MotorAge New Generation

Land Rover nuova Discovery: potere alla polivalenza hi-tech

Stile rappresentativo e tecnologia quasi robotica. Così. con la Discovery della nuova generazione, la quinta, Land Rover vuole interpretare la polivalenza maxima, globale, della mobilità hi-tech. Video

E’ vero che i modelli Sport hanno preso le redini commerciali di Solihull, ma diciamola tutta, ancora; dopo l’uscita di scena del Defender, la “Disco e basta” sfoggia la maggiore completezza tecno e le prestazioni più globali nella gamma 4×4 inglese .

La nuova Discovery si presenta come una specie di veicolo universale: può intrigare gli specialisti offroad come chi è a caccia di family wagon tuttoterreno, possibilmente formato premium..

Land Rover punta molto sull’immagine e sul design, ben riconoscibile come frutto del gene Discovery e al contempo fortemente innovativo. Ne fece assaggiare le idee, il DNA, con il Concept Discovery Vision del 2014.

Ed ecco la vera quinta generazione, nuova Discovery m.y. 2017 o Discovery 5, chiamatela come volete a seconda della latitudine. Con il tetto rialzato come le serie precedenti, superfici scolpite che rompono con la tradizione, qualche grafica ripresa dalla Discovery Sport. Con un Cx di 0,33 è la più aerodinamica di sempre, ma è anche lunga 4.970 mm, 141 mm più di prima. Quindi una tutto-terreno full-size, dalle dimensioni generose.

Cambia la divisione del portellone, ora con una pezzo grande, apribile anche con comando gestuale, e una ribaltina alta 285 mm che può sostenere 300 kg. Quanto al volume del bagaglio, si hanno 258 litri con sette posti occupati, 1.231 litri con 5 posti, e fino a 2.500 con due.

Avanzata Multimediale – Infatti, Land Rover ha affinato i comfort dei cinque o sette posti, “poltronati” (volendo anche tutti riscaldabili, rinfrescabili e con massaggio), che si plasmano, si modificano al tocco di pulsanti, dal touchscreen o perfino da smartwatch o smartphone (Intelligent Seat Fold, una primizia per il settore). Un esempio del battaglione di tecnologie utilizzate.

Un accessorio digitale utile nelle attività all’aperto è l’Active Key, un bracciale che avvicinato alla “D” di Discovery posta sul retro del veicolo disabilita il telecomando, che può essere lasciato a bordo. Preoccupazioni? A vedere le caratteristiche si direbbe nessuna. L’Active Key non ha bisogno di batterie e ha superato test in ambienti estremi, per essere impermeabile fino a 30 metri e resistere a temperature ben fuori dalla norma, da -50 a +125 gradi centigradi.

Rimanendo in campo multimediale, il Discovery utilizza tre sistemi diversi (secondo allestimento), con al top l’InControl Pro e il suo touchscreen 10″ con sistema Dual View, TV digitale e navigazione satellitare, oltre alle varie app. Da citare la connettività 3G o la modalità Commute che consiglia i percorsi in relazione al traffico.

Tramite smartphone o da smartwatch è possibile aprire e chiudere il veicolo o preimpostare a distanza il clima a bordo. A far capire la testa di coloro che hanno organizzato gli interni, basterebbe pensare alla presenza di fino a 6 prese 12V e 7 o fino a 9 porte USB. Della serie, ogni posto vale quanto gli altri.

Testa e gambe off-road – Dimenticatevi i telai a longheroni. Qui la struttura è in alluminio, che Land Rover dice altrettanto robusta ma più agile e leggera. Del resto quando si sale a bordo si entra in contatto con altre finezze ingegneristiche.

Le sospensioni pneumatiche, ereditate ma anche riadattate, abbassano il veicolo di 15 mm e poi 25 mm (tot. 40 mm) per agevolare discesa e accesso a bordo. In marcia, la gamma di regolazioni automatiche (legate alle modalità della trazione) o manuali, incrementa l’altezza da terra fino a 75 mm.

Si aggiungono sistemi come il potenziato Dynamic Stability Control che, giocando con rigidità dell’assetto e freni ha il compito di contrastare le oscillazioni e agevolare la traiettoria.

La lista di acronimi e tecnologie di sicurezza attiva è lunga: controlli per le discese ripide o le partenze, l’antislittamento che tiene a bada la coppia di ogni ruota. Sugli allestimenti superiori la grafica del display mostra molto del funzionamento della catena cinematica (posizione ruote e volante, angolo di sterzata, sospensioni). Gaudio per i fuoristradisti.

Come dicevamo, la nuova Discovery è oggi il SUV con le maggiori attitudini off-road della gamma. Luce libera da terra di 283 mm, articolazione delle ruote di 500 mm i livelli standard, con angolo di attacco fino a 34°, di 27,5 quello di dosso e 30° di uscita. Un bel contributo per affrontare terreni anche impegnativi. Considerando anche che la capacità di guado omologata arriva a 900 mm, ovvero al vertice della categoria per un prodotto di serie.

Ecco perché prenderla nella semplice variante 4×4 permanente (anche se con differenziale Torsen) potrebbe sembrare una mancanza di rispetto. Discovery vuole le due gamme di velocità, le ridotte, con distribuzione costante della coppia e riduttore dei rapporti inservibile fino a 60 km/h.

Per facilitarsi la guida su terreni impegnativi si può mettere al lavoro il sistema All-Terrain Progress Control, lasciando che a velocità ridotta fra i 2 e i 30 km/h siano i suo chip ad occuparsi di gestire motore e freni. Non resta che concentrarsi sullo sterzo, anche se ugualmente il guidatore può intervenire sulla velocità tramite il cruise control. Nel sistema è incluso il Low Traction Launch, che aiuta il grip nelle partenze su superfici con aderenza molto scarsa.

Il “capo” delle tecnologie per la mobilità è comunque il Terrain Response 2 (generazione evoluta). In automatico, o secondo la scelta manuale mediante il selettore, si impostano le modalità a seconda del terreno: Guida Generica; Erba, Ghiaia e Neve; Fango e Solchi; Sabbia; Roccia. Cambiano le tarature: mappatura acceleratore, risposta sterzo, sospensioni e controllo trazione.

Per chi si porta in giro un rimorchio c’è l’Advanced Tow Assist: in conducente si avvale delle immagini della videocamera e del comando del Terrain Response per controllare la direzione, il che dovrebbe agevolare le manovre in retromarcia per infilare il rimorchio in parcheggio.

Le versioni – Quanto ai motori, la nuova Discovery prevede in gamma tre varianti Diesel e un benzina.

Alla base c’è il Td4 Diesel 2.0 da 180 CV, l’ultimo però ad arrivare in Italia (a tre mesi dal lancio). Il propulsore di accesso ai Diesel Ingenium di Land Rover è il più efficiente in fatto di emissioni e consumi, con valori medi di 159 g/km di CO2 e 6.0 l/100 km. Ha un turbocompressore a geometria variabile, conta su 430 Nm di coppia e mostra capacità di accelerazione già notevoli in rapporto alla cilindrata: da 0 a 100 km/h in 10,5 secondi.

Si sale di potenza con il Diesel 2.0 litri da 240 CV e coppia di 500 Nm. Utilizza due turbine sequenziali, per un ancor più nobile sprint da 0 a 100 km/h in soli 8,3 secondi. L’efficienza è ben poco penalizzata; il quattro cilindri fa registrare in media valori di CO2 di 165 g/km e consumi di 6,3 l/100 km

Si arriva quindi alla fluida grinta del Diesel sei cilindri Td6: Un V6 3.0 litri da 249 CV, con pompa olio a doppio stadio. Con 600 Nm di coppia a disposizione, eleva anche le capacità all-terrain. Rispetto al predecessore ha un rendimento concretamente migliorato: accelerazione 0 a 100 km/h in soli 8,1 secondi (1,3 secondi in meno), emissioni di 189 g/km e consumi di 7,2 l/100 km.

Per i fedeli alla benzina che vogliono tanta grinta, c’è il sei cilindri Si6. Un V6 supercharged di 3.0 litri piccante che eroga 340 CV e 450 Nm e riesce ad omologare un tempo di di 7,1 secondi nella progressione 0-100 km/h.

Anche in questo caso, la struttura leggera in alluminio della Nuova Discovery è decisiva per fare meglio del precedente modello. Il risultato è una diminuzione del 6% del CO2, a 254 g/km e consumi di 10,9 l/100 km.

Tutti i motori sono abbinati ad una trasmissione automatica ZF ad 8 rapporti, controllata dalla manopola che si solleva a centro del tunnel o dai paddle al volante.

Allestimenti S, SE, HSE e HSE Luxury. Si parte dai cerchi in lega da 19″ per passare ai 20″ o, sfogliando gli accessori, anche a 21″ e 22″. Dalla base (52.700 euro), salendo di livello si acquisiscono la trazione più completa e il navigatore, nonché clima e audio progressivamente di livello superiore, quindi pelle e Led. Al top della gamma compare di serie il tetto panoramico.

– Due curiosità sulle strategie approntate per il lancio della nuova Discovery. Spettacolare l’esibizione del 28 Settembre su una struttura in LEGO entrata nel Guinness dei Primati. Il Tower Bridge composto da 5.805.846 mattonino, ovvero 470.676 pezzi in più rispetto a quelli utilizzati dal precedente detentore del record. Particolare anche l’evento che ha coinvolto direttamente i bambini figli dei progettisti Land Rover nel disegnare un wrapping “di mimetizzazione” (ultima foto in gallery).

Di fatto, abbiamo oggi una Discovery parecchio digitalizzata, che tra sensori e chip, connettività e sistemi di guida semi-autonoma anche in off-road, si lancia in una nuova era. Nel mondo dei tuttoterreno della new generation.

Fabrizio Romano

 

Video: come è fatta la nuova Discovery

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