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Follia Marquez: in Argentina sperona Rossi

  Crutchlow vince il GP di Argentina. Ma a tenere banco è l’ennesimo capitolo della rivalità Rossi-Marquez: il Cabroncito abbatte il Dottore in pista, poi cerca di scusarsi ai box Yamaha ma viene allontanato. – Sequenza in Foto Gallery –

Siamo solo alla seconda gara del Mondiale MotoGP ma il GP di Argentina si candida di diritto al premio di corsa più folle dell’anno. Vince Cal Crutchlow, che coglie con la un successo che gli mancava da due anni.

Dietro all’inglese del team LCR, chiudono Johann Zarco sulla Tech III e la Suzuki di Alex Rins, al primo podio nella classe regina. Quarto Jack Miller della Ducati Pramac.

 Vecchie ruggini mai accantonate.    

Ma la gara è puramente un dettaglio. Perché a Termas de Rio Hondo va in scena il remake dell’eterna rivalità tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Con il Cabroncito di nuovo sul banco degli imputati per i suoi numerosi colpi di testa in pista, costatigli ben tre penalizzazioni.

L’errore più grave di tutti o fa a tre giri dalla fine quando “follia Marquez”, nel tentativo disperato di rimonta, abbatte il Dottore, 19° al traguardo. Appena dietro allo spagnolo, retrocesso di dodici posizioni dopo quell’assurda e pericolosa manovra.

Un episodio che, siamo certi, riaccenderà vecchi rancori mai sopiti del tutto, dopo i fatti di Sepang del 2015 costati il titolo a Valentino. Con una stagione ancora lunga, forse non c’era bisogno di avvelenare ulteriormente il clima.

Ma Marquez è questo, nel bene e nel male. Talentuoso ed esperto quanto si vuole alla guida della sua moto, quanto incosciente ed esuberante nel rapporto con i colleghi. Che all’unanimità hanno condannato il gesto del sei volte campione del mondo (vale la pena ricordarlo).

 Marquez nella bufera.

L’episodio ha avuto uno strascico anche ai box Yamaha, dove Marquez ha cercato invano di scusarsi con Rossi. Salvo venire allontanato dall’entourage di Valentino, capitanato dall’amico Uccio e dal manager Lin Jarvis.

“Non venire qui”, sono state le parole usate, accompagnate da gesti eloquenti. Mentre il Dottore rimuginava e a fine gara si è lasciato andare a un durissimo sfogo.

“Marc non ha nessun rispetto per gli avversari. Io ho paura a stare in pista con lui. Lo fa apposta, è recidivo e io non mi sento tutelato. La Direzione Corsa o qualcuno deve fare qualcosa, qui c’è da farsi male sul serio. Ti viene a chiedere scusa davanti alle telecamere, ma non è sincero: le sue scuse non le accetto. Io spero che non mi guardi più in faccia e stia lontano da me”.

Parole che echeggiano come pietre, quelle di Valentino. Che ha ulteriormente rincarato la dose affermando che “Marquez distrugge il nostro sport”.

La sua posizione è confermata anche dallo storico manager Carlo Pernat, secondo cui “Marquez andrebbe squalificato per una gara”.

Il rivale per il titolo, Andrea Dovizioso, è stato soltanto in apparenza appena più tenero: “Ha fatto errori di ogni tipo. Ha fatto tutto quello che non doveva fare. Sono emersi i suoi punti deboli”.

 La pazza gara del Cabroncito.

Facile in questo momento accanirsi su un semplice capro espiatorio. Ma i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Perché fin dall’inizio non è stata una gara normale, a partire dalla partenza ritardata di 15’, accordata dalla Direzione Corsa.

Quasi tutti i piloti scelgono infatti di montare le gomme rain in griglia a pochi minuti dallo spegnimento dei semafori. Nonostante le proteste della Ducati Pramac e del poleman Jack Miller, l’unico ad aver scelto le slick.

E i fuochi d’artificio non tardano ad arrivare. La Honda di Marquez si spegne prima del via e lo spagnolo commette la prima infrazione. Anziché partire dalla pit lane, decide di far ripartire la moto a spinta percorrendo anche un breve tratto di pista contromano per riallinearsi in griglia.

La penalità è inevitabile e di fatto segnerà la sua gara e quella di tutti gli altri piloti. Scivolato al 19° posto, il Cabroncito è costretto a una rimonta forsennata.

In pista il passo rimane quello dei giorni migliori e probabilmente l’avrebbe portato a ridosso delle posizioni di vertice, se avesse tenuto i nervi saldi.

Lo si nota in occasione della sportellata all’Aprilia di Aleix Espargarò, fatto che gli causa 30” di penalità. Il resto è storia con la caduta di Rossi, abbattuto dallo spagnolo mentre il Dottore si trovava 6°. Chiuderà 19° ma forse in questo momento il piazzamento per il nove volte iridato è l’ultima cosa a cui pensare.

Secondo la classica legge di Murphy, “se qualcosa può andar male, andrà male”. Niente di più vero, almeno a giudicare da ciò che è successo sul circuito argentino.

 Dovizioso l’unico big che sorride. 

In tutto ciò si ritagliano un posto al sole le cosiddette seconde linee che approfittano della giornata no di tutti i big. Anche di Dovizioso, che perde la leadership del Mondiale, scalzato da Crutchlow che con questo successo comanda con tre punti di vantaggio sul forlivese.

Verosimilmente uno status quo destinato a non durare troppo a lungo. Gli equilibri potrebbero cambiare già a partire dal prossimo appuntamento, in programma il 22 aprile a Austin, negli Stati Uniti.

Il ducatista con il 6° posto finale limita i danni mantenendo a distanza il suo rivale numero uno, Marc Marquez, lontano 15 punti in classifica.

Dopo i fatti di Termas de Rio Hondo, il campione iridato sarà ancora più ferito e pericoloso e punterà a riscattarsi su un circuito a lui amico. La sensazione è che saranno quindici giorni di fuoco.

 Motorage.it Redazione – Andrea Sicuro

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