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Marquez campione del mondo con Honda. Nel disastro Yamaha

Marc Marquez è il nuovo campione del mondo della classe regina. La corsa in Giappone è finita con l’epilogo più probabile, scontato.

Per arrivarci però è dovuto accadere di tutto, perfino che a omaggiarlo della corona fossero i suoi diretti rivali, i quali a turno hanno deciso di alzare bandiera bianca, quasi come a voler terminare l’agonia di un campionato ormai impossibile da sostenere.

E allora lunga vita al Cabroncito che conquista il suo quinto titolo mondiale e lo fa in maniera netta e strameritata. Il torneo (visto oggi) non sembra mai aver avuto storia, talmente evidente è stata via via la superiorità dello spagnolo della Honda nei confronti dei piloti Yamaha. Due segnati dalle divisioni interne, che non sono riusciti a diventare veramente pericolosi nella partita per il titolo iridato, vuoi perché segnato da un divorzio forse troppo frettolosamente annunciato (Lorenzo che l’anno prossimo correrà in Ducati), vuoi perché  ancora scottato dalla delusione dell’anno precedente (quel Rossi che avrebbe dovuto trasformare la rabbia per la beffa di Valencia in energia positiva). Come spesso accade, succede quindi che tra i due litiganti a godere alla fine sia (giustamente) il terzo.

Marquez porta a casa l’ennesima vittoria stagionale in quel di Motegi dominando in lungo e in largo, come molto spesso ha fatto in stagione. La corsa di Motegi non ha fatto altro che ribadire un verdetto che da tempo era nell’aria. Il neocampione iridato al quarto giro ha preso il comando spegnendo le ultime residue speranze dei suoi inseguitori, Rossi che partiva dalla strepitosa pole di sabato e Lorenzo che al via è scattato subito davanti a tutti. E’ il segnale leader ha voglia di chiudere la partita in fretta e che la concorrenza non avrebbe voluto cogliere.

Quello che nessuno si sarebbe aspettato di vedere qui in Giappone è l’improvviso harakiri dei due alfieri della Yamaha. L’inseguimento forsennato, testardo di Valentino termina infatti prematuramente, quando scivola ed è costretto al ritiro. Tocca quindi a Lorenzo cercare di incollarsi alla moto di Marquez e recitare la parte del guastafeste. Compito che gli riesce anche bene, fino a cinque giri dalla fine, quando va ad imitare il Rossi allungandosi per terra e dando via libera alle celebrazioni del Cabroncito, che può così gustarsi il sapore dolce della vittoria con tre gare di anticipo.

Tre gare che fungeranno da passerella per il neocampione e per assegnare l’esito della battaglia per platonico secondo posto nella classifica piloti tra Rossi e Lorenzo, costretti a vivere l’ultimo capitolo della loro faida interna prima di salutarsi con ben pochi rimpianti.

Sul podio finiscono quindi la Ducati di Dovizioso (l’unico italiano a saltare felice nell’ultimo week- end) e Vinales.

Andrea Sicuro

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