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Alfa Romeo 4C Coupé Competizione e Spider Italia: emozioni Limited Edition

Le versioni speciali della compatta supercar del Biscione Visconteo confermano l’indole sportiva e le alte performance del modello. Alfa Romeo 4C Competizione e Spider Italia saranno prodotte in 108 esemplari

Prestazioni eccezionali

Le Alfa Romeo 4C Coupé “Competizione” e 4C Spider “Italia”, hanno il motore 1750 Turbo Benzina da 240 CV in alluminio, a iniezione diretta, intercooler e doppio variatore di fase continuo. Abbinato al cambio automatico TCT, questo propulsore regala prestazioni da supercar. Rapporto peso/potenza inferiore ai 4kg/CV, 258 km/h (257 km/h per la 4C Spider) di velocità massima, 4”5/10 per accelerare da 0 a 100 km/h e 1,1 g di accelerazione laterale. Contribuiscono a queste performance l’ampio impiego di materiali ultraleggeri quali fibra di carbono per la scocca, l’alluminio per i telaietti anteriori e posteriori e l’SMC per la carrozzeria.

Che sound lo scarico Akrapovic!

Ci accomodiamo al volante della Alfa Romeo 4C Coupé “Competizione” Grigio Vesuvio Opaco, con tetto, spoiler posteriore, calotte specchi, presa d’aria laterale e mascherina dei fari in fibra di carbonio. Tutti elementi appannaggio di questa versione speciale. Assieme ai cerchi a cinque fori da 18” all’anteriore e 19” al posteriore con trattamento scuro, le pinze freni rosse. Senza dimenticare lo scarico centrale Akrapovic in titanio con funzione dual mode e cornice anch’essa in carbonio.

Proprio questo scarico ultra sportivo si fa sentire in tutta la sua aggressività non appena avviamo il potente motore Alfa 1750. Il sound, infatti, riporta (non a caso) alle Giulia GTA mattatrici sui circuiti di tutto il mondo negli Anni 60 e 70 ed è piacevolissimo ascoltarlo. Una gioia che raggiunge il culmine salendo a bordo della 4C Spider “Italia”, anch’essa caratterizzata dal sistema Akrapovic. Qui, infatti, questa “musica squisitamente Alfa Romeo” si può ascoltare ancor meglio una volta rimosso il tetto in tela.

La spinta del motore impressiona

Del resto il 1750 Turbo Benzina da 240 CV è un motore storico. Infatti è l’ultima unità progettata al Centro Tecnico Alfa Romeo di Arese poco prima della sua dismissione. Che sia un propulsore studiato dagli eredi professionali di Satta e di Busso lo enunciano diversi elementi. Partendo dal basamento alla testata in alluminio e alla potenza considerevole in rapporto alla cilindrata fino alla soluzioni esclusive come lo Scavenging che riduce ai minimi termini il ritardo del turbo.

La spinta dell’Alfa 1750 è straordinaria ed è un attimo arrivare all’intervento del limitatore di giri. Infine, il motore è debitamente assecondato dal cambio doppia frizione Alfa TCT molto rapido sia in salita di rapporto che in scalata. Peccato solamente che la funzione manuale sia demandata a piccole levette al volante. La soluzione dei paddle in alluminio fissi al piantone tipica di Giulia e Stelvio starebbe proprio bene sulle 4C.

Assetto entusiasmante, ma lo sterzo…

Sia l’ Alfa Romeo 4C Coupé “Competizione” che la 4C Spider “Italia” hanno un comportamento molto simile. L’ avantreno a doppi quadrilateri deformabili, la trazione posteriore, il baricentro basso e una buona distribuzione dei pesi sui due assali si traducono in assenza di sottosterzo, a favore di un assetto neutro. Il sovrasterzo di potenza arriva impegnando a fondo il pilota, selezionando il setup Race dell’Alfa DNA. A quel punto, sia il controllo di trazione che quello di stabilità vengono completamente inibiti ed è un attimo trovarsi a dover gestire intraversate di potenza.

Peccato che lo sterzo non sia all’altezza del resto, in quanto troppo nervoso, poco diretto e privo della servoassistenza. Anzi, quest’ultima scelta dovrebbe in teoria instaurare un miglior feeling tra pilota e vettura. Mentre si desidererebbe un comando diretto e servoassistito come quello di Giulia e Stelvio, vetture più equilibrate a livello dinamico rispetto alla 4C. Non è un mistero, infatti, come la 4C verrà presto adeguata ai nuovi e severi parametri dinamici Alfa Romeo, sotto la regia del Direttore Tecnico Ingegner Roberto Fedeli.

Gian Marco Barzan

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