MotorAge New Generation

Incidente mortale, e Uber sospende le auto autonome

 Un incidente mortale a Tempe, in Arizona, con coinvolto un veicolo Uber, ha convinto (obbligato?) la compagnia a bloccare il progetto sulle auto a guida automatica.

La notizia è clamorosa e ha fatto subito il giro del mondo. Uber ha bloccato il progetto sulle auto a guida autonoma. Il motivo è presto detto. Una Volvo XC90 della compagnia, che fornisce il trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile, ha investito mortalmente una donna mentre attraversava la strada fuori delle strisce pedonali. Al volante c’era un uomo che, secondo le ricostruzioni, avrebbe inserito la guida automatica senza fare in tempo a rimpossessarsi dei volanti prima di evitare il tragico impatto.

L’incidente è avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 marzo a Tempe, in Arizona. La vittima, secondo quanto riferito dalla polizia, è deceduta in ospedale a seguito delle ferite riportate. A seguito dell’episodio, l’azienda ha immediatamente sospeso il programma delle auto autonome. Ironia della sorte: poche settimane prima il governatore dell’Arizona, Doug Dacey, ha dato il via libera alla circolazione sulle strade pubbliche delle vetture a intelligenza artificiale.

Robot imperfetti.

In pratica, si è avverato il peggior incubo immaginabile: vedere l’auto uccidere una persona senza che il pilota a bordo potesse intervenire. Per dovere di cronaca, va anche ricordato che non si tratta del primo incidente mortale che vede coinvolta un’auto autonoma. Nel 2016 anche la Tesla finì nell’occhio del ciclone. Il suo Autopilot venne prestissimo aggiornato con la versione 8.0.  Il guru di Tesla, Elon Musk, ha comunque sempre sostenuto che l’intelligenza artificiale sulle auto ha infinitamente meno possibilità di errore della reazione umana.

Un duro colpo all’immagine delle auto intelligenti.

“Stiamo collaborando fianco a fianco con le autorità locali nell’ambito dell’indagine su questo incidente. Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alla famiglia della vittima”. Questo il commento in un tweet del CEO di Uber, Dara Khosrowshahi.

Poche parole, per lo più di circostanza, e che tradiscono un forte imbarazzo per una vicenda che rappresenta un duro colpo per il programma di auto autonome avviato dall’azienda. Che, per inciso, era già finita nella bufera per una presunta violazione di segreti commerciali ai danni di Waymo. E per la quale pagherà l’ingente somma di 245 milioni di dollari, a conclusione della battaglia legale durata un anno.

Ovviamente si tratta anche di un danno di immagine per il settore delle auto autonome del futuro. Va precisato che il governo federale degli Usa ha emanato linee guida volontarie per le società che vogliano testare auto senza guidatore. Ai singoli Stati è stato invece lasciato ampio margine di manovra per regolamentare l’uso delle vetture autonome. Nel 2017 sono stati 33 gli stati americani che hanno introdotto una regolamentazione in materia.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

Exit mobile version