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Ferrari F40 compie 30 anni. E rimane un mito indelebile

La Ferrari che negli anni ’80 accese la passione e l’orgoglio di tutti i ferraristi è arrivata al 30mo compleanno. Ma la F40 fu sopratutto la prima vettura a portare su strada prestazioni estreme.

L’ultima nata sotto la supervisione di Enzo Ferrari

Massima espressione della tecnologia del Cavallino Rampante, nacque per celebrare il 40mo anniversario di Maranello. La F40 fu presentata ufficialmente il 21 luglio 1987 dove oggi ha sede il Museo Ferrari e fu l’ultima a portare la firma del fondatore.

Lo scopo della sua creazione nasce dall’esigenza di trovare un’erede per la 288 GTO. Però a quei tempi sembrava impossibile creare una vettura che andasse oltre i 400 Cv, 305 Km/h di velocità massima e offrisse accelerazioni mozzafiato per merito di un rapporto peso potenza di appena 2,9 Kg/Cv. Invece la casa di Maranello nel 1987 realizzò una specie di F1 adattata all’uso stradale. Con la scocca quasi tutta in Kevlar, la carrozzeria in fibra di vetro, con il cofano interamente sollevabile come sulle sport prototipo e coperto da un enorme plexiglass per lasciare in vista il motore. Magnifica.

Il V8 di 3000 cc biturbo della F40 sviluppava 478 Cv e garantiva prestazioni eccezionali: 4,1 secondi per scattare da 0 a 100 e 324 Km/h di velocità massima. Senz’altro esplosiva! Ma molto impegnativa da guidare, per via dell’elevatissima potenza e del turbo, e solo pochi piloti poterono apprezzarne le sue grandi capacità dinamiche e le prestazioni elevatissime e che ancora oggi non sfigurerebbero al cospetto delle più blasonate supercar.

Ne sono state prodotte solo 1337

La Ferrari F40 è passata alla storia anche per essere stata oggetto di forsennate speculazioni. Infatti all’epoca la macchina era in listino all’esorbitante cifra di 400 milioni, ma veniva regolarmente venduta sul mercato “nero” a 1,5/2 miliardi di lire. Inoltre la produzione della vettura, avrebbe dovuto essere limitata a 1000 esemplari, raggiunti peraltro in pochissimo tempo. In seguito, quando ormai a Maranello si era deciso di interrompere la produzione della supercar, la più veloce delle Ferrari ottenne l’omologazione per il mercato americano e la casa costruì altre 200 macchine. Che successivamente divennero 1337 esemplari in totale.

I ricordi dei suoi artefici

Nell’anniversario della nascita di questa leggenda dell’automobilismo, Ferrari ha raccolto i ricordi di alcuni dei suoi artefici. Come Leonardo Fioravanti, che per Pininfarina lavorò al design e Ermanno Bonfiglioli, che in qualità di Responsabile Progetti Speciali si occupava di motori sovralimentati. In particolare, Ermanno Bonfiglioli  non ha dimenticato l’emozione di quel 21 luglio: “Non ho mai vissuto una presentazione come quella della F40. Quando fu tolto il telo dalla vettura, la sala fu percorsa da un brusio seguito da un fragoroso applauso. Nessuno, se non gli stretti collaboratori di Enzo Ferrari, l’aveva ancora vista. L’iter di sviluppo e sperimentazione era stato avvolto infatti da una segretezza insolita all’interno dell’azienda. E la sorpresa per un simile salto stilistico fu quasi uno shock“.

Dario Benuzzi, test driver con una lunghissima esperienza in Ferrari, ricorda invece i test effettuati per domare la potenza del motore. “Fu necessario sottoporre a innumerevoli test ogni aspetto della macchina: dai turbocompressori all’impianto frenante, dagli ammortizzatori agli pneumatici. Il risultato fu un eccellente carico aereodinamico e un’alta stabilità anche a velocità estreme. Ottenemmo esattamente la vettura che volevamo, con pochi comfort e senza compromessi: priva di servosterzo, servofreno e dispositivi elettronici, richiede abilità e impegno al pilota ma lo ripaga generosamente con un’esperienza di guida unica. La precisione della sterzata, la tenuta stradale, la potenza dei freni e l’intensità dell’accelerazione raggiunsero livelli allora ineguagliati per un’auto stradale

Nata quando le vetture da competizione erano le stesse guidate su strada, la F40 anche 30 anni dopo è un capolavoro di ingegneria e di stile, entrato nell’immaginario collettivo come simbolo di un’epoca.

La redazione

 

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