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Auto a guida autonoma: l’evoluzione

Non si tratta di una semplice miglioria tecnologica, l’auto a guida autonoma rivoluziona il mondo dei trasporti, puntando sulla sicurezza e allargando a tutti la possibilità di muoversi. Oltre a Google, molte case stano portando avanti la stessa ricerca.

Niente volante, né pedali, né freno a mano: si sale a bordo e non si deve muovere un dito, l’auto a guida autonoma porta il passeggero a destinazione. Ancora una volta il colosso americano Google si è distinto dalle altre aziende in quanto a innovazione: è suo il prototipo che per primo ha circolato a Mountain View, in Nevada, dove le leggi lo consentono.
La Google Car funziona sostanzialmente da taxi automatico, e il suo aspetto si differenzia dalle auto comuni per le appendici sparse sulla carrozzeria: sul tettuccio troviamo il lidar – un sistema di 60 laser che eseguono quasi mille rotazioni al minuto – che riproduce in una mappa tridimensionale ciò che circonda l’auto in un raggio di oltre sei metri; accanto allo specchietto retrovisore interno c’è una videocamera che individua semafori, cartelli stradali, pedoni, ciclisti, eccetera; sulla ruota posteriore sinistra è posizionato un sensore che rileva i movimenti dell’auto, individuandone l’esatta posizione attraverso il Gps; infine ci sono i radar, tre anteriori e uno posteriore, che determinano la distanza dagli ostacoli. Tutti questi dispositivi permettono al computer di bordo di muovere il veicolo senza che il guidatore utilizzi né le mani nè i piedi, arrivando ad una velocità di 40 km\h.

Ma perché un’azienda informatica, che poco sembra centrare col mondo automobilistico,  ha investito in questo progetto? Sergey Brin, co-fondatore di Google, ha spiegato che i trasporti, così come Internet, sono diventati centrali nella quotidianità di ognuno. Quindi perché non espanderli il più possibile, fino a far viaggiare anche chi è troppo anziano o disabile?  Oltre a questo obiettivo, la sicurezza è l’altro scopo principale della guida automatica: circa il 30% del tempo in cui si è al volante lo si impiega facendo altre attività oltre al puro e semplice guidare, come telefonare, rispondere alle mail, mettere la musica… Più di 1 milione di persone nel mondo sono vittime di incidenti stradali provocati dalla distrazione del conducente, il sistema di guida autonoma può risolvere questo problema.

Naturalmente non solo Google, ma anchegran parte dell’industria automobilistica si è attivata in tal senso: oltre Bmw, Volvo, Nissan, Volkswagen, Audi, Toyota, che hanno da tempo cominciato una progressiva automatizzazione del veicolo, Ford, in particolare sta portando avanti due progetti di ricerca, uno per la guida autonoma, in Inghilterra, e l’altro orientato alla studio della mobilità alternativa, in Germania. Due iniziative che Ford avvierà in Europa nell’ambito dello Smart Mobility Plan, il maxi piano di sperimentazioni sull’innovazione e l’automotive lanciato dall’Ovale blu al CES di Las Vegas.
Parliamo ad esempio dell’introduzione di un assistente che si sostituisce alla guida negli stop and go del traffico per Volvo, o di un sistema che permette all’auto di raggiungere da sola la corsia d’emergenza e chiamare i soccorsi per Bmw, o di uno sterzo a controllo indipendente per Nissan, che permetterà di tenere l’auto nella corsia di marcia senza bisogno di correzioni da parte del guidatore.

Infatti, all’edizione 2015 del CES (Consumer Electronic Show), la principale rassegna mondiale dedicata all’elettronica di consumo, hanno partecipato dieci case automobilistiche, il numero più alto di sempre: un segno di quanto la “mobilità integrata”, la guida autonoma e la connessione Internet a bordo delle automobili stiano diventando temi sempre più importanti per il settore.
Si tratta quindi di automatismi che annullano il fattore umano e che secondo alcuni tolgono il piacere di guidare. Ma la tendenza dei giovani guidatori sarebbe proprio quella di indirizzarsi verso l’auto a guida autonoma.

Manuela Caputo

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