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Signora auto – L’ automobile è donna

Alcune vetture, fin dall’invenzione dell’automobile, hanno richiamato l’attenzione dell’universo femminile. Per la loro forma o per determinate caratteristiche Altre volte, nate femmine, hanno conquistato il mondo.
giulietta-spider-e-donnaL’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice. E ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza”. Sono parole, risalenti al 1926, di Gabriele D’Annunzio e se dobbiamo credere al Sommo Poeta dovremmo far cadere, in un istante, tutte le convinzioni che per un secolo hanno visto le automobili appannaggio dell’universo maschile.

L’esercizio sarebbe azzardato, ma è inutile negare che l’automobile – non per niente di per sé stesso sostantivo femminile – un forte legame col mondo in rosa ce l’ha. A partire da alcuni modelli che sembrano essere stati creati appositamente per portarselo a bordo, quel bel mondo.
Partendo dai giorni nostri non c’è dubbio che la Lancia Ypsilon sia il modello che per eccellenza riesce a conquistare il gusto delle signore. Sarà per il concetto di stile che porta avanti con orgoglio nei confronti della sua clientela, in grado di affascinare l’universo in rosa, fatto sta che è difficile che una lei dia un parere negativo nei confronti della piccola di casa Lancia. E l’aver scelto come ultima testimonial la bella attrice polacca Kasia Smutniak, una bellezza che piace anche alle donne, è un passo che altro non fa che andare in questo senso.

Altre quattro ruote che la vulgata narra essere da pubblico femminile sono quasi tutti modelli piccoli e dalla forme rotonde, con quell’allure da fascinosa city car che già nel caso della Ypsilon era tra i fattori determinanti del successo. Ecco allora la Nissan Micra o la Mini farla da padrone nel ruolo di “amazzoni “delle quattro ruote, con caratteristiche di più marcata originalità nei casi della Smart fortwo e, pochi anni, or sono, della Citroen C3 Pluriel. Non per niente venduta come il pane al pubblico femminile.
Altre volte ancora, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: l’auto è sempre donna.

Ecco allora automobili da pubblico maschile portare il nome di una donna, a significare una sorta di omaggio per un universo imprescindibile che, se non è al volante, siede orgoglioso accanto sul sedile del passeggero. Due nomi su tutti, da casa Alfa, Giulia e Giulietta hanno fatto in passato – e oggi si ripropongono con forza – migliaia di “vittime” tra gli appassionati.
E poi ancora Flavia, Fulvia, Aurelia e Flaminia,per quanto riguarda i modelli italiani.

Ma anche Clio e Zoe Oltralpe, Fabia e Octavia per il marchio Skoda, e si può anche scomodare una Lotus Elise. L’elenco potrebbe essere lungo ma in ogni caso dovrebbe arrivare alla donna più potente di tutte: quella Mercedes Jellinek il cui nome il padre Emil, rivenditore di Daimler in Francia, portò alla gloria perenne imponendolo per i propulsori di cui era pilota. Prova estrema, se ce ne fosse bisogno, che l’automobile è (anche) femmina. Chi ha il coraggio di dire il contrario?

Marco Infelise

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