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WinterRaid 2016 – Brividi ad alta quota

Un rally mitico (e molto impegnativo) si è svolto sulle strade di montagna tra Cortina e St.Moritz. Alla 14ma edizione del WinterRaid in rassegna i modelli classici e sportivi che affascinano ancora gli amanti dei motori e delle belle automobili.

Il WinterRaid è una gara unica che si svolge tra le montagne svizzere e italiane in pieno inverno, dal 13 al 16 gennaio. St.Moritz, Bormio, Cortina d’Ampezzo, e ancora St.Moritz: queste le tappe di un’avventura emozionante a bordo di vetture sportive storiche. Si va da una Alvis Speed Special del 1934 alla Lancia Fulvia Zagato del 1972, passando per una Mercedes Benz 190 Ponton del 1958 o da una Austin Healey del 1960, e molte altre. Un programma scandito da passaggi e sfide uniche, che per quattro giorni di gara sfidano tempeste di neve, ghiaccio e temperature gelide da alta quota. È questa originalità che ha costruito la leggenda di WinterRaid e l’ha portata al successo.

La gara si presenta come un rally dal carattere impegnativo date le condizioni del manto stradale durante la stagione invernale, ma anche un’avventura indimenticabile per tutti i protagonisti che, circondati da paesaggi incantevoli, possono esaltare ancor di più le loro capacità di guida. Quest’anno c’è stata una importante novità: un premio speciale per i veterani di questa iniziativa. Le auto immatricolate fino al 1939 hanno ricevuto il “Trofeo delle Dolomiti”, un premio a dimostrare che i veri eroi della kermesse sono proprio coloro che hanno deciso di cimentarsi nella guida di auto risalenti ai primi del ‘900 lungo i più celebri passi dolomitici.

Sponsor dell’edizione di quest’anno gli orologi Zenith che partecipano per la prima volta a WinterRaid 2016 come Official Timekeeper, ulteriore conferma dell’impegno del brand nel mondo delle competizioni di auto d’epoca. Un concorso è stato creato appositamente da Zenith per i co-piloti. Sei di loro sono stati infatti selezionati in modo casuale per verificare l’affidabilità e la durata di El Primero Chronomaster Open 1969 in condizioni reali. I sei che hanno indossato l’orologio nei 4 giorni di gara, sono stati in grado di misurare i propri tempi, e seguire da vicino le loro prestazioni, testando così l’affidabilità del leggendario cronografo. Uno di loro, il più fortunato, se lo è portato anche a casa.

Marco Infelise

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