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Le Yamaha M1 di Rossi e Vinales per il MotoGP 2018

 In sella alla Yamaha M1 2018, Rossi e Vinales avranno mille e uno pensieri. Si troveranno a gestire il proprio rapporto col futuro, umano e professionale, ciascuno a modo proprio. Ma è anche la stessa Yamaha a dover fare molti conti con la nuova stagione MotoGP.

Fallire una stagione ci sta: è normale, quasi fisiologico. Ma se errare è umano e perseverare è diabolico, allora le Yamaha non possono davvero più sbagliare. E’ stata svelata al Matadero di Madrid la nuova Yamaha M1 con cui Rossi e Vinales devono dare l’assalto al Mondiale MotoGP. Tante le attese per la rinascita dopo l’ultima annata nettamente al di sotto delle aspettative.

Dopo la Ducati, un altro team ha deciso di calare i veli sulla monoposto che andrà a caccia di Marc Marquez e la Honda. Ma più di tutto conterà riscattarsi e ripartire dagli errori commessi in un’annata che prometteva bene inizialmente, salvo poi andare sempre più scemando. Per farlo, la casa di Iwata ha deciso di confermare il suo team, atteso a una stagione da protagonista fino in fondo al Motomondiale. Come non è stato nel 2017, con le moto di Valentino Rossi e Maverick Vinales, mai veramente in partita per il titolo, e finite a -36 dalle Honda iridate.

Numeri sconfortanti per un team abituato a vincere e che non si può accontentare di un semplice ruolo da comparsa. Zero alibi ai suoi due piloti, dunque. Che almeno inizialmente partiranno entrambi alla pari, come è giusto che sia.

 La messa a punto l’abilità per fare la differenza.

Tra molti equilibri e poche certezze, la sola garanzia è puntare sull’esperienza del “Dottore” per trovare ogni volta il filo giusto. Entrambi i piloti, del resto, vogliono giocarsi le proprie fiches nella partita iridata che vedrà coinvolti, oltre a loro e al campione Marquez, anche le Ducati. Non sarà semplice avere la meglio sulla concorrenza che si preannuncia spietata. La classe regina, del resto, è cresciuta molto, come dimostrano l’equilibrio che a lungo ha regnato in pista anche nell’ultimo anno con un torneo in bilico fino all’ultima curva. Ma finché si è ballo, tanto vale la pena di ballare. Non provarci neanche risulta quantomeno delittuoso.

La nuova Yamaha M1 presenta poche novità rispetto alla versione precedente. Come sempre, domina il blu scuro nella livrea. Nella moto numero 46 di Rossi c’è sempre il giallo mentre Vinales ha confermato il rosso. Cambia invece il colore del logo del main sponsor: la M di Movistar passa dal verde al bianco.

 Il dilemma di Rossi: 10° titolo o ritiro.

L’obiettivo del Dottore è sempre lo stesso: quel 10° titolo che sembra essere diventato ormai un’ossessione. Quasi una maledizione, visto che Valentino non si fregia della corona più preziosa dal 2009. Nove anni sono passati dalla conquista dell’ultimo Mondiale in sella alla Yamaha, quando Rossi era ancora un “giovincello” ma nel pieno della maturità agonistica. Adesso, con 39 anni da compiere il 16 febbraio, tutti si aspettano l’ideale chiusura del cerchio di una carriera da record.

In molti pensano anche che potrebbe essere anche il canto del cigno, con un contratto in scadenza a fine anno. “Sono molto motivato, sono pronto e in moto mi diverto ancora, mi sono allenato bene in inverno” – ha dichiarato Valentino Rossi -. “Dobbiamo lavorare sodo; la mia esperienza può aiutare a risolvere i problemi. Dobbiamo migliorare, curare l’elettronica e i dettagli per andare più veloci”. Parole chiare che rilanciano la sfida del pesarese che vuole lasciarsi alle spalle l’ultima stagione con più alti che bassi, anche a causa di un brutto infortunio che l’ha visto comunque tornare subito protagonista.

Il futuro rimane però un’incognita per il Dottore, che si è dato tre gare di tempo per decidere. Dall’altro lato la Yamaha è pronta a offrire il rinnovo per almeno un’altra stagione. Dopo il GP di Austin, in Texas, ne sapremo di più. “L’età non è un problema, il punto sono le motivazioni: capire se ho ancora voglia di allenarmi ogni giorno, oppure è arrivato il momento di sedermi sul sofà e guardare le gare in tv”. Questa la frase sibillina detta a margine della presentazione e che non lascia tranquilli tifosi e sostenitori del pilota di Tavullia. Che di certo non si rassegneranno facilmente all’idea di un abbandono delle corse da parte del loro beniamino, che forse per la prima volta ha lasciato le porte aperte a un futuro lontano dalle corse.

 Vinales sogna il Mondiale in sella alla M1.

Chi invece rimarrà saldamente in sella alla M1 è Maverick Vinales. Il pilota catalano, al secondo anno in Yamaha, ha annunciato il rinnovo dell’accordo per altre due stagioni, fino al 2020. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha spazzato via alcune nubi sul futuro, che sarebbero sopraggiunte qualora Rossi avesse deciso di prolungare il rapporto con la casa giapponese. “Sono molto contento, mi sento molto bene con il team – ha sffermato Vinales – Ho un ottimo feeling con tutta la squadra, mi sento bene qui, è come una famiglia. Sarà un piacere come l’anno scorso raggiungere il massimo livello cercando di conquistare il titolo. La pressione è sempre positiva, non mi preoccupano le aspettative”.

Vinales si presenta dunque carico all’appuntamento, dopo una prima stagione in cui ha saputo confermare in parte le buone cose viste alla guida della Suzuki. Tre vittorie nelle prime cinque gare, sette podi e il terzo posto finale nella classifica generale: numeri comunque importanti nella sua prima vera stagione da “big”. E che, se migliorati, gli potranno permettere di vivere fino in fondo il sogno più grande, quello del Mondiale. Che in molti, tra gli addetti ai lavori, gli pronosticano. Per coronarlo serve però una Yamaha più competitiva.

“Non vogliamo commettere gli stessi errori dell’anno scorso, gestendo meglio i test” E’ questa la ricetta individuata da Vinales. “Vogliamo una moto stabile, migliorare soprattutto sotto la pioggia”.

Troppo spesso infatti le condizioni atmosferiche avverse hanno limitato le performance in pista della M1, apparsa troppo incostante nel rendimento tra asfalto asciutto e bagnato. Importanti, in tal senso, saranno già i primi test a Sepang, in programma il 28 gennaio, che daranno una prima parziale indicazione sulle Yamaha, da cui ci si aspetta la riscossa sportiva.

 Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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