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Tutor spenti in autostrada: rispolverati gli autovelox

  Tutor spenti, o Tutor in panchina come si può dire. E’ esecutiva infatti la sentenza che impone lo spegnimento dei Tutor autostradali su tutto il territorio nazionale. In attesa del verdetto definitivo della Cassazione, Asaps e Codacons annunciano battaglia. Intanto tornano gli Autovelox.

In uno Stato di diritto le sentenze, ancorché non ancora definitive, si devono rispettare. Anche se questo può comportare un rischio maggiore per la sicurezza stradale.

Sono stati spenti i tutor autostradali, come disposto dalla Corte d’Appello di Roma lo scorso 10 aprile. Accade che, nel contenzioso tra Autostrade per l’Italia e l’azienda toscana Craft, la Corte abbia dato ragione a quest’ultima che reclamava i diritti sul brevetto.

Nello specifico, il sistema di sorveglianza sul traffico stradale denominato “Tutor” o “Safety Tutor” risultava copiato e sfruttato per il suo utilizzo sulla rete autostradale.

La controversia avrà un’ulteriore appendice legale presso la Corte di Cassazione. A meno che la società che gestisce il traffico sulle autostrade italiane non trovi una accordo con la Craft.

Nel frattempo infuriano ancora le polemiche per un provvedimento che fa discutere e crea apprensione in vista dell’esodo estivo.

 Ma non è un “liberi tutti”.

“A valle dell’avvenuta disattivazione del sistema, continueremo ad avere cura della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini che viaggiano in autostrada”. Arriva la rassicurazione, in una nota congiunta, di Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia.

Entrambe, inoltre, “ stanno lavorando per l’attivazione in via sperimentale del nuovo sistema SICVe PM, approvato con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.

Il SICVe è il nuovo sistema di rilevamento elettronico della velocità, approvato nel maggio 2017 e che dovrebbe entrare in vigore a metà luglio. Questi dovrebbe quantomeno mitigare gli effetti derivanti dalla cancellazione dei tutor autostradali.

Cancellazione che, va detto, è provvisoria in attesa che si riunisca il supremo organo giudicante. Ma che intanto è diventata esecutiva.

Intanto tornano alla ribalta gli autovelox. La rete autostradale può contare attualmente su 108 postazioni fisse, che saranno affiancate anche da stazioni mobili in presenza di cantieri. Comunque pochine, dopo la soppressione degli apparecchi obsoleti.

Un fatto inevitabile. A cui Autostrade per l’Italia potrebbe ovviare pagando la penale prevista per ogni giorno in cui i tutor dovessero rimanere accesi, come recita il dispositivo. Perché, alla fine, è tutta una questione di soldi. Dati o da dare.

  Intanto le vittime della strada aumentano.

L’allerta è ovviamente massima. Come spiega l’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia stradale, “questo provvedimento inciderà sicuramente sui risultati auspicati per la sicurezza sulle strade. Auspichiamo che prevalga il buon senso fra gli automobilisti per evitare che le autostrade tornino a vedere il costante incremento delle velocità e il prevalere dell’arbitrio di quanti sono alla guida di vetture potenti”.

La preoccupazione è data anche dagli ultimi dati riguardanti le vittime sulle strade italiane, che, secondo l’Asaps, hanno registrato il record di tutto il 2018 (27). Un numero che si basa sui soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri, a cui andranno aggiunti i dati forniti dalle Polizie Municipali.

  Scende in campo anche il Codacons.

Tra i più agguerriti c’è anche il Codacons. L’associazione dei consumatori “di non interrompere il servizio di controllo della velocità sulle autostrade, e di requisire tutti i Tutor presenti sulla rete”.

Un’istanza giustificata in virtù del DPR n. 327 del 2001, che autorizza l’esproprio di un bene mobile qualora si presentino esigenze di pubblica utilità. Come sembrerebbe appunto in questo caso. Per inciso, si tratta delle stesse motivazioni che giustificherebbero da parte dello Stato anche l’esproprio del diritto di brevetto.

  MotorAge.it Redazione

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