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20 anni di crash test Euro NCAP. Tra elogi e litigi


Europee a dura prova

Sono trascorsi vent’anni da quando Euro NCAP ha avviato i crash test sulla sicurezza delle nuove autovetture introdotte sul mercato europeo. Prove sempre più severe, selettive e costantemente affinate.

Negli ultimi anni si sono visti introdurre i test per gli impatti sui pedoni (pedestrian), quelli di sicurezza attiva con la presenza del sistema di frenata assistita (definito AEB). Per alcuni modelli la doppia valutazione “dual rating” con equipaggiamento di serie e, dove previsto, con l’aggiunta opzionale di un safety pack (pacchetto sicurezza).

Oltre le stelle

Forse, a non aver funzionato quanto pensavano, o almeno a non avere riscosso i consensi da loro attesi è stato il programma “Advanced Award“, creato per premiare i “Best of the Best”, i costruttori e i rispettivi migliori modelli in fatto di sicurezza. Un premio che vuole andare oltre la conquista delle 5 stelle. Una specie di “Club super esclusivo” il cui accesso ha dopo un po’ cominciato a destare polemiche per i criteri di selezione, da qualcuno tacciati come occulti e unilaterali. Insomma, quel qualcuno cominciò a lamentarsi.

Nel complesso però, i test Euro NCAP sono diventati un passaggio obbligato per i costruttori e il buon nome di un proprio veicolo. Le medaglie, o meglio le stelle al petto sulla sicurezza possono venire sfoggiate con orgoglio, e se qualcosa va storto, c’è sempre tempo per rifarsi con una seconda possibilità. Di solito prontamente preannunciata, previo qualche intervento e modifica evidentemente opportuni.

Di fatto, vent’anni di lavori sono serviti sicuramente a risparmiare moltissime vite (umane e non) e tanti feriti, con 1.800 veicoli testati (compreso un round speciale per le micro-car), 630 valutazioni di sicurezza, 160 milioni di euro investiti dal 1997 ad oggi.

Diversi valori e punti di vista

Con il suo Protocollo Internazionale, NCAP si fa vanto di essere un’agenzia indipendente, per molti versi in misura maggiore rispetto alla NHTSA negli U.S.A. Il dipartimento legato al governo gode di più risorse, parametri forse meno rigidi ma che includono pure valutazioni decisamente avanzate, tipo la risposta delle tecnologie per la guida automatizzata o dei sistemi di connettività. Anche contro il loro “hackeraggio”.

I test sicurezza, come dicevamo, si sono fatti nel tempo sempre più accurati. Dal prossimo anno sono previsti test anche riguardanti l’impatto sui ciclisti, come ha anticipato il Segretario Generale Euro NCAP, Michiel van Ratingen. “Siamo fieri dei risultati – ha dichiarato  Ratingen – ma i ritmi dei miglioramenti rallentano: non dobbiamo abbassare la guardia”“Il prossimo anno sottoporremo a test i sistemi che riconoscono ed evitano l’impatto con i ciclisti e stiamo pianificando una roadmap particolarmente impegnativa per il periodo 2020-2025”.

Dal 4 febbraio 1997, quando Euro NCAP diffuse i primi risultati di crash test europei realistici e confrontabili, per i consumatori è diventato possibile paragonare i livelli di sicurezza dei diversi modelli di autovetture. Le industrie automobilistiche, infatti, erano tenute al solo rispetto di requisiti di legge minimi per passare i crash test sui veicoli nuovi, i cui risultati non venivano resi pubblici.

Cominciarono a venir fuori le carenze nella sicurezza di autovetture diffuse, e i costruttori si ritrovarono presto alle strette, come con una Colt puntata alla testa, e vista la sempre maggiore fama dei test, si sono modificati nel tempo molti criteri di progettazione. Anzi, ormai da tempo l’industria automobilistica supporta attivamente lo sviluppo di nuovi requisiti per valutare le tecnologie per la sicurezza. Gli airbag si sono moltiplicati a bordo delle vetture, e i segnalatori del non utilizzo delle cinture, come il dispositivo di controllo elettronico della stabilità, sono ormai standard di serie in tutte le vetture vendute in Europa.

Elettronica determinante

La maggior parte delle auto nuove hanno una valutazione Euro NCAP (indicate 9 auto su 10, ma il rapporto sembra leggermente ottimistico). Comunque sia, attraverso il Protocollo Internazionale, i veicoli sul mercato europeo possono oggi raggiungere una valutazione da una al massimo di 5 stelle. Queste vengono attribuite non soltanto per la capacità di proteggere chi è a bordo del veicolo e i pedoni, ma anche rispetto alla capacità di ridurre gli effetti, o di evitare, la collisione.

I test riproducono le condizioni realistiche di un incidente. Questione di equipaggiamenti e di tecnologie, di serie o almeno opzionali (per questo sono state introdotte l’anno scorso le doppie valutazioni dual rating). Le capacità di un veicolo di offrire protezione, nonché di azionarsi per contrastare i rischi di un impatto (livelli di sicurezza passiva e attiva) fanno e faranno sempre più la differenza nelle scelte di tutti.

Fabrizio Romano

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