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Ford Shelby GT350 Mustang my 2016 – Una grande tra le grandi

2 VIDEO – L’originale Ford Shelby GT350 Mustang fu introdotta nel 1965, mettendo in campo performance elevatissime e un assetto degno delle migliori supercar europee. Oggi, a cinquant’anni di distanza da quella geniale intuizione di Carroll Shelby, la storia si ripete. La nuova GT350, infatti, sprigiona 526 CV da un motore completamente inedito e vanta una dinamica di assoluta eccellenza – Photo Gallery

Flat plane
Con la Shelby GT350 per la prima volta Ford introduce nella produzione di serie un V8 con albero motore piatto (flat plane) e perni di manovella a 180°, in luogo del classico manovellismo a croce. Questa soluzione, utilizzata in passato nella Formula 1 (Ford Cosworth in primis) e oggi anche da costruttori come Ferrari, McLaren e Porsche sulle vetture stradali, consente di raggiungere facilmente performance elevatissime in virtù della spiccata propensione a guadagnare giri.

Il tutto completato da un rombo molto aggressivo e caratteristico, anche se nello specifico, tramite interventi al sistema di scarico, non è andata persa del tutto la sonorità “gutturale” tipica dei V8 con manovellismo a croce che tanto piace ai cultori delle auto yankee. In dettaglio, il nuovo V8 della Shelby GT 350 Mustang è un 5.2 litri erogante 526 CV (oltre 100 CV/litro, potenza specifica da record per un motore USA) in grado di far compiere lo scatto 0-100 km/h in 4”,a fronte della velocità massima di oltre 300 km/h. Quanto alla trasmissione, il V8 è accoppiato a un cambio manuale a 6 rapporti, mentre il differenziale è l’autobloccante Torsen.

Performance Shift Light Indicator
Della Mustang Shelby non è solo il V8 con albero motore piatto a richiamare le auto da competizione, ma anche l’esclusivo Performance Shift Light Indicator. Si tratta di un dispositivo che suggerisce le cambiate per ottenere le migliori performance, basato su segnalazioni luminose a LED proiettate al parabrezza tramite l’head up display. Questo indicatore è regolabile dal guidatore che può scegliere diverse opzioni, come il regime al quale il sistema interviene, la luminosità e le tre modalità di utilizzo. Queste ultime sono Tach Mode (barra virtuale che si illumina da sinistra verso destra), Track Mode (dalle estremità verso il centro lampeggiando al raggiungimento del regime di cambiata) e Drag Mode (le luci si accendono tutte contemporaneamente lampeggiando). Il vantaggio principale dello Shift Light Indicator è di avere sott’occhio il regime ideale per effettuare la cambiata, senza dover visualizzare il contagiri ed evitare distrazioni. [youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=Wukhh5dcPlE” width=”100″ height=”315″]

 

Un ottimo bilanciamento dinamico
Rispetto alla “normale” Mustang, l’assetto della Shelby è stato completamente ridefinito nella geometria e nella taratura di molle, ammortizzatori e barre stabilizzatrici. L’obiettivo, pienamente raggiunto, era di garantire un comportamento impeccabile anche in circuito, sfruttando appieno le doti intrinseche della trazione posteriore e limitando al massimo i moti di cassa. E proprio in pista si apprezzerà anche il mordente dei freni di cui gli anteriori hanno dischi da 394 mm, associati a pinze Brembo con sei pistoncini, e i posteriori presentano dischi da 380 mm abbinati a pinze con quattro pompanti. Completano l’opera le ruote da 19” in alluminio forgiato, nonché gli pneumatici Michelin Pilot Super Sport sviluppati ad hoc per la Shelby.

Stile contemporaneo e classico
Sarà la carrozzeria color bianco con strisce blu dell’esemplare in foto, fatto sta che la Ford Shelby GT350 Mustang non è certo auto per chi vuole passare inosservato. Ma siamo sicuri che anche scegliendo una tinta più discreta, gli sguardi saranno tutti per lei e il suo look che richiama la Mustang originaria ma, nel contempo, ha vaghe reminiscenze delle moderne Aston Martin nel taglio dei vetri posteriori. Senza dimenticare i vari spoiler e splitter frontali e l’estrattore d’aria dietro che fanno sì scena, ma hanno soprattutto una funzione di downforce. Perché la Mustang più estrema di sempre rende ogni curva  in circuito una fantastica sfida alle leggi della fisica; a patto di essere piloti con la “P” maiuscola e non semplici estimatori della bella guida.

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Gian Marco Barzan

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