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Prezzo del veicolo e costo del premio: ecco come sono collegati

Assicurare il valore commerciale o il valore d’acquisto cambia il costo del pagamento della polizza e il risarcimento che si può ottenere in caso di furto o danneggiamento della nostra macchina. In base all’usura del veicolo, varia anche il suo valore e il costo della polizza.

Quando acquistiamo una macchina, dobbiamo sapere che il suo costo non influirà sul nostro portafoglio solo nel momento in cui la compriamo, ma anche successivamente (e non nel senso che si pagherà a rate). Bisogna infatti sapere che il suo prezzo di acquisto influisce sul costo dell’assicurazione: per essere precisi, si deve innanzitutto distinguere tra valore di acquisto e valore commerciale.

Il valore assicurato va inteso come valore d’acquisto, che per alcune compagnie assicurative rimane invariato per l’intero primo anno di contratto, in caso di incendio e/o furto dell’autovettura: ciò significa che se l’auto viene rubata nel primo anno dopo l’acquisto, la compagnia liquida il valore assicurato al momento dell’acquisto dell’auto.

Attenzione però, perché alcune compagnie garantiscono il valore totale solo per i primi sei mesi: dal settimo mese in poi, per quanto riguarda il furto-incendio, verrà liquidato non più il valore d’acquisto dell’auto – cioè il prezzo che ho pagato quando l’ho comprata – ma il valore commerciale dell’auto – cioè il valore che l’auto ha al momento del furto o dell’incendio ridotto da tutti i mesi di utilizzo.

Nella pratica, il valore commerciale è dato dal prezzo di acquisto meno il 22% dell’Iva, ridotto inoltro da una serie di altri parametri: la commerciabilità del veicolo, la sua localizzazione, il tipo di modello, l’alimentazione…

Il problema di valutazione della vettura si pone maggiormente a partire dal secondo anno di vita assicurativa, in cui l’auto può essere assicurata nella formula “valore a nuovo” oppure secondo il “valore commerciale”. Questa distinzione è molto importante e determina una sostanziale differenza in caso di sinistro, non solo relativo al furto/incendio del mezzo, ma anche inerente ad altre garanzie per rischi diversi (kasko, collisione, atti vandalici, eventi atmosferici, eventi naturali…). Se l’assicurazione è stipulata nella formula a “valore commerciale“, ci sono due possibilità: in caso di perdita totale del veicolo, l’indennizzo è pari al valore di mercato al momento del sinistro, mentre in caso di danno parziale, l’ammontare del danno è pari al costo di riparazione o sostituzione delle parti danneggiate da cui si deve sottrarre l’usura del veicolo.

Se invece l’assicurazione è stipulata nella formula a “valore a nuovo“, valgono le stesse condizioni sopraindicate, solo che non si tiene conto del degrado d’uso – salvo che per batterie, pneumatici ed impianto di scarico. Il valore del mezzo assicurato in polizza rimane quello iniziale, ovvero quello di acquisto della vettura nuova.

Quando assicuriamo l’auto, lo facciamo per il suo intero valore: non posso assicurare una parte del bene (solo il volante, solo le portiere…), ma devo assicurarlo per intero. Perciò se l’assicurazione ha questa formula, è necessario negli anni aggiornare le somme assicurate in polizza perché il valore reale dei beni assicurati varia nel tempo e si rischia, in caso di sinistro, di ottenere un indennizzo molto inferiore in confronto al danno effettivamente subito. Tale passaggio dovrebbe essere effettuato automaticamente, ma in realtà sono molti i casi in cui il valore dei beni assicurati è superiore al valore assicurato: si tratta quindi di sottoassicurazione, per cui l’assicuratore indennizza il danno solo in parte, in proporzione al rapporto tra valore assicurato e valore assicurabile.

Manuela Caputo

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