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Alfa Romeo Giulia Veloce 2.0 Turbo Q4: Piacere di guida integrale

Impressioni di guida

Ancor più precisa nelle curve rispetto alla versione con trazione posteriore, la Giulia Veloce Q4 con il sistema AWD Q4 gestisce perfettamente i 280 CV erogati dal nuovo motore 2.0 Turbo a benzina.


Il sound di un tempo
Cintura di sicurezza allacciata, sedile regolato molto in basso, un tocco al pulsante Start e il motore 4 cilindri 2.0 Turbo benzina MultiAir si avvia in un sound entusiasmante. I due generosi terminali di scarico diffondono, infatti, un rombo tipicamente Alfa Romeo rimandando ai 4 cilindri bialbero delle Alfetta Anni 70 e 80. Cambio posizionato in Drive (si tratta dell’automatico ZF a 8 rapporti) e la nostra prova della Giulia Veloce 2.0 Turbo Q4 ha inizio. Il propulsore al 100% Alfa Romeo ha parecchia “schiena” fin dai bassi regimi, ti fa percepire la sovralimentazione attraverso una spinta notevole e costante, senza manifestare fenomeni di turbo lag. Ben presto diviene istintivo utilizzare la funzione manuale del cambio, attraverso la classica leva o i praticissimi paddle fissi al piantone, e guidare sportivamente.

Inutile dire che il binomio motore- cambio sulla Giulia Veloce è tra i più riusciti in assoluto; il primo sale di giri che è un piacere, mentre il secondo è in grado di effettuare passaggi di marcia in appena 150 millisecondi. Quanto alle prestazioni, l’accelerazione 0-100 km/h si svolge in 5”2/10, mentre la velocità massima di 240 km/h è ottima come valore assoluto ma non eccezionale in rapporto alla potenza. A titolo di confronto, infatti, l’indimenticata Alfa 156 GTA 3.2 faceva segnare 250 km/h e aveva 250 CV, contro i 280 della Giulia.

Sottosterzo “non pervenuto”
La strada dinanzi a noi diviene ricca di curve, le condizioni d’aderenza sono ottimali e la Giulia Q4 si comporta come fosse una normale trazione posteriore inviando il 100% della coppia al retrotreno. Gli inserimenti in curva sono netti, veloci e precisi e il mantenimento della traiettoria ottimale è assecondato sia dall’eccellente layout sospensivo a doppi quadrilateri deformabili anteriormente e multilink posteriormente, sia dallo sterzo molto diretto. Quest’ultimo, rimane sempre un po’ troppo leggero anche selezionando l’impostazione Dynamic del sistema Alfa DNA, ma ben presto ci si abitua. Tra una curva e l’altra comincia a piovere e le condizioni d’aderenza peggiorano repentinamente.

Il sistema Q4 “legge” perfettamente questa situazione, poiché il suo ripartitore elettronico tiene costantemente monitorati l’accelerazione laterale e longitudinale, il numero di giri delle ruote, gli angoli d’imbardata e di sterzo, nonché la posizione di freno e acceleratore. In base a questi parametri, quando si approssima la perdita d’aderenza del retrotreno, il Q4 invia fino al 60% della trazione alle ruote anteriori. In sostanza, con la strada bagnata fradicia di pioggia abbiamo percepito il lavoro della trazione integrale sotto forma di una maggiore neutralità di comportamento. In altre parole, la ripartizione di coppia tra i due assali scongiura sia il sovrasterzo che il sottosterzo. In particolare, non compare nemmeno forzando l’ingresso in curva e riaprendo l’acceleratore in netto anticipo. Tali qualità si devono principalmente a una perfetta interazione tra meccanica ed elettronica, al pari della distribuzione dei pesi sui due assali di 50-50.

Qualità di riferimento
Oltre alle eccellenti caratteristiche di performance complessive, la Giulia  Veloce Q4 (al pari delle versioni a trazione posteriore) si distingue per l’alto livello di realizzazione sconosciuto a qualunque altra Alfa Romeo del passato. La berlina di Arese, infatti, vanta assemblaggi impeccabili e una qualità percepita superiore rispetto a quella della BMW Serie 3, ma leggermente inferiore nei confronti della Audi A4 che rimane l’indiscusso benchmark nel Segmento D. In sostanza, la Giulia se la gioca alla grande anche in termini qualitativi con le temibili competitor tedesche, riuscendo talvolta a far meglio. Però, avremmo preferito che l’ispirazione alle vetture “Made in Germany” non riguardasse anche lo stile, poiché se è vero che il frontale e la parte posteriore della Giulia sono inconfondibilmente Alfa Romeo, le fiancate tradiscono più di una somiglianza con la BMW Serie 3.

A voler essere ipercritici, probabilmente queste affinità non si sarebbero manifestate se il Centro Stile Alfa Romeo fosse rimasto ad Arese, nelle vicinanze del Museo Storico e delle sue preziosissime fonti d’ispirazione. Ma la Giulia ha comunque quella “bellezza necessaria” tipica delle migliori vetture appartenenti al Biscione Visconteo e questo è ciò che importa maggiormente. Infine, tornando a trattare dell’eccellente motore 2.0 Turbo benzina da 280 CV, l’unico difetto (se così si può definire) è l’allungo che si esaurisce poco dopo i 5.500 giri/min.. Ma chi scrive è un irriducibile nostalgico dei motori Alfa bialbero con due carburatori Weber doppio corpo, capaci di allungare fino a 7.500 giri/min. nel loro urlo lacerante. Semplicemente un’epoca irripetibile.

Gian Marco Barzan

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