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Smartphone alla guida: un hashtag lo sotterrerà

smartphone alla guidaDistrazione mortale nel 75% dei casi. Lo smartphone alla guida tra le principali cause di incidenti stradali. L’ammissione, tanto lapalissiana quanto drammatica, arriva da uno studio dell’ACI che ha dimostrato una diminuzione del 2,9% degli incidenti stradali ma un aumento dell’1% di quelli mortali.

Snocciolando un po’ di numeri, nel nostro Paese nei primi sei mesi del 2015 sono stati poco meno di 85 mila gli incidenti stradali con lesioni gravi a persone, per intenderci da oltre trenta giorni di prognosi. 1.596 i morti entro il trentesimo giorno, mentre i feriti risultano 119.599. Le stime, rispetto ai dati dello stesso periodo del 2014, hanno evidenziato una riduzione del 2,9% degli incidenti con lesioni a persone e del 3,8% nel numero di feriti, mentre il dato delle vittime è drammaticamente in aumento dell’1%.

Tre incidenti su quattro sono dovuti a distrazione, e per il 75% dei casi è proprio lo smartphone a risultare tra le prime cause di distrazione. Magari un po’ provocatoria ma efficace la domanda: “quando guidate, in città come a 100 all’ora, tenete gli occhi chiusi per una manciata di secondi?”. Paura ehee? Per istinto non si fa. Eppure è più o meno ciò che accade quando si comincia a maneggiare con lo smartphone, per poi inviare messaggi, chattare, cercare in rubrica, perfino scattare selfie e guardare foto.

Che questo strumento sia diventato imprescindibile nella vita delle persone é ormai un dato di fatto, ma che non vi si possa rinunciare neanche alla guida è inquietante (sarà interessante scoprire quanti usano il vivavoce o le cuffiette).

A tal proposito l’ACI ha lanciato le campagne #GUARDALASTRADA e #MOLLASTOTELEFONO, che mirano appunto a sensibilizzare contro le distrazioni alla guida legate all’uso dello smartphone, rivolta a tutti e in particolare ai giovani tra i 18 e i 30 anni, la fascia d’età dove più si avverte la “simbiosi” col telefono e con le sue applicazioni.

L’obiettivo é anche quello di contribuire al piano europeo di riduzione degli incidenti mortali del 50% entro il 2020. I Social Network diventano in questo contesto il principale canale di diffusione dei messaggi, dal linguaggio fresco e innovativo. Per la prima volta in Italia, un hashtag usa gli emoticon, e specie i giovani della generazione 2.0 saranno coinvolti con post, twitter, video contro le distrazioni alla guida legate all’uso dello smartphone al volante. Parecchie le personalità della politica coinvolte, da Alfano alla minstra Lorenzin.

Sulla scia della sicurezza, saltano fuori dati particolari. Dati che fanno pensare anche come il reato di omicidio stradale, così com’è stato concepito, non solo non funzioni, ma risulti addirittura “controproducente”, come ha dichiarato il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, facendo il punto della situazione a tre mesi dall’entrata in vigore della norma. Questa l’altra faccia negativa della medaglia: più distrazioni uguale più incidenti, e purtroppo maggiori possibilità di fuga. Una stortura cui porre rimedio in ambito legislativo. “Sono troppi – spiega Sticchi Damiani – i conducenti che, dopo aver provocato un incidente, vengono sopraffatti dalla paura delle conseguenze e optano per la fuga. Non è pensabile che, per chi si ferma a prestare soccorso, scattino automaticamente le manette. Il rischio è che non si fermi più nessuno e che le omissioni di soccorso aumentino esponenzialmente”.

Una dichiarazione pesante, che probabilmente susciterà polemiche tinte di rabbia, ma se il risultato più evidente della normativa diventa l’aumento dei fuggitivi, è ovvio che servirà qualche ritocco per rendere merito a una giusta giustizia!

Redazione MotorAge.it

 

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