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Niente più ombrelline: la F1 svolta tra le polemiche

 Dal 2018 non ci saranno più le belle “ombrelline”, le note “grid girls” tradizionalmente in pista prima delle gare di Formula 1. Salve invece le ragazze ombrelline in MotoGP.

Il Mondiale di F1 non è ancora iniziato e già sono incominciate le polemiche. In effetti riguarda anche questo i regolamenti 2018. La prossima stagione non vedrà “al via”, ai nastri di partenza le “grid girls”, conosciute da noi anche come le “ombrelline”, cioè le ragazze che per cinquant’anni hanno fatto parte dello spettacolo sui circuiti di tutto il mondo.

A un anno dal suo insediamento, Liberty Media, l’ente proprietario della Formula 1, ha deciso di interrompere quella che era una dolce consuetudine prima dell’inizio delle gare.

Come dimenticare infatti le sexy ragazze alle griglie di partenza al fianco dei piloti negli istanti precedenti l’accensione del semaforo verde? Un’abitudine piacevole per i tanti tifosi sugli spalti e a casa. I primi delusi da una decisione che, per quanto nell’aria da tempo, ha fatto discutere non poco.

Dal 25 marzo, giorno del GP inaugurale a Melbourne, in Australia, non ci saranno più donne ma soltanto motori. Niente più visi dolci, minigonne, tacchi a spillo e décolleté mozzafiato. Al loro posto Liberty Media ha annunciato che ci saranno ogni volta venti ragazzini provenienti dalle categorie minori del motorsport, scelti per meriti sportivi o tramite sorteggio.

L’obbiettivo sembrerebbe quello di consegnare uno spettacolo fruibile in particolare dalle famiglie e far vivere un’esperienza unica a dei potenziali campioni del domani. Sarà, ma qualche dubbio che questa sia la scelta migliore per ridare interesse e rilanciare uno sport, in crisi di popolarità negli ultimi anni, è lecito porselo.

In MotoGP invece continueranno a sfilare come da tradizione nel paddock le ragazze ombrello che dunque continueranno ad allietare le domeniche della classe regina.

 La resa al politically correct.

Il motivo di questa scelta storica è stato comunicato dal direttore operativo delle operazioni commerciali in F1, Sean Bratches. “Nell’ultimo anno abbiamo esaminato una serie di settori che ritenevamo necessari da aggiornare per essere più in sintonia con la nostra visione di questo sport. La pratica di impiegare le ragazze in griglia è stata un caposaldo dei GP di F.1 per decenni, ma riteniamo che questa usanza non sia in sintonia con i nostri valori del marchio e sia chiaramente in contrasto con le norme della società modernaNon crediamo che tale pratica sia appropriata o rilevante per la F.1 e per i suoi fan, vecchi e nuovi, nel mondo”.

Non è finita qui, perché la decisione, con effetto immediato, riguarderà tutte le altre categorie motoristiche gestite da Liberty Media. Che certo, passato il primo anno di apprendistato nel circus, non incomincia con il piede giusto la stagione che dovrebbe confermare la bontà del nuovo corso. Probabile che dietro il veto alle “ombrelline”  abbia contribuito anche lo scandalo sulle presunte molestie sessuali che ha sconvolto la società americana.

Ma cedere al cosiddetto “politically correct” è una vittoria consegnata in mano a chi si nasconde dietro a una visione ipocrita e perbenista di una società sempre più bigotta. Si parla pur sempre di ragazze che fanno il loro lavoro, prestando la propria immagine e interagendo con fan e sponsor. Negare loro questa opportunità trincerandosi dietro alcune presunte regole sul buon costume e sul senso etico risulta alquanto sterile. Oltre che resa umiliante per la dignità della donna stessa.

 Ecclestone guida la protesta.

A stretto giro di posta è arrivata la replica dell’ex numero uno della F1, Bernie Ecclestone. Che non l’ha presa bene. “Non capisco come una bella ragazza davanti a un pilota col numero della sua Formula 1 possa risultare offensivo a qualcuno” – ha detto – “Queste ragazze facevano parte dello spettacolo e i nostri tifosi hanno sempre apprezzato il glamour. Il mondo in questo momento sta diventando un po’ troppo pudico”.

Non hanno usato mezzi termini gli addetti ai lavori, stupiti da “una scelta ridicola” per citare le parole del ferrarista Sebastian Vettel. Il più duro di tutti è stato il presidente non esecutivo della Mercedes, Niki Lauda: “È una decisione contro le donne, l’emancipazione non c’entra. Basterebbe vestirle un po’ di più. Penso sia un gran peccato eliminare una tradizione della Formula Uno, soprattutto perché tutto questo non favorisce il genere femminile”. Come si vede, rivali in pista ma per una volta in grado di fare fronte comune.

L’unica voce fuori dal coro è stata quella di Claire Williams, vicedirettore della Williams, che ha sottolineato come sia stata “una decisione della quale lo sport aveva bisogno, perché è necessario andare al passo con i tempi”. Aggiungendo che “ulteriori miglioramenti possono essere fatti per far crescere questo sport attraendo più donne nei molti ruoli a disposizione”. Una goccia in un oceano, anche se a dirlo è l’unica donna a occupare un ruolo di vertice in una scuderia di Formula 1.

 Ombrelline salve almeno nelle moto.

Chi non si accoda alla decisione di Liberty Media è la Dorna, la società che gestisce gli eventi commerciali della MotoGP. Lo ha fatto sapere il patron Carmelo Ezpeleta, confermando che le ombrelline ci saranno nel Mondiale che partirà in Qatar il 18 marzo. “In nessun Paese è vietata o proibita la presenza delle ragazze nel paddock. A noi non sembra giusto che nel Motomondiale ci siano lavori vietati alle donne. Abbiamo donne pilota, donne ingegneri, donne esperte di telemetria, ogni lavoro in MotoGP può essere svolto da un uomo o una donna. Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini”, ha detto Ezpeleta.

Parole di buon senso, quello che non hanno avuto i proprietari del circus. Da ricordare poi, a titolo di esempio, come in molti abbiano trovato l’amore sposando proprio un’ombrellina conosciuta in pista. Come gli ex piloti MotoGP, ora in Superbike, Marco Melandri e Randy De Puniet, per citare due nomi noti nel panorama delle corse motociclistiche.

Le prime deluse sono ovviamente le dirette interessate, per cui il lavoro come “grid girl” rappresentava l’unica fonte di reddito. Altra faccia triste di una medaglia dai risvolti beffardi. Una di loro, intervistata, avrebbe affermato: “Non sarà mai la stessa cosa”. Niente di più vero. Quando si accenderanno finalmente i riflettori sul Mondiale F1 mancherà indubbiamente quel contorno “rosa” che aiutava a sciogliere la tensione pre gara e rendeva l’atmosfera un po’ più piacevole, sportivamente magica. E solo allora tutti ci renderemo veramente conto di cosa ci siamo persi.

 MotorAge.it – Andrea Sicuro

 

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