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Arrivata la Carta di Identità Elettronica

improntaUna notizia del nuovo anno 2016 è l’arrivo della nuova carta di identità elettronica con tanto di impronte digitali. Prevista anche l’opzione per indicare se si vuole (se si può, dipende anche dalla cartella clinica) essere donatori di organi. Tutto sarà archiviato in un microchip.
Per la nuova CIE (l’acronimo per la Carta di Identità Elettronica che gli italiani dovranno ricordare), caratteristiche e regole sono messe a punto da un decreto del viminale approvato il 23 Dicembre e firmato dai ministri della pubblica amministrazione e dell’economia. Ma ripartendo quasi da zero rispetto al progetto pensato nel 1997 (quasi 19 anni fa) ma mai davvero concretizzato.

Ora il governo Renzi, con l sua voglia di adeguarsi ai tempi e alle iniziative di altri Paesi, ha spinto per attivarlo velocemente e senza soffermarsi sui vecchi esperimenti che creavano blocchi su blocchi. Di buono si terrà solo l’iniziativa dei Comuni “pilota” (gli oltre 150 che hanno distribuito circa 4 milioni di carte elettroniche).

Su queste basi sara’ possibile da subito fare richiesta della nuova CIE, inizialmente nei casi di reale necessità (prima carta di identità, smarrimento, furto, sostituzione o scadenza). Roma, Milano e Torino tra le prime città ad adeguarsi. La procedura di sostituzione, dunque, non prevede un “piano forzato” nell’immediato. Il Ministero dell’interno imposterà una roadmap per portare in modo graduale e progressivo all’utilizzo della CIE su tutto il territorio nazionale.

Secondo le previsioni di addetti ai lavori, esperti e affini, ciò avverrebbe in un arco temporale intorno ai due anni.
Un portale web aiuterà in ogni caso a velocizzare le operazioni per l’acquisizione dei dati.

La carta (tipo bancomat) realizzata con le stesse tecniche della produzione delle carte valori, è dotata di un microprocessore per la memorizzazione dei dati del possessore; è abbinata a un pin, per accedere ai servizi online, contiene la propria immagine e l’impronta digitale.

Nella commissione che stabilisce le varie tappe è coinvolta anche l’agid (agenzia per l’italia digitale), la cui dirigenza considera il programma “un passo importante, che porterà a una svolta in termini di sicurezza, frenando anche il fenomeno della contraffazione”. Dalla richiesta servono sei giorni.

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