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MotoGP Jerez: patatrac Ducati. Marquez prende il volo

   Anche la fortuna aiuta Marc Marquez, vincitore del MotoGP di Jerez davanti a Zarco e Iannone. Il Cabroncito approfitta del triplice ritiro di Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa per volare in testa al Mondiale MotoGP.

Marc Marquez concede il bis e, dopo Austin, conquista il GP di Jerez sfatando un tabù che durava da quattro anni. Un po’ troppo per un pilota (quasi) di casa.

È un successo che vale doppio per lo spagnolo della Honda, apparso rigenerato dopo le critiche ricevute a Termas de Rio Hondo. E che ora guarda tutti dall’alto della vetta del massimo Mondiale MotoGP, strappata ad Andrea Dovizioso.

Il ducatista mastica amaro per la caduta a otto giri dalla fine quando era in lotta per il podio. Per un beffardo scherzo del destino, causata da una carambola che coinvolge il compagno di team Jorge Lorenzo e l’altro alfiere della Honda Dani Pedrosa.

Il contraccolpo è pesante per la classifica: ora comanda il Cabroncito, a +12 su Zarco (2°), +20 su Vinales e +24 sul Dovi.

Secondo podio consecutivo per Andrea Iannone, terzo in sella a una Suzuki che si conferma competitiva. E promette di essere la mina vagante del torneo.

 La fortuna è cieca ma la iella ci vede benissimo.

La cronaca della gara parte inevitabilmente dal giro 17. Che stravolge i destini della corsa e cambia la partita del Mondiale MotoGP. Mentre Marquez fa corsa a sé in testa, alle sue spalle è bagarre per le altre due posizioni del podio tra le due Ducati e la Honda di Pedrosa.

Dovizioso infila Lorenzo e chiude lungo. Por Fuera tenta allora di incrociare la traiettoria per restituire il favore al compagno ma nel frattempo non si accorge dell’arrivo di Pedrosa alla sua destra.

Il contatto tra i due è inevitabile. Il maiorchino rimbalza quindi addosso al Dovi e tutti e tre finiscono nella ghiaia abbandonando una corsa che li vedeva fin lì protagonisti.

Marquez ringrazia e può abbozzare la prima vera fuga della stagione. A Borgo Panigale devono invece rimuginare per uno “zero” al traguardo che complica i piani per il titolo.

Un peccato perché in Spagna si è vista una moto in palla e in grado di potersela giocare per un podio che sarebbe stato prezioso.

 Lorenzo ai titoli di coda.

Sul banco degli imputati finisce Jorge Lorenzo, reo di non aver visto arrivare Pedrosa alle sue spalle. Ai box Ducati avranno ora una patata bollente da gestire.

Difficile pensare che dopo questo episodio il rapporto tra i due compagni di squadra in Ducati rimanga lo stesso. La rabbia, si è visto, era tanta. Con un titolo mondiale in ballo e un contratto in scadenza per entrambi.

Le indiscrezioni vedono Lorenzo già vicino alla Suzuki. Difficile pensare che a Borgo Panigale siano disposti a confermargli l’accordo alle stesse cifre attuali (12 milioni netti).

Soprattutto alla luce delle prestazioni negative in pista nell’arco del biennio. Un’ipotesi ancora più  improbabile dopo l’ultimo episodio.

Davanti alle telecamere Dovizioso se l’è cavata diplomaticamente parlando di “incidente di gara” e attribuendo nello specifico più colpe a Pedrosa.

Parole che sanno tanto di facciata da parte del forlivese, già scottato l’anno scorso dal suo compagno di squadra Iannone in Argentina. Di certo il Dovi non è fortunato con i suoi compagni di squadra.

 Ducati non esente da colpe.

Lorenzo era pure partito bene, come spesso gli capita, prendendo la testa della corsa al via. Tallonato dalle Honda di Marquez, Pedrosa e del poleman Crutchlow che di lì a poco cade e getta la spugna.

Il Cabroncito passa Lorenzo all’8° giro mentre alle loro spalle riemerge Dovizioso, dopo una partenza non indimenticabile. A questo punto si accende la lotta tra le Honda e le Ducati.

Il campione del mondo allunga sulle due Desmosedici che iniziano a battagliare tra di loro con Pedrosa a fare da terzo incomodo. La situazione perdura fino al patatrac finale.

A posteriori, si potrebbe dire che anche la gestione della gara da parte del team di Borgo Panigale non è stata ottimale. Lasciar sfogare i due piloti in pista, senza alcuna direttiva, è sempre un’arma a doppio taglio.

Troppi interessi in ballo finiscono per prevalere sulla ragione di scuderia. Che deve invece rimanere sovrana. Soprattutto contro un Marquez così, che concede poco o nulla ai rivali.

Lo strapotere dimostrato in Spagna dal bicampione del mondo nella classe regina deve preoccupare i rivali. Strapotere accompagnato in questo caso anche da un pizzico di fortuna. Ma, come si dice, anche avere fortuna è un merito.

 Intanto impazza il mercato dei piloti.

A beneficiarne in zona podio sono quindi Johann Zarco e Andrea Iannone. Il francese del team Tech III festeggia con il 2° posto di Jerez il contratto biennale con la Ktm, ufficializzato in settimana.

L’ambiziosa casa austriaca dal 2019 entrerà a far parte della classe regina in veste di team ufficiale. E ha scelto di affidarsi a uno dei piloti cresciuti maggiormente nell’ultimo anno.

Zarco si trova ora anche a vestire provvisoriamente i panni di primo inseguitore di Marquez in classifica generale. Chi l’avrebbe mai detto? Ma del resto, il Mondiale MotoGP ci ha già abituato a tante pazze sorprese.

Sorride anche Iannone: l’alfiere della Suzuki conferma che la terza piazza di Austin non è stato un caso. Anche se per il pilota abruzzese la conferma con il team giapponese non è scontata, soprattutto in caso di arrivo di Lorenzo.

 Più ombre che luci per la Yamaha. 

E le Yamaha? Come previsto, non è stato un weekend facile per il team di Iwata. Che alla fine porta a casa un 5° posto con Valentino Rossi, preceduto dalla Pramac di Danilo Petrucci. Mentre Maverick Vinales chiude 7°.

Entrambi riescono a risalire e salvare il salvabile soltanto a causa della triplice caduta di Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa. Ma è certo che, dopo un’annata da dimenticare, la partenza non è stata delle migliori.

Dalla prossima gara, in programma il 20 maggio a Le Mans, in Francia, si aspettano altre risposte per raddrizzare una stagione che sembra essersi incagliata.

  Motorage.it – Andrea Sicuro

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