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Levante Diesel 250 CV: La Maserati dei SUV

Impressioni di guida

Primo Sport Utility Vehicle in 102 anni di storia del Tridente, il Levante propone un’interessante motorizzazione d’attacco. Si tratta del Levante Diesel, con un 3.0 V6 turbodiesel che, in virtù dei suoi 250 CV, non incorre nel famigerato superbollo. E le prestazioni rimangono all’altezza del marchio.


“La grande bellezza”
Sviluppato su un’evoluzione della piattaforma delle berline Maserati, il Levante Diesel sfoggia una linea dai particolari inimitabili come la tipica calandra con il Tridente al centro, ispirata a quella del prototipo Alfieri, i vetri “a giorno” delle portiere che rimandano alle granturismo e le classiche tre feritoie laterali. Senza dimenticare la parte posteriore dominata dai gruppi ottici “incastonati come gioielli”, nonché dai quattro terminali di scarico presenti anche sulla versione Diesel da 250 CV oggetto della prova. Già, perché non fa differenza se sotto il cofano alberghi il suddetto propulsore sviluppato a quattro mani dai tecnici VM e Maserati, oppure il V6 biturbo a benzina di origini Ferrari. Il Levante, infatti, è identico in tutte le sue versioni, come del resto avviene per Ghibli e Quattroporte.

Categoria superiore
Il Maserati Levante Diesel sfida alla grande “mostri sacri” come il Porsche Cayenne per intenderci. Logico quindi aspettarsi una qualità globale di altissimo livello. Qualità che si ritrova pienamente grazie all’estrema competenza e passione delle maestranze di Mirafiori, dove il primo SUV della Maserati viene assemblato in un’area specifica. Conseguentemente, si apprezza la carrozzeria ben verniciata e con allineamenti corretti tra le parti, al pari dell’abitacolo dove al lusso d’impronta artigianale, dato dalle finiture in pelle e legni pregiati, corrispondono accurati montaggi.

Nulla da dire nemmeno per gli aspetti secondari, come lo sportellino del tunnel pratico e morbido da azionare e la manopola centrale che gestisce l’avanzato sistema  touchscreen relativo a diverse funzioni, dall’infotainment alla gestione della climatizzazione. Permangono, però, alcuni tasti di provenienza Chrysler che in un ambiente così esclusivo e raffinato stonano alquanto.

Motore sorprendente
Nonostante i “soli” 250 CV, il propulsore 3.0 V6 Diesel riesce a imprimere al Levante Diesel prestazioni degne dell’immagine Maserati. Più in dettaglio, l’accelerazione 0-100 km/h si compie in 7”3/10, a fronte della velocità massima di 225 km/h. Ma al di là dei freddi numeri si apprezza la spinta forte e costante a ogni regime, così come il sound inconfondibile che richiama i V8 a benzina. Merito in proposito del sistema Active Sound collocato negli scarichi che accentua il caratteristico rombo Maserati; meglio però ricordare al benzinaio di riempire il serbatoio di gasolio, perché mai e poi mai sembrerebbe di avere a che fare acusticamente con un diesel. Infine, il motore è debitamente assecondato dal cambio automatico ZF a 8 rapporti, la cui gestione manuale è affidata alla classica leva e ai pratici paddle fissi al piantone.

Come lui nessuno nelle curve
Diciamo subito che nelle curve non c’è Porsche Cayenne o BMW X6 che riesca a eguagliare il Maserati Levante. I tecnici di Modena, infatti, sono riusciti a fare in modo che le dimensioni, il peso e l’altezza da terra considerevoli semplicemente non si avvertano. Merito di diversi aspetti come le sospensioni a quadrilateri deformabili anteriormente e multilink a 5 bracci posteriormente, le molle ad aria, gli ammortizzatori Skyhook a controllo elettronico e il sistema di trazione integrale intelligente Q4 con torque vectoring di serie.

Il Maserati Levante Diesel si dimostra agile e capace di tenere la strada come nessun’altro nelle curve, facendo valere anche il baricentro più basso nell’ambito della sua categoria. Il tutto coadiuvato dallo sterzo preciso e comunicativo, grazie alla servoassistenza idraulica più unica che rara. In sintesi, il Maserati Levante costituisce il punto di riferimento assoluto nella propria categoria in termini di tenuta di strada, sportività, maneggevolezza e stabilità. Sarà difficile per i concorrenti fare meglio.

Gian Marco Barzan

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