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Mini Countryman Cooper S: Maxi interpretazione

Impressioni di guida

Della filosofia “compatta fuori grande dentro”, tanto cara a Sir Alec Issigonis, è rimasto ben poco. L’ultima nata tra le Mini, è infatti il modello di gran lunga più grande nella storia del Marchio, ma nonostante questo la Mini Countryman Cooper S non ha perso la proverbiale agilità.


Stile più che convincente

La Mini Countryman di seconda generazione ha una linea personale, gradevole e immediatamente riconoscibile. Qualcosa di diverso rispetto alla prima edizione, un po’ troppo pesante nello sviluppo delle fiancate e decisamente meglio allineato con il family feeling delle Mini odierne. In sostanza una vettura che attira gli sguardi di approvazione dei passanti e degli altri automobilisti, come abbiamo potuto verificare nei pressi di Oxford durante la prova. Già, Oxford, attuale “quartier generale” del brand Mini, dove tuttavia la Countryman non viene prodotta in quanto nasce presso lo stabilimento BMW di Born, in Olanda.

Buona abitabilità

I 20 centimetri di maggiore lunghezza della nuova Mini Countryman rispetto all’omonima progenitrice, si traducono in una migliore abitabilità. Infatti, quattro persone viaggiano comode, mentre l’eventuale quinto passeggero risulta un po’ sacrificato a causa del tunnel centrale. Molto pratica la regolazione degli schienali dei sedili posteriori, che consente di privilegiare la comodità piuttosto che la capacità di carico e viceversa.

Quanto al vano bagagli, la capacità di carico varia da un minimo di 450 litri a un massimo di 1.390 (quest’ultimo dato si ottiene con il divano completamente abbassato). Degno di nota il Picnic Bench; si tratta di una superficie di appoggio variabile che fuoriesce dal bagagliaio e consente a due persone di sedersi, sfruttando l’apertura del portellone.

Il portellone che si può aprire anche mediante il passaggio del piede sotto al paraurti (soluzione ormai diffusissima che non fa più notizia). Infine, molto valida risulta la qualità dei materiali impiegati, al pari degli assemblaggi.

Cuore senza batticuore

Il motore della Mini Countryman Cooper S è il 4 cilindri a benzina TwinPower Turbo 2 litri, erogante 190 CV. Un propulsore dalla spinta forte e progressiva, privo di quelle “impennate di coppia” riscontrabili con altre unità simili. Inoltre, complici il rapido cambio automatico a 8 rapporti e l’aderenza assicurata dalla trazione integrale All4, l’accelerazione 0-100 km/h si svolge in appena 7”2/10. Come se non bastasse, i due tubi di scarico cromati diffondono un sound corposo e gradevole, con quegli scoppiettii in rilascio divenuti una sorta di marchio di fabbrica per le Mini Cooper S.

Go kart feeling assicurato

Da sempre ogni Mini ha caratteristiche uniche in termini di tenuta di strada, stabilità e agilità e la nuova Countryman non fa certo eccezione. La vettura, infatti, è tanto divertente quanto precisa da guidare nelle curve, mentre la trazione integrale garantisce la necessaria aderenza quando il fondo stradale non è dei migliori.

Inutile pretendere però di effettuare percorsi off road impegnativi, poiché questi “non sono nelle corde” della Mini Countryman che rimane fondamentalmente un’auto sportiva, come dimostra l’assetto ribassato. E la sportività la si ritrova anche nello sterzo diretto, la cui “prontezza di riflessi” richiede un minimo di abitudine in nome di quell’insuperato e indispensabile “Go kart feeling” Mini.

Gian Marco Barzan

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