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Lewis IV – torna Hamilton sul trono della F1

 Se la notizia principe è il ritorno di Lewis Hamilton sul trono mondiale della Formula 1, euforica è anche la gara messicana vincente di Verstappen. Nel trambusto, grande impegno delle Ferrari, ma niente più chance per il titolo.

E’ dovuto succedere di tutto perché alla fine il Mondiale di Formula Uno consegnasse il verdetto nel GP del Messico. Lewis Hamilton si è laureato campione del mondo per la quarta volta in carriera.

Lo ha fatto al termine di una prestazione non da Mercedes. Abituate a dominare, in Messico le Frecce argentate hanno messo in bacheca il loro quarto titolo consecutivo, ma con un anonimo nono posto dell’inglese nella corsa vinta da un Max Verstappen in grande forma.

 A Hamilton basta il 9° posto per anticipare il quarto titolo di Campione.

Decisivo lo scontro al via con il rivale diretto Sebastian Vettel, il quale non è andato oltre la quarta posizione, aggiungendo in casa Ferrari un ulteriore carico di rimpianti. A Vettel sarebbe servito arrivare due gradini più in alto per prolungare di altre due settimane la partita iridata.

Onore al merito dunque a Lewis Hamilton. Certo avrebbe voluto festeggiare il titolo in modo diverso dal 9° posto, magari con un’altra vittoria. Sarebbe stato il degno coronamento di una stagione partita in sordina, e in cui è stato capace di imporsi alla distanza.

La sostanza non cambia: il britannico si è limitato a sbrigare una pratica già chiusa. Il vantaggio in classifica gli permetteva di fare qualche calcolo. Hamilton, con il suo quarto titolo, eguaglia così le vittorie in F1 di Vettel e Prost e diventa il pilota britannico più vincente di sempre. Davanti a lui rimangono soltanto Fangio con 5 e Michael Schumacher con 7. A 32 anni, e a dieci dal debutto nel circus, promette di aggiungere altri record a una carriera già leggendaria.

Chi deve fare invece mea culpa è ancora una volta la Ferrari. Incapace di approfittare delle condizioni iniziali favorevoli che permettevano una gara all’assalto. Un successo avrebbe quantomeno addolcito la pillola amara di un finale di stagione in cui a Maranello hanno sprecato le proprie carte in mano.

 Nel trambusto emerge Verstappen.

Intendiamoci, i punti importanti sono stati persi altrove dal Cavallino. A Città del Messico, Autodromo Hermanos Rodriguez, si è comunque assistito a una partenza che ha ricordato da vicino quella sciagurata di Singapore. Anche in questa occasione Vettel partiva dalla pole position, con Hamilton in terza posizione. Ancora una volta a recitare la parte del guastafeste è stato Verstappen, che scattava dietro al tedesco. La sua vettura si tocca con quella del ferrarista, che rompe l’ala anteriore e tampona Hamilton, a cui va persino peggio. L’inglese fora ed entrambi sono costretti a tornare ai box. Al rientro in pista, Hamilton deve ripartire dall’ultima posizione e Seb dalla terzultima.

Le ultime risicate chances iridate della Ferrari finiscono in pratica qui. Mentre Verstappen macina giri veloci con la Red Bull e vola in solitaria verso il suo secondo successo stagionale, seguito dalla Mercedes di Bottas e dalla Ferrari di Raikkonen.

Il giovane olandese della Red Bull sta chiudendo alla grande la sua seconda annata nel circus della Formula 1. Il clamoroso doppiaggio ai danni della Mercedes di Hamilton al 22° giro ha quasi l’aria di un passaggio di consegne tra presente e futuro. Sono in molti, infatti, a vedere nel figlio d’arte un predestinato al titolo mondiale. E chissà che anche a Maranello non ci facciano un pensierino nell’affidargli in futuro la guida di una Ferrari.

Se n’era parlato prima dell’ufficialità dei rinnovi di contratto delle sue due guide. Intanto le Red Bull potranno essere anche il prossimo anno delle mine vaganti, e forse qualcosa di più.

La casa austriaca non parte battuta nel confronto con le rivali di vertice. Non con delle Ferrari che sprecano punti, e forse nemmeno con le non sempre inarrivabili Mercedes, come dimostrato, questo serve ammetterlo, proprio dalla Scuderia del Cavallino. Almeno quando gira tutto bene.

 Raikkonen e gli altri.

Il compagno di team in Red Bull, Ricciardo, si ritira per un problema al motore, mentre Vettel raggiunge la zona punti al 26° giro. Il ferrarista quasi si scontra con la Williams di Massa e continua una rimonta, comunque degna di nota, che lo porta fino al quarto posto, a 23” da Raikkonen.

Ma non basta per continuare a tenere in piedi l’aritmetica. Prevale, a conti fatti, il rammarico per una gara che, senza quella falsa partenza, avrebbe avuto un esito diverso. Seb dimostra infatti di avere il potenziale per arrivare fino in fondo alla gara (del resto, non si vincono quattro titoli per caso). Deve soltanto sfruttarlo con costanza e senza irruenza.

Hamilton risale invece fino alla nona piazza, superando nel finale Alonso. Quanto basta per regalargli la gioia di un Mondiale meritato. Contro una Ferrari capace di dare battaglia per due terzi di stagione, acquista un significato ancora maggiore.

Ottima infine la gara della Force India di Ocon (5°), che ha chiuso davanti a Stroll, Perez e Magnussen.  Appuntamento a Interlagos, in Brasile, il 12 novembre, per la penultima gara del torneo, primo test per una stagione 2018 che dalle parti di Maranello si augurano diversa nel finale.

 Andrea Sicuro

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