MotorAge New Generation

Tutte le scommesse di Range Rover Velar

Design d’arte e hi-tech: Velar è come un “All In” sul poker

Come la Range Rover originale è entrata al Louvre di Parigi quale esempio d’arte, la nuova Range Rover Velar è stata accolta al Design Museum, accanto alle grandi opere di design. Organizzazione sapiente visti i rischi in gioco. Davvero serviva infilare un modello cercando spazio tra Range Sport ed Evoque? Considerando poi la buona clientela conquistata dal Discovery Sport. Eppure Jaguar Land Rover ha voluto creare un progetto esclusivo.

Nuovi concetti di “alto design” e tecnologie più fruibili sono i pilastri del progetto Velar. Un apparato di tecnologie in cui tutto deve funzionare in sinergia, deve essere come mai prima. Vuole essere per il brand di Solihull l’inizio di un nuovo capitolo per il mondo dei SUV “nobili”.

Il pre-lancio a Londra, a precedere i riflettori del grande debutto al Salone di Ginevra, è servito a dare lustro agli investimenti dedicati alla Velar. Perché i rischi, lo sanno bene, ci sono, e al quarto modello della famiglia dei Range non è consentito fallire. Un semplice discreto successo non è previsto, non servirebbe; calando il poker l’intero gruppo Jaguar Land Rover si gioca una specie di “All In“.  Per Velar è stato fatto slittare ulteriormente il debutto del Defender di nuova generazione (C100 e C100 Sport), nei territori della Jeep Renegade.

Per il lancio di Velar è stato preparato di tutto, incluso il filmato documentario della nascita, modelle vip come la londinese Poppy Delevingne (legata a Mrs. Beckamp, se ricordate stilista Range Rover), la mostra dedicata firmata dal famoso fotografo Gary Bryan.


Senza girarci troppo intorno (avremo modo di approfondire il tutto), vediamo le doti salienti che devono rendere Velar più che speciale.

Come il rendere le tecnologie applicate particolari, facili, più godibili. Il cuore del sistema è il nuovo avveniristico infotainment Touch Duo Pro. I progettisti lo hanno soprannominato “Blade”, in omaggio al profilo filante delle superfici, e sarà l’impronta del prossimo sviluppo della gamma Range Rover.

Velar ha beneficiato di tutta l’esperienza Land Rover nell’uso dell’alluminio. Stile potente, ma votato alla semplicità hi-tech. La qualità deve essere ben percepibile. Ruote da 18″ a 22” di diametro, doppi scarichi, protezioni sottoscocca vogliono indicare la presenza di istinti all-terrain oltre che alludere alle performance in senso generale.

Le maniglie a filo carrozzeria estraibili sono una novità per Range Rover: un altro elemento che deve comunicare alta tecnologia.

A seconda degli allestimenti ci sono quattro tipi di gruppi ottici anteriori a LED con al vertice i Matrix-Laser LED, con il cono di luce che segue l’angolo di sterzo (per i fari abbaglianti è dichiarata una profondità di illuminazione di 550 metri).

Le personalizzazioni sono ritenute importanti per la soddisfazione dei clienti. Di partenza, a esempio, le varianti R-Dynamic montano un paraurti più alto e prese d’aria maggiorate.

Innovazioni come arte moderna

Delle raffinatezze e tecnologie a bordo si parla come la nuova linea guida del futuro. Non è questione di riscaldamento, rinfrescamento, massaggio o reclinazione elettrica anche per chi viaggia dietro. L’esecuzione vuole essere ammirata nei dettagli nascosti.

Rappresentanti delle innovazioni, i due touchscreen da 10″ del nuovo sistema di infotainment Touch Pro Duo, i due comandi rotativi multifunzione (di cui quello della trasmissione a scomparsa).

Di fronte a chi guida, due cockpit analogici divisi da un display TFT da 5″ oppure un Interactive Driver Display da 12,3″, come un cruscotto virtuale configurabile. Con l’head-up display le info sono proiettate sul parabrezza. Particolari le combinazioni di finiture in acciaio, fibra di carbonio e rame. Ancora Led per configurare l’illuminazione ambiente.

Il portellone è motorizzato a comando gestuale. Può diventare complice nell’idea Land Rover dell’Activity Key, il bracciale impermeabile (pensando alle attività sportive) che permette di accedere alla vettura senza usare il telecomando, ma solo accostando il bracciale allo stemma Land Rover sul portellone.

In prima mondiale, Touch Pro Duo

Come dicevamo, sulla Velar debutta il nuovo sistema di infotainment Touch Pro Duo, il più all’avanguardia mai utilizzato da Jaguar Land Rover. L’interazione con l’interfaccia è come quella di un tablet: swipe per il cambio menu, pinch per lo zoom, scrolling per le mappe.

Da annotare dotazioni quali l’hotspot Wi-fi per otto dispositivi, la connettività 4G, il sistema di intrattenimento per la seconda fila di sedili, processore Intel quad core 60 GB e network ethernet ultraveloce. Significa dati in tempo reale, servizi geolocalizzati, email o messaggi, ma anche mappa Street View a 360° del luogo di destinazione e indicazioni sul parcheggio più vicino.

E anche una volta parcheggiato, la Range Rover Velar non ti molla: il sistema prosegue a fornire assistenza trasferendo allo smartphone le indicazioni per raggiungere una meta, a piedi o con mezzi pubblici.

Fa impressione pensare che si possa controllare determinate funzioni del veicolo a distanza, da ogni parte del mondo. L’app InControl Remote consente di verificare il livello di carburante, bloccare/sbloccare le portiere, rintracciarlo mediante uno smartphone o uno smartwatch. È anche possibile, a distanza, avviare il motore e regolare il clima prima di salire a bordo. In caso di furto, il Secure Tracker può rintracciare il veicolo rubato con un App ed uno smartphone.

Assistenti alla sicurezza

Un ampio gruppo di sistemi di assistenza alla guida sono dedicati alla sicurezza su strada e a confermare gli istinti tuttoterreno delle Land Rover. L’impianto di sicurezza attiva si dimostra effettivamente evoluto. In molti conoscono bene, a esempio, l’Autonomous Emergency Braking (AEB), anche perché viene tenuto in alta considerazione da Euro NCAP nelle valutazioni di sicurezza attiva (se la videocamera stereo rileva un rischio di collisione, il sistema reagisce con la frenata automatica).

Si integra il Traffic Sign Recognition (TSR) che rileva i limiti di velocità, e sistemi quali Park Assist e Parking Aid a 360° che devono agevolare parcheggi e manovre in spazi ristretti.

Capacità su asfalto e off-road

La mobilità in fuoristrada è un valore su cui Land Rover deve dimostrare netta superiorità rispetto alla media. Per l’assetto utilizza schemi raffinati, specie l’Integral Link delle sospensioni posteriori. Grande articolazione delle ruote, profondità di guado fino a 650 mm.

Altro vero plus, bisogna ammettere, sono le sospensioni pneumatiche (di serie o optional a seconda del motore) che abbassano o alzano l’altezza da terra secondo necessità e configurazione scelta. In modalità off-road, sotto ai 50 km/h, l’altezza di marcia aumenta di 46 mm rispetto a Normal, ovvero a 251 mm da terra.

Ci vorrà un servizio dedicato per approfondire le funzioni di tutto il vasto gruppo di sistemi elettronici combinati alla trazione integrale e che influenzano le dinamiche di marcia e di guida. A esempio il Torque Vectoring by Braking (TVB) per il controllo del sottosterzo, Intelligent Driveline Dynamics (IDD) per distribuzione della coppia, il sistema ad andatura controllata a bassa velocità, il differenziale posteriore che può arrivare al bloccaggio, e poi il “comandante” a capo di tutti i parametri, il Terrain Response di Land Rover. Particolare il fatto che le funzioni vengano attivate tramite il comando rotativo riconfigurabile del sistema di infotainment, o direttamente dal touchscreen. L’hi-tech a favore della pulizia del design a bordo.

Chicca innovativa per i patiti dei dettagli, nel menu 4×4 riporta informazioni e grafiche sulle pendenze (il display mostra i gradi di inclinazione e le immagini delle videocamere anteriore e posteriore) oltre ai dati su angolo di sterzo, distribuzione della trazione, articolazione delle sospensioni e sulle rilevazioni del Wade Sensing.

Con il sistema Configurable Dynamics (che sarà di serie sulle versioni First Edition), sul touchscreen appare anche la schermata Dynamic-I che mostra i g, il cronometro e l’attivazione del pedale acceleratore.

Veniamo ai motori, segnali evidenti nel dimostrare competitività. Sono sei i propulsori proposti sulla Velar, tutti abbinati ad una trasmissione automatica a otto rapporti ed alla trasmissione integrale.

I Diesel della famiglia Ingenium coinvolgono due varianti a quattro cilindri da 2.0 litri turbo, per la versione D180 (180 CV e coppia massima di 430 Nm) e D240 (240 CV e gran coppia di 500 Nm). Il top dei Diesel è il V6 3.0 litri delle D300 (300 CV e la ragguardevole coppia massima di 700 Nm). Con questo propulsore, la Velar può accelerare da 0 a 100 km/h in soli 6,5 secondi e raggiungere i 241 km/h. Quanto ai motori ciclo Otto a benzina, si parte dal quattro cilindri 2.0 litri Ingenium con turbocompressore twin scroll; il P250 (250 CV e 365 Nm). La variante 4 cilindri più potente, è la P300 (300 CV e 400 Nm) ed è il più prestante 4 cilindri mai montato su una Land Rover. Questo motore sarà però commercializzato successivamente al lancio.

Il capo famiglia dei benzina è il V6 3.0 sovralimentato (P380) dotato di compressore volumetrico con sistema Twin Vortex (380 CV e 450 Nm di coppia massima). E’ stata cronometrata un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 5,7 secondi.

Range Rover Velar viene prodotta nella fabbrica di Solihull. La commercializzazione parte dall’estate 2017 in oltre 100 mercati nel mondo. La First Edition proposta al lancio resterà nella gamma per un anno, con le sue dedicate personalizzazioni.

MotorAge.it | Fabrizio Romano

 

Exit mobile version