MotorAge New Generation

Moto Guzzi California l’ammiraglia con il V2 più grande d’Europa

Rinnovata, ma in linea con le generazioni precedenti, pur non avendo alcun elemento in comune, si contraddistingue per la ricercatezza stilistica, la visibilità della strumentazione e tre mappature disponibili per scegliere il carattere del motore che più si adatta allo stile di guida prescelto.

Non deve essere stata un’impresa particolarmente facile, lavorare al rinnovamento di un mito a due ruote come la Moto Guzzi California nella sua ottava generazione, ma al “Piaggio Advanced Design Center” di Pasadena in California, hanno puntato tutto sulla esaltazione gli elementi di nobiltà del marchio, simbolo del made in Italy, e di un modello che ha rappresentato un punto di riferimento nella storia della motocicletta. E ci sono riusciti.

Moto Guzzi, che ora fa parte del Gruppo Piaggio, ha una storia importante nel panorama italiano: il Guzzino 65, il Galletto, l’Airone 250, il Falcone sono protagoniste, anche in noti film, che hanno fatto la storia di un’epoca. Ma l’anima “guzzista” ha avuto la sua massima espressione con il bicilindrico V7 e con la California, la moto italiana più famosa al mondo che, quarant’anni fa si è conquistata la fama in proprio in California, con le V7 700 e Special, superando una serie di durissimi test per entrare nella commessa di fornitura della flotta della LAPD (Los Angeles Police Department) e della Highway Patrol, la polizia autostradale californiana. E in quella occasione per la prima volta nella storia, una moto straniera ha conquistato l’America, portando alla nascita altre sette generazioni di successo.

Nel design della nuova California 1400 si riconosce indubbiamente una virtuale continuità con le generazioni precedenti, pur essendo stato abbandonato lo storico telaio, sostituito di una struttura più voluminosa, con un aumento di 10 centimetri del passo rispetto all’ultima California 90 (da 1,585 metri a 1.685 metri), sempre a doppia culla con il propulsore appoggiato su supporti elasto-cinematici che annullano le vibrazioni.

I particolari che determinano continuità sono: il profilo della sella, il maniglione cromato e i fianchetti laterali oltre a un rapporto tra le dimensioni del serbatoio e del motore a favore di quest’ultimo. Senza dimenticare l’ingegnoso serbatoio realizzato in metallo con un corpo centrale di 21 litri e due fianchi laterali sui quali è incassato il logo dell’Aquila, sagomati sui possenti gruppi termici del nuovo motore di 1400 cc a testa tonda, e l’andamento orizzontale dei silenziatori che terminano in corrispondenza del parafango posteriore, plasmato sul grande pneumatico da 200/60 R 16” e sul duplice gruppo ottico a Led con gli indicatori di direzione.

La vista anteriore si è modernizzata, con un proiettore dotato d’illuminazione diurna a Led sul quale domina l’immancabile parabrezza “Patrol”.

Sulla California 1400 è stato particolarmente curato lo sviluppo cromatico basato su due soluzioni storiche: Eldorado, bianca con filetti scuri sul serbatoio, che ricorda le versioni della California Highway Patrol e Ambassador caratterizzata dal classico nero con filetti bianchi, simile alle storiche V7 e 850 California.

Colpiscono inoltre, la ricercatezza stilistica e la visibilità della strumentazione sopra il faro, in un quadrante circolare di ben 16 centimetri di diametro, con la scala del contagiri analogico ricavata lungo la circonferenza esterna e il display multifunzione “full matrix” sospeso al centro. Questo strumento visualizza anche le funzioni del “traction control” e le tre mappature disponibili che consentono al guidatore di scegliere il carattere del motore che più si adatta al suo stile di guida, alle caratteristiche del percorso e alle situazioni ambientali, tra pioggia, turismo e veloce, in quanto la gestione elettronica del propulsore è affidata al “ride by wire multi-mappa”.

Per mezzo della centralina si può ottenere il massimo comfort, oppure l’aggressività della guida sportiva oppure il controllo indispensabile quando il fondo stradale si presenti bagnato, in modo da innalzare il livello di sicurezza attiva senza pregiudicare le prestazioni.

Il nuovo motore bicilindrico appare esteticamente come una scultura d’alluminio, e oltre che stabilire il record di cilindrata con i suoi 1380 cc, è essenziale nella forma ma espressivo nei contenuti meccanici, Infatti, nonostante il generoso incremento della cilindrata, consente consumi del 15 – 20 per cento in meno rispetto al “Quattrovalvole”, percorrendo 14,2 chilometri con un litro di carburante alla velocità media di 130 chilometri all’ora.

Salendo a bordo della California 1400, si notano subito il miglioramento della posizione di guida e l’abbondante spazio a disposizione del guidatore, e del passeggero. La posizione di guida richiede però un minimo di assuefazione, in quanto il manubrio è alto e largo e le gambe più distese in avanti.

Le piccole strade, come ad esempio quelle delle città storiche, non sono il terreno ideale per muoversi con agilità su questa moto, in quanto si tratta di gestire un veicolo di ben 337 chilogrammi di peso, senza aggiungere le grandi borse laterali che richiedono attenzione per lo spazio occupato. Ma uscendo dalla città tutto cambia e ci si accorge della preziosa collaborazione del “ride by wire” che agisce sul motore facendo scendere il numero di giri in modo da viaggiare rilassati con grande regolarità senza la preoccupazione di tenere le due dita sulla frizione pronte ad azionarla a ogni rallentamento. Dove però la California dà il meglio di sé, è sulle strade collinari, dove si possono evitare gli alti regimi e utilizzare con la massima tranquillità anche due marce in più, in quanto il poderoso motore è in grado di affrontare le curve più lente con grande energia fin da 2000 giri/minuto, mentre su autostrada è molto stabile e il parabrezza svolge un ottimo lavoro di protezione del guidatore a condizione che non superi in altezza il metro e 80 centimetri.

Gianni Montani

LA TECNICA DELLA MOTO GUZZI CALIFORNIA 1400 TOURING

Exit mobile version