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4L Trophy: il rally nel deserto porta solidarietà

 Oltre 1.500 equipaggi a bordo di Renault R4 partiti dalla Francia per raggiungere Marrakech e portare aiuti ai bambini africani.

Quando si mettono insieme il brivido dell’avventura e il messaggio di solidarietà, il mix può essere davvero interessante.

Oltre 1.500 equipaggi provenienti da tutta Europa hanno preso parte al 4L Trophy, un celebre rally raid umanitario del Vecchio Continente, ideato nel 1998 dall’ École Supérieure de Commerce de Rennes.

Alla competizione no-profit, partita il 15 febbraio dalla cittadina francese di Biarritz con arrivo il 25 a Marrakech, partecipano studenti universitari a bordo di vetture Renault R4. “Le 4L” guidate dalla penisola iberica fino all’Africa attraverso il deserto del Marocco, bivaccando e affrontando percorsi tortuosi per portare aiuti concreti ai bambini più bisognosi. Negli anni, tra le altre cose, sono stati forniti cibi non deperibili, materiali didattici e sportivi e costruite aule scolastiche.

 Italia presente con Norauto.

Il Belpaese non si è fatto trovare impreparato davanti a tale nobile missione. L’Italia è infatti ben rappresentata da Norauto, azienda specializzata nella vendita di accessori e ricambi auto. Nel team sono presenti tre giovani ragazzi italiani. Sono Ferdinando De Candia, 31enne comandante del gruppo, Dario Cammarata, 34 anni, e la 22enne Alessia Parimbelli, che a suo modo ha già fatto la storia essendo una delle prime donne meccanico a partecipare alla manifestazione.

Ogni team porta con sé due studenti universitari, che hanno organizzato raccolte fondi per iscriversi al rally e portare il loro contributo benefico. Non propriamente uno scherzo. Il viaggio lungo dura dieci giorni, e non privi di insidie. Il regolamento che mette a disposizione dei concorrenti soltanto una mappa e una bussola per orientarsi nel deserto affrontando prove di vario tipo.

Al termine di ogni corsa sono stilate delle graduatorie di merito, per decretare i vincitori. Prevista una classifica generale per ogni tappa, una dedicata alle ragazze e un’altra rivolta agli equipaggi europei non francesi. Anche se in questo caso, quando si tratta di solidarietà, tutti hanno vinto già in partenza.

 Andrea Sicuro

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