Al Salone di Detroit FCA svela la Chrysler Pacifica, monovolume a 8 posti destinato a sostituire la Grand Voyager. La novità più interessante è la presenza di una variante ad alimentazione ibrida plug-in, ovvero una prima assoluta per il Gruppo italo americano.
La versione Hybrid della Chrysler Pacifica è equipaggiata da una speciale configurazione del V6 Pentastar 3.800, dotata del ciclo di combustione Aktinson al fine di minimizzare i consumi di carburante. Tale propulsore viene coadiuvato da motori elettrici per una potenza di sistema pari a 248 CV, il valore più elevato mai raggiunto da un monovolume Chrysler. Inoltre, grazie alle efficaci batterie agli ioni di litio, la vettura è in grado di assicurare oltre 48 km di autonomia in modalità full electric, permettendo quindi di viaggiare a impatto zero in città o in una zona residenziale.
Malgrado vi siano aspetti come gli accumulatori e i motori elettrici del sistema ibrido, la Chrysler Pacifica Hybrid mantiene in pratica la medesima abitabilità delle varianti nomali alimentate a benzina e a gasolio. Grazie anche all’apporto di tecnici italiani, il nuovo sistema di propulsione messo a punto da FCA è molto avanzato e consiste in un inedito schema EVT (acronimo di Electrically Variable Trasmission). Quest’ultimo consente, tramite un’apposita frizione, di utilizzare come motore anche quella parte della catena cinematica che tradizionalmente assolve il compito di generatore in decelerazione. Conseguentemente, la forza viene fornita alle ruote da entrambe le unità elettriche secondo le situazioni contingenti, con il risultato di unire la migliore efficienza alla maggiore compattezza dei componenti. Infine, ma questo vale per tutte le versioni della Pacifica, un po’ di Italia vi è anche idealmente nell’abitacolo dove spiccano finiture e materiali di gran classe. Francamente un bel passo avanti rispetto alla Chrysler Grand Voyager.
Gian Marco Barzan
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