. Che però ha avuto un ostacolo insperato nel suo connazionale in Ducati.

Al giro numero 23 succede il fattaccio, con i due in lotta per il 2° posto, alle spalle di Marquez. Entrambi i litiganti vanno lunghi in curva lasciando spazio a Rins e Vinales. Il podio sfuma in pratica lì e con esso le ultime speranze mondiali per i due piloti.

Lo sceneggiatore del Motomondiale sembra quasi aver deciso che entrambi dovessero abdicare proprio nello stesso momento. Davvero un epilogo beffardo.

 Una corsa senza padroni.

La gara vive invece di sorpassi e controsorpassi con protagonisti otto piloti, a formare un trenino in grado di rimescolare le posizioni ad ogni giro. Lorenzo, Rossi, Marquez, Dovizioso, Vinales, Rins, Crutchlow e Zarco: otto piloti e quattro moto in competizione in una corsa senza padroni.

In evidenza Por Fuera, partito 10° e subito in grado di prendersi il comando, mantenuto per oltre metà gara. Questo prima del crollo al 18° giro che lo ha fatto scivolare in settima posizione. Ne approfittano prima Dovizioso, poi Vinales ma è soltanto un fuoco di paglia. Perché a tre tornate dalla conclusione Marquez rompe gli indugi e balza in testa.

A questo punto, come è solito fare, il Cabroncito fiuta l’occasione giusta per indirizzare la partita Mondiale e piazza l’allungo su Rossi e Dovizioso. Che a loro volta commettono il patatrac decisivo dando via libera a Vinales e Rins. L’alfiere della Suzuki vince il duello al fotofinish con lo spagnolo della Yamaha cogliendo il suo miglior risultato nella classe regina.

Prossimo appuntamento il 15 luglio al Sachsenring, uno dei circuiti “amici” di Marquez che in Germania non ha mai perso. Toccherà agli altri sfatare la cabala.

  MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro

 

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