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MotoGP Le Mans: Marquez azzanna il Mondiale

Come un cannibale allunga i denti sulla sua preda, Marc Marquez fa lo stesso nel Mondiale MotoGP. Successo pesante per lo spagnolo della Honda nel GP di Le Mans. Davanti alla Ducati “sbagliata” di Petrucci e all’eterno nemico Rossi. Dovizioso invece cade e ora è lontano 49 punti dal Cabroncito.

Il confine tra vittoria e sconfitta, si sa, è sempre molto labile. A volte l’equilibrio viaggia su un filo sottile che basta poco per spezzare.
La lezione sembra essere stata appresa fin troppo bene da Marc Marquez, che coglie nel GP di Le Mans, in Francia, la terza vittoria consecutiva. E rischia già di segnare uno spartiacque decisivo nella lotta per il Mondiale MotoGP. Soprattutto perché il suo rivale numero uno, Andrea Dovizioso, prende un altro pesantissimo “zero” in classifica. Purtroppo il forlivese festeggia nel peggiore dei modi il rinnovo del contratto con la Ducati fino al 2020, cadendo dopo soli sei giri. Un errore d’imperizia, si dirà, stavolta non causato da altri fattori esterni, come invece accaduto a Jerez.

Il risultato è però il medesimo e vede il Cabroncito allungare ulteriormente in testa al campionato con 49 punti di vantaggio sul ducatista.
Il team di Borgo Panigale può consolarsi soltanto con il 2° posto della Pramac di Danilo Petrucci, l’unico a impensierire realmente lo spagnolo. Terzo il redivivo Valentino Rossi, tornato finalmente competitivo.

Una nuvola di Fantozzi si è abbattuta sul Dovi

Un incantesimo sembra dunque essersi abbattuto su Dovizioso. Che dall’esordio con successo in Qatar pare essersi smarrito nonostante la leadership conquistata.  La Ducati da lì in poi non ha più convinto e soltanto la follia di Marquez a Termas de Rio Hondo mantiene la partita per ora ancora aperta. Però con un pizzico di lucidità in più in quel frangente, unito a un passo notevole, il bicampione iridato avrebbe potuto contare su un vantaggio ben più ampio.
Al MotoGP di Le Mans lo scatto sembrava promettente con Lorenzo subito in testa davanti al poleman Zarco e al Dovi. Che di lì a poco li avrebbe superati entrambi prendendo il comando della gara. Salvo poi buttarsi via quando il bello stava appunto per cominciare. Così il pilota di Forlimpopoli va troppo lungo e finisce nella ghiaia dando via libera ai suoi rivali. E Marquez, come uno squalo, appena sente l’odore del sangue inizia ad attaccare le sue prede. L’imperativo è ora rialzarsi dopo questi due colpi da ko, inferti dal rivale. A partire dal GP del Mugello, il 3 giugno.

Ritorna nella mente di tutti gli italiani e tifosi ducatisti la vittoria colta un anno fa, l’inizio della bella favola di Dovizioso e della Desmosedici.
A rivederla adesso, sembra passata una vita. Un successo scacciacrisi è quello che ci vuole in questo momento per non rischiare di dover alzare bandiera bianca troppo presto.

Marquez in versione squalo

Marquez, scivolato provvisoriamente in quarta posizione, parte amministrando come al suo solito. Ma appena il Dovi finisce fuori dai giochi capisce che questa è un’occasione da non mancare. Presto anche Zarco finisce a terra e l’alfiere della Honda può iniziare il suo inseguimento a Lorenzo. Non ci impiega molto, a dire la verità, a prendere le redini della gara. Por Fuera viene superato al 10° giro e da lì in poi per Marquez diventa persino troppo facile giungere alla bandiera a scacchi da trionfatore. Più volte in passato abbiamo visto cos’è in grado di fare su circuiti tradizionalmente “amici”. Il segnale lanciato su una pista non propriamente nelle sue corde e di quelle del team è un messaggio inquietante per la concorrenza.
I punti di vantaggio sono ora 49 su Dovizioso, 36 su Vinales, 37 su Zarco e 39 su Rossi. Numeri che iniziano a essere spaventosi, soprattutto perché non siamo neanche al giro di boa.

Petrucci e il sogno Ducati

La sorpresa, ma fino a un certo punto, del weekend è Danilo Petrucci. Il ternano della Pramac, la Ducati non ufficiale, conferma la crescita intravista già lo scorso anno. Infatti da molto tempo la Pramac dimostra quantomeno di potersela giocare senza timori reverenziali contro le case ufficiali.
A Le Mans Petrux approfitta della chance venutasi a creare dopo il ritiro dei big (anche Iannone che cade dopo tre giri). E riemerge dal gruppone portandosi a casa un 2° posto che vale oro colato anche per il suo futuro. In molti lo vorrebbero alla guida della Desmosedici dal prossimo anno, quando Lorenzo dovrebbe salutare la compagnia. Continuando di questo passo, il contratto sarà soltanto una formalità.

AAA cercasi Yamaha vincente

Non sono purtroppo più un mistero neanche le prestazioni sottotono della Yamaha . In questo MotoGP “salva” l’onore soltanto con il podio conquistato da Valentino Rossi che scalza Lorenzo, crollato nel finale (soltanto 6°). Uno zuccherino per il team di Iwata, comunque mai in lotta per le posizioni che contano, che sembra essere precipitato in un’infinita crisi di risultati. La riprova arriva dal 7° posto di Maverick Vinales, autore di una prova assolutamente anonima.
La vittoria manca da 15 gare, dal GP di Assen del 2017, quando a trionfare fu proprio il Dottore. Tante, troppe per una casa attesa quest’anno al rilancio e che ha legato il suo nome alle vittorie in pista.
Il Mondiale riparte tra due settimane al Mugello. L’occasione per dare la svolta a una stagione che sembra avere già un vincitore scritto.

Motorage.it – Andrea Sicuro

 

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