Maserati celebra i 60 anni della Eldorado
Il 29 giugno del 1958 la prima monoposto sponsorizzata in Europa scendeva in pista a Monza, guidata da Stirling Moss. Alla Eldorado è riconoscituo il merito di aver rivoluzionato la comunicazione
L’insolito bianco
La Maserati Eldorado è stata nel 1958 la prima monoposto in Europa a essere sponsorizzata da un marchio non legato al mondo dell’automobilismo, quello appunto dei gelati Eldorado. Il primo esempio di sponsorizzazione moderna, dove la vettura prese i colori dell’azienda partner, abbandonando la storica colorazione rossa tipica delle vetture da corsa italiane. Si trattò di una vera e propria rivoluzione considerata l’epoca, di primaria importanza per il futuro del motorsport che di lì in avanti spalancò le porte a nuovi finanziatori.
Infatti, la vettura venne commissionata dal Commendatore Fino Zanetti, proprietario dell’industria di gelati Eldorado. Zanetti, voleva promuovere il marchio a livello internazionale e si rivolse alla Casa del Tridente per realizzare un monoposto, con la quale competere a Monza nel “Trofeo dei due Mondi”. All’epoca l’Automobile Club d’Italia aveva organizzato sul circuito lombardo una 500 Miglia come quella di Indianapolis, dove presero parte i migliori piloti americani ed europei.
Cowboy sorridente
La Maserati 420/M58 (questa la denominazione ufficiale) telaio 4203, venne verniciata integralmente nella tonalità bianco panna, anziché di rosso. Due scritte nere Eldorado di grandi dimensioni apparvero ai lati dell’abitacolo, mentre altre due più piccole trovarono spazio sul musetto e sotto il piccolo deflettore che fungeva da parabrezza. Il logo con il volto del cowboy sorridente fu posizionato l centro del musetto e ai lati della pinna posteriore. Sotto i due marchi laterali Eldorado, in rosso la scritta Italia, a rimarcare sia la nazionalità dello sponsor che quella del costruttore della macchina da corsa.
Inoltre, sulla lunga silhouette dell’Eldorado trovava fortunatamente spazio anche il nome del pilota destinato a portarla in gara. In questo caso Stirling Moss, uno dei più grandi campioni nella storia dell’automobilismo mon diale, già pilota ufficiale Maserati. L’anno prima, bel 1957, la Casa di Modena vinse il Campionato del Mondo di F1 con Juan Manuel Fangio, per poi decidere di ritirarsi e costruire vetture da gara solo su richiesta dei clienti privati, com’è avvenuto per l’Eldorado.
410 CV a 8.000 giri/min
In pochi mesi l’ingegner Giulio Alfieri diede vita alla Eldorado. Il motore, derivato dall’otto cilindri che aveva equipaggiato le 450S bialbero, aveva una cilindrata ridotta a 4.190 cc ed era capace di erogare 410 CV a 8.000 giri/min. Questo propulsore era montato disassato di nove centimetri a sinistra rispetto all’asse longitudinale, così come la trasmissione. Questa scelta era stata compiuta per garantire una distribuzione dei pesi adeguata, tenendo conto del senso di marcia antiorario nelle curve sopraelevate di Monza.
Il 29 giugno 1958 nell’autodromo di Monza la gara si svolse su tre manches che avrebbero determinato la classifica finale. Questa decisione fu attuata per invogliare i costruttori europei a presentare le proprie vetture. Anche se originariamente non erano state progettate per disputare una competizione così lunga e impegnativa per la meccanica. Nella prima manches Moss arrivà 4°, nella seconda 5°, mentre nell’ultima si ruppe il comando dello sterzo e l’Eldorado terminò la sua corsa contro il guard rail senza eccessivi danni.
Entrata nella leggenda
Grazie ai tre risultati di manches e al numero totale di giri percorsi, Moss venne comunque classificato settimo. Ma quel è che più importante, uscì indenne dall’abitacolo. La 500 Miglia di Monza, invece, non ebbe seguito negli anni successivi e la Maserati Eldorado venne iscritta alla 500 Miglia di Indianapolis del 1959. La livrea era quella rossa ufficiale delle monoposto italiane e lo sponsor rimaneva lo stesso. Ma purtroppo la vettura non riuscì a qualificarsi entrando comunque nella leggenda delle auto da corsa più famose e veloci. Nonostante tutto, la Maserati Eldorado era capace di raggiungere ben 350 km/h di velocità massima.
Motorage.it – La redazione
We saw this car on display at the Pannini collection in Modena, absolutely fabulous trip.