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Cellular V2X: la rivoluzione delle auto intelligenti si sta per compiere

 Grazie alla partnership tra Nissan, Continental ed Ericsson, sarà sperimentata la tecnologia Cellular V2X, o C-V2X. Permette ai veicoli di comunicare tra di loro scambiando informazioni e prevenendo il rischio di incidenti.

 Da oggi pensare a due auto che comunicano tra di loro non è più fantascienza. Grazie a una collaborazione tra i brand Nissan, Continental, Ericsson, NTT DOCOMO, OKI e Qualcomm Technologies, sarà infatti sperimentata la tecnologia Cellular Vehicle-to-Everything (C-V2X). I test dovrebbero partire nel 2018 e serviranno a dimostrare i vantaggi tecnici e pratici delle comunicazioni dirette su banda di frequenza a 5 GHz e in rete. Dopo le prove sul campo, anche in Giappone, la radiotecnologia sarà sfruttata in tutto il mondo.

La sperimentazione deve anche convincere le agenzie governative e le aziende attive nei sistemi di trasporto intelligenti (STI). Portarle insomma ad accogliere le auto connesse del futuro. E’ il Third Generation Partnership Project (3PP), l’accordo internazionale in materia di telecomunicazione verso un nuovo standard globale per le reti cellulari, il 5G New Radio (NR).

Innegabili i vantaggi di uno scambio veloce e diretto di informazioni mentre ci si trova alla guida. Pensate solo al traffico congestionato tipico delle ore di punta in città o in autostrada, quando muoversi richiede una concentrazione assoluta e molta attenzione. Godere di un sistema di assistenza efficace e a costo zero, senza dover dipendere dalla protezione di una rete cellulare, andrebbe in soccorso anche degli automobilisti più stressati (e distratti).

Perché, se è vero che è vietato parlare al cellulare mentre si guida, non è detto che qualcun altro non lo possa fare al tuo posto. E soprattutto quando il caso lo permette e anzi lo ritiene necessario.

 Veicoli connessi e pronti a tutelarci dal pericolo.

A titolo di esempio, oltre a coadiuvare gli altri sensori dei sistemi avanzati di assistenza alla guida, quali radar, lidar e videocamere, la tecnologia C-V2X opera anche in condizioni di scarsa visibilità alla guida. In sostanza, ottimizza la capacità di vedere, sentire e comunicare a distanza, anche in presenza di angoli ciechi.

Qualcosa di inimmaginabile fino a poco tempo fa. Eppure è ciò che si sta creando dietro le quinte. “La connessione dei veicoli con il mondo è una delle nostre priorità. Siamo più che pronti a sfruttare il potenziale delle reti cellulari per dotare i veicoli di funzionalità avanzate. Una stretta collaborazione tra costruttori automotive, OEM, operatori mobili e fornitori di infrastrutture e chipset è fondamentale per permettere lo sviluppo e l’evoluzione della tecnologia Cellular V2X”. Parola di Lars Schultheiss, Vicepresidente e responsabile della Business Unit Infotainment & Connectivity di Continental in Giappone.

Speculare il ragionamento di Tetsuo Sasaki, General Manager della divisione Connected Car and Services Engineering di Nissan. Finalizzata la raccolta dei dati e la disponibilità della tecnologia 5G – dice – si può subito partire.

La partnership metterà in campo know how, competenze e strumenti messi a disposizione da ognuna delle aziende nei rispettivi settori di riferimento. Tra le altre cose, Continental integrerà i sistemi di bordo di cui saranno dotati i veicoli Nissan. Si servirà del nuovo C-V2X Reference Design di Qualcomm, che include il chipset Qualcomm 9150 C-V2X con funzionalità GNSS (il sistema globale di navigazione satellitare). La casa nipponica svilupperà scenari di prova ad hoc concentrandosi sulle comunicazioni dirette da veicolo a veicolo, da veicolo a infrastruttura e da veicolo a pedone, nonché sulla V2N, la trasmissione di informazioni dal veicolo al network.

 In Europa c’è chi ha giocato d’anticipo…

Non una novità, invero, in Europa. Dall’anno scorso i brand Bosch, Vodafone e Huawei stanno testando questa nuova tecnologia che fornisce assistenza alla guida aiutando a prevenire il rischio di incidenti. I primi risultati, forniti da prove sul campo con moduli di prova 5G sull’autostrada A9 in Baviera, hanno dato risultati confortanti. Implementando il sistema Adaptive Cruise Control (ACC), è possibile infatti mantenere la velocità specificata dal guidatore e la distanza preimpostata dal veicolo che si trova davanti. Ma c’è di più. L’ACC agisce in un certo senso anche da “chiaroveggente“, rilevando un veicolo che taglia improvvisamente la strada non appena entra nel campo rilevato dal sensore radar.

Comunicando con il Cellular-V2X e scambiando informazioni a tutti i veicoli nel raggio di non più di 300 metri, è possibile predire questi eventi in anticipo.

Finora la tecnologia Cellular V2X è stata utilizzata per avvisare il conducente in tempo reale sui cambi di corsia in autostrada o in caso di frenata improvvisa del veicolo che precede. Il nuovo sistema di telefonia mobile pone però le basi per una guida autonoma. L’ACC non è soltanto in grado di avvisare il guidatore, ma anche di accelerare e frenare in maniera automatica. Il passo successivo sarà insegnare ai veicoli a comunicare tra loro e a scambiarsi dati direttamente. Autonomamente. E allora sì che saremo proiettati nel traffico del futuro, quando viaggiare liberi e senza stress non sarà più una mera utopia.

 MotorAge.it – Andrea Sicuro

 

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